Pane e quotidiano con Alfonso Gatto (III Parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Nel 1938, per l’editore Vallecchi, fonda insieme a Vasco Pratolini la rivista ‘Campo di marte’, in prima linea sul fronte dell’ermetismo. Fu questa una esperienza significativa per il poeta, che ebbe modo di cimentarsi nella letteratura d’impegno militante legata all’ermetismo fiorentino. Successivamente lavora come collaboratore alle più innovatrici riviste di cultura letteraria; qui ricordiamo ‘Italia Letteraria’, ‘Rivista Letteratura’, ‘Circoli’ e ‘Primato alla Ruota’. Dopo aver vissuto in prima persona la Resistenza, nel 1951, clamorosamente lascia il partito comunista divenendo, tra mille polemiche, un dissidente di sinistra. Nel 1946, incontrerà la pittrice triestina Graziana Pentich, per la quale abbandonerà la moglie e le figlie e da cui avrà due figli, Teodoro e Leone. Negli anni ‘50 è poeta acclamato e riceve numerosi riconoscimenti, tra i quali, di rilievo, il Premio St. Vincent (1950), il Premio Marzotto (1954) e il Bagutta (1955). ‘La forza negli occhi’, del ‘50, è la raccolta che segna la raggiunta maturità poetica di Gatto.Stringe amicizia con Oreste Del Buono e Vittorio Sereni. Scrive racconti e comincia a scrivere anche testi per l‘infanzia.
Consiglio spassionato
Non date retta al re,
non date retta a me.
Chi v’inganna
si fa sempre più alto d’una spanna,
mette sempre un berretto,
incede eretto
con tante medaglie sul petto.
Non date retta al saggio
al maestro del villaggio
al maestro della città
a chi vi dice che sa.
Sbagliate soltanto da voi
come i cavalli, come i buoi,
come gli uccelli, i pesci, i serpenti
che non hanno monumenti
e non sanno mai la storia.
Chi vive è senza gloria.
Da ‘Il vaporetto’
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 3 Marzo 2022