Pane e quotidiano con Amelia Rosselli (II parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Amelia Rosselli racconta che quando nel 1937 il padre Carlo viene assassinato ad opera delle milizie fasciste, sua madre Marion Cave, vuole che sappia come è stato ucciso. Il trauma per lei, bambina di 7 anni, è tanto grande che lo porterà dentro per tutta la vita. Dopo la tragica morte del padre, nel 1940, Amelia Rosselli va esule con la famiglia, esperienza che determinerà il carattere apolide e insieme personalissimo della sua opera. Si trasferisce dapprima in Svizzera e quindi negli Stati Uniti. Compie all’estero (senza regolarità) studi letterari, filosofici e musicali, ultimandoli in Inghilterra, poiché in Italia, dove torna nel 1946, non le vengono riconosciuti.
C’è come un dolore nella stanza
C’è come un dolore nella stanza, ed
è superato in parte: ma vince il peso
degli oggetti, il loro significare
peso e perdita.
C’è come un rosso nell’albero, ma è
l’arancione della base della lampada
comprata in luoghi che non voglio ricordare
perché anch’essi pesano.
Come nulla posso sapere della tua fame
precise nel volere
sono le stilizzate fontane
può ben situarsi un rovescio d’un destino
di uomini separati per obliquo rumore.
da “Documento” (1966-1973
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 30 Marzo 2022