Cultura e Spettacoli

“Non solo Medioevo” non solo originali

Dopo due anni di chiusura riapre la Gipsoteca del castello svevo di Bari in grande stile, con un riallestimento curato dall’arch. Giuseppe Teseo (Soprintendenza BAP) e un’occasione irripetibile: la rievocazione – per il centocinquantenario – del cinquantenario dell’Unità d’Italia, quando i calchi raccolti dalla Gipsoteca di Bari sono stati i protagonisti del padiglione regionale pugliese dell’Esposizione Regionale di Roma nel 1911. L’imponente numero di calchi in gesso allora realizzati erano esposti all’esterno ed all’interno della struttura, realizzata dall’arch. Angelo Pantaleo, progettista il cui archivio è conservato in parte nell’Abbazia della Madonna della Scala di Noci. La mostra dei calchi del 1911 era studiata per consentire al pubblico la visione ravvicinata di particolari architettonici altrimenti difficilmente comprensibili. L’esecuzione fu affidata agli scultori Pasquale Duretti e Mario Sabatelli e ai loro collaboratori, mentre la guida dell’epoca – dal titolo “Il padiglione pugliese nella Esposizione regionale di Roma” – descriveva gli ambienti del padiglione Puglia come una sintesi di stili in un unico edificio nel quale si volevano rappresentare i più notevoli motivi architettonici ed ornamentali dell’arte regionale, ispirandosi ai più importanti monumenti religiosi, civili e militari. Al termine dell’Esposizione i calchi rientrarono  a Bari e furono acquisiti dal Museo Archeologico Provinciale dove rimasero fino al 1949, mentre con la  stipula della  convenzione del 1957, la Soprintendenza BAP accettava la direzione e gestione della collezione dei calchi e la Provincia di Bari ne conservava la proprietà. “L’attuale allestimento- ha evidenziato l’arch. Teseo- intende rievocare il concetto espositivo del 1911, in linea con le gipsoteche europee, assimilabile per certi aspetti a una sorta di antiquarium, dove però la collocazione dei ‘reperti’ segue  un ordinamento di tipo  topografico, secondo  la zona di provenienza, a suggerire una ricostruzione metaforica per ‘modelli’ della produzione architettonica e artistica in ambito regionale”. Frutto della collaborazione di più Soprintendenze, in occasione della riapertura della Gipsoteca è stata allestita una mostra intitolata “Non solo Medioevo”, che strizza l’occhio anche alle installazioni multimediali, da un’idea della direttrice regionale Isabella Lapi. Nella Sala Sveva, infatti, sono proiettate suggestive immagini dell’allestimento del 1911 accompagnate da musiche a loro volta trascrizioni, prese a calco dagli originali. Della mostra sarà a breve pubblicato un catalogo edito da Claudio Grenzi (Foggia), che si inserisce nel percorso degli allestimenti museali ottocenteschi, “enciclopedici”, come ha ricordato Fabrizio Vona (attualmente Soprintendente al Polo Museale di Napoli), che ha lavorato in qualità di Direttore del Laboratorio di Restauro nel 1993 alle prime operazioni di restauro dei calchi, concluse con il restauro di quelli conservati in deposito (ora in mostra), quando già era Soprintendente BSAE per la Puglia. Vona ha ricordato quei momenti come pioneristici (non si pensava allora a restaurare dei calchi), mentre adesso si raccolgono i risultati del “ridare visibilità a una raccolta che è straordinaria, rievocativa della tradizione dei grandi musei ottocenteschi, che raccontano la storia dell’arte attraverso una serie di exempla”. Allo stesso tempo la visione dei calchi detterebbe il desiderio di conoscere gli originali, come ha sostenuto il Soprintendente BAP Puglia Salvatore Buonuomo, ritenendo che la riapertura della Gipsoteca (un regalo, secondo la definizione della direttrice del castello svevo Annamaria Lorusso) abbia rappresentato un incremento al patrimonio culturale dell’intera regione, oltre che la possibilità di studiare le opere meglio di come si possono vedere gli originali. Lo stesso vicepresidente della Provincia, Nuccio Altieri, ha evidenziato come la proposta dei calchi delle opere scultoree di tutto il territorio provinciale possa avere ricadute sul turismo. La Soprintendente Maria C. Nardella ha parlato, poi dell’importanza dell’Archivio dell’arch. Pantaleo, in cui era presente un menabò con le descrizioni e le foto dei calchi realizzati per il cinquantenario. In mostra, attraverso un video realizzato dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione è ricostruito il clima culturale dell’Esposizione di Roma del 1911.
 
Mariapina Mascolo
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 20 Dicembre 2011

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