Cultura e Spettacoli

Passare per camini

Quasi una funzione religiosa. Sfumato l’applauso conclusivo, il pubblico si è levato in un silenzio innaturale. Non risuonava la platea del consueto chiacchiericcio dei commenti a caldo che accompagnano il richiudersi del sipario. Come raccolti, pensierosi in viso, gli spettatori hanno guadagnato l’uscita. Ad eccezione di negazionisti e cultori del Male, la memoria dell’orrore di Birkenau e ‘dintorni’ continua a lasciare il segno. Anche perché, gratta grata, le ragioni dell’odio etnico, radicate nell’uomo e tutt’altro che estinte nonostante il clamore sollevato dall’Olocausto, continuano a macinare morte nel sud del mondo e persino dietro l’angolo di casa. Così, in un clima di sottile mestizia, il Duse si è svuotato venerdì scorso, ultimo giorno di replica di ‘Se questo è un uomo, adattamento teatrale di Alfredo Vasco dall’omonima opera di Primo Levi. Nella commossa accoglienza della platea si può leggere il successo di una messinscena essenziale e che fugge l’emozione facile. ‘Se questo è un uomo’ va avanti per quadri. Schegge di teatro che arrivano in platea con lo stesso sferzante impeto col quale un kapò scarica colpi di cinta ai piedi di uomini ridotti alla caricatura di sé stessi. L’insieme di queste schegge delinea qualcosa di simile ad una cerimonia per gesto e parola. Si pensi ad una ‘partitura religiosa’ che suoni a invocazione non di Dei latitanti e pieni d’arroganza  bensì di un’idea liberatoria d’Infinito nella quale chiunque può riconoscersi e scovare una dimensione salvifica e universale del buon senso. Ci può stare, allora, che a queste condizioni lo spettatore abbandoni il teatro in una condizione di spirito profondamente diversa da quella con cui nello stesso luogo ha messo piede. Una condizione di turbamento cui non è estraneo un vago senso di colpa. Anche l’Italia contribuì all’Olocausto, prima approvando le leggi razziali, poi rastrellando ‘colpevoli’ da consegnare al carnefice tedesco. E durante la guerra ad Alberobello l’ex masseria Gigante, altrimenti nota come la Casa Rossa, funzionò come campo d’internamento e smistamento per ebrei. E quanti a Bari vorrebbero vedere applicate misure estreme per rom, omosessuali, ospiti del Cara… ’Se questo è un uomo’ va oltre il concetto di spettacolo e centra il bersaglio. Meritati gli applausi a Vasco, accompagnato in scena da Enzo Strippoli, Loris Leoci, Antonio Marzolla, Barbara Grilli, Domenico Piscopo, Vito Pasqualicchio e, sorpresa per molti,  Nicola Loiacono (proprio lui, il ‘Ludovico’ de Le battagliere). In cabina di regia solita puntualità di Gino Spadaro.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 4 Giugno 2014

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