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Nonostante i dissensi interni, è ancora Emiliano l’unica alternativa a sé stesso

Nonostante i tanti dissensi interni al Pd pugliese ed alla coalizione del centrosinistra che nel 2015 determinò l’elezione di Michele Emiliano a presidente della Regione, a meno di un anno dal rinnovo dell’Assemblea pugliese e dalle elezioni del prossimo presidente, è ancora Emiliano l’unica alternativa a se stesso. Infatti, non è un mistero per nessuno che nel centrosinistra pugliese tradizionale, ma anche nel partito stesso del governatore in carica, il Pd, il malumore nei confronti di Emiliano – come suole dirsi – si taglia a fette, come è possibile notare anche dall’andamento dei lavori di molte sedute dell’Assemblea pugliese che spesso non si è insediata o si è sciolta per mancanza del numero legale. Però, al momento di essere consequenziali il progetto di un centrosinistra alternativo a quello capeggiato da Emiliano non c’è. E finora nessuno di coloro che in questi  primi quattro anni di governo sono stati critici con l’ex pm antimafia ed x sindaco di Bari si è fatto avanti concretamente per contendere ad Emiliano la leadership del centrosinistra pugliese alle prossime regionali. Solo nelle ultime settimane il sociologo di sinistra Leo Palmisano, personaggio però del tutto estraneo alla scena dei partiti di maggioranza, si è fatto avanti dando la propria disponibilità a partecipare alle primarie in contrapposizione ad Emiliano. Candidatura, quella di Palmisano, che è verosimilmente velleitaria per sfidare con successo il governatore uscente, visto che l’interessato alla sfida si è autopromosso e non ha alle spalle neppure un’organizzazione di forze politiche strutturate sul territorio pugliese che possano far presumere ad una benché minima possibilità di vittoria. Anzi, secondo qualche malpensante di politica, l’auto-candidatura di Palmisano per le primarie del nome da candidare a governatore potrebbe essere stata addirittura ispirata dal governatore uscente, al fine di sbloccare la situazione di incertezza che da mesi si trascina nel centrosinistra pugliese, e più in particolare nel Pd, sulla celebrazione o meno delle primarie per decidere il candidato del centrosinistra del 2020 alla presidenza della Regione. Insomma, Emiliano è forse convinto che all’interno della sua coalizione siano in molti a non gradire la sua ricandidatura e in Puglia, pur non volendo osare nessuno a sfidarlo apertamente, sospetta che da Roma, dai piani alti del suo stesso partito, il Pd per l’appunto, si organizzi per lui qualche sgradita “sorpresa” a ridosso delle elezioni ed a cui, poi, potrebbe risultargli difficile porvi rimedio. Pertanto, Emiliano ha fretta di chiudere la partita dell’investitura e, pur potendo da governatore uscente rivendicare la ricandidatura (come – ad esempio – ha fatto il sindaco Decaro a Bari), vuole stanare gli oppositori alla sua riconferma, costringendoli o ad uscire allo scoperto e, quindi, a dare l’eventuale nome con cui ritengono seriamente di poterlo battere, oppure ad essere essi stessi quelli che alla fine dichiarino di prendere atto che il governatore uscente è l’unico nome che potrebbe far vincere nuovamente il centrosinistra in Puglia per la guida della Regione. Infatti, in un caso o nell’altro Emiliano riuscirebbe nell’intento di blindare la sua ricandidatura alla Regione per il prossimo anno, perché così facendo non lascia alcuno spazio di manovra alla Direzione nazionale del Pd di intromettersi nel 2020 nella scelta della guida pugliese della coalizione. D’altronde, come stanno ora le cose nel centrosinistra pugliese, Emiliano è l’unico a non temere rivali né alle primarie, né alle secondarie, visto che anche sui fronti opposti al centrosinistra, vale a dire quelli dell’opposizioni di centrodestra e penta stellata, la situazione è forse ancor più drammatica di quella esistente tra gli oppositori interni alla coalizione del governatore uscente. Infatti, il M5S, stante ai risultati conseguiti di recente nelle consultazioni di altre Regioni, difficilmente potrebbe sperare di vincere in Puglia le regionali del prossimo anno; mentre il centrodestra pugliese è talmente sfilacciato che neppure dopo lo “stordimento” (o, forse meglio, le “batoste” elettorali) delle recenti amministrative di Bari e Lecce è in grado di compattarsi, indicando un programma ed un nome credibile da mettere in campo da subito per tentare di sfidare, con qualche “chance” di vittoria, il centrosinistra quasi sicuramente ancora a guida Emiliano. Insomma, le acque all’interno del centrosinistra pugliese sono sempre agitate intorno alla ricandidatura del governatore uscente, nessuno però è forse in grado con simili condizioni di uscire in mare aperto. Per cui è quasi certo che, salvo “fattori” di natura non politica, a prendere il largo per le regionali della prossima primavera sarà nuovamente Emiliano con le sue “scialuppe” attrezzate di sinistra, di centro e talune anche di destra. E ciò più in là, verosimilmente, con “buona pace” anche di tutti coloro che dall’interno della tradizionale coalizione di centrosinistra lo hanno avversato o lo contestano tuttora, ma che comunque non vorranno rischiare di perdere le elezioni regionali, visto che in gioco ci sarà sicuramente anche la loro “pelle”.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 21 Giugno 2019

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