Cultura e Spettacoli

Piccoli e temibili, i fiumi del tarantino

A scuola, quando si parla di fiumi italiani, insegnano che la regione più povera da questo punto di vista è la Puglia, con la sola eccezione del malridotto Ofanto e di qualche altro mediocre corso d’acqua del foggiano. Poi arriva il maltempo e immagini impietose ti gettano in viso una realtà snobbata : fiumi scorrono persino nel tarantino. Così, un qualunque fiume Lato balza, e nel modo più triste, agli onori della cronaca. Ma chi è questo Carneade dell’orografia nostrana? Se non fosse che alla sua foce sono stati rinvenuti reperti romani e magno-greci e che nello stesso punto si leva un’antica e malridotta torre d’avvistamento  (Torre Lato), costruita dagli spagnoli nel Seicento per vigilare contro la minaccia saracena, nessuno si ricorderebbe di questo brevissimo fiume carsico la cui portata si arricchisce delle acque piovane che scendono dalle gravine dei territori di Laterza, Castellaneta e Palagianello, prima di sfociare nello Jonio scorrendo per cinque chilometri nel territorio di Palagianello. A vederlo in questi giorni fa paura. Quando invece non è sul piede di guerra, il Lato è una specie di paradiso terrestre per la ricchissima vegetazione da cui è avvolto e al cui interno trova rifugio una assai variegata fauna. Dal punto di vista naturalistico la parte più interessante del fiume è la foce, oggetto di visite guidate rese possibili dalla presenza di un sentiero costruito con grande rispetto per l’ambiente (la passeggiata consente di attraversare la riserva naturale biogenetica Stornara e il bosco Romanazzi dove specie dominanti sono il pino d’Aleppo e la macchia mediterranea). Ma proprio la foce è al centro di una polemica tra i biologi del progetto Goletta Verde e i tecnici dell’Arpa Puglia. I primi sostengono essere il sito inquinato per “carica batterica al di sopra dei valori consentiti dalla Legge”, i secondi si sono espressi contrariamente. Comunque, nel sito la balneazione è vietata. E visto che siamo in tema di minacce, un secondo pericolo in questo sito sarebbe rappresentato dall’alta presenza di cinghiali. Come si sa, questa specie, reintrodotta una ventina d’anni fa nel nostro territorio, si è ambientata con una velocità superiore a qualunque aspettativa. Il che si è tradotto in un danno non solo per le coltivazioni ma pure per chi in campagna lavora o per svago percorre tratturi. La proliferazione dei branchi anche lungo le rive del Lato sta sollevando un ulteriore allarme : E se i cinghiali dovessero richiamare i lupi, altra specie che si cerca di reintrodurre in Puglia? Ma gli scettici minimizzano : Alla foce del Lato né cinghiali, né lupi possono mettere a repentaglio l’incolumità di chicchessia. Piuttosto ci si guardi dai branchi di cani inselvatichiti, sempre più folti e aggressivi.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 12 Ottobre 2013

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