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Policlinico, ecco cosa fare se manca l’infermiere….

La storia è davvero vecchia, ma non cambia mai: infermieri abusivi, o meglio assistenti per degenti prezzolati che s’intrufolano nelle corsie, di notte, spesso senza spiccicare una parola in italiano. Facile scoprirlo a Bari, dove al Policlinico Consorziale, secondo ospedale del Mezzogiorno, può capitare di imbattersi durante la notte in persone che, senza nessun permesso, assistono gli ammalati. Il loro compito principale, in fondo, è quello di pigiare il campanello in caso di emergenza e possono contare sul silenzio di caposala e infermieri autentici che chiudono un occhio. O magari tutti e due, specie di notte. Sanità pubblica ed ospedali ogni giorno più sprofondati, dunque, costretti a combattere una guerra impari coi problemi più disparati, grandi e piccoli, che non sono soltanto liste d’attesa o archivi fatiscenti, ma anche i furti e le infezioni nelle corsie, i viali sporchi, i rumori e i gas di scarico delle auto che circolano o parcheggiano all’interno degli ospedali senza permesso. Ed ora scopriamo anche gli infermieri fai-da-te, personaggi improvvisati che non spesso, come detto, non conoscono manco la nostra lingua ed assistono i malati preferibilmente durante le ore notturne, ma qualche volte anche durante la giornata, mischiandosi coi parenti. Episodi strani al limite della legalità, anzi, da Codice Penale. Episodi che non sembrano veri a chi vive lontano dal cinismo mestierante di medici e infermieri o dal dolore dei parenti che s’incrociano in reparti e corsie. E così al Policlinico di Bari succede che di notte strani personaggi, perlopiù extracomunitari controllati da qualcuno ben agganciato, si facciano pagare fior di quattrini dai parenti per assistere e vegliare degenti anziani. I quali, appunto, hanno bisogno di cura e assistenza continua. C’è chi contatta i parenti di turno dell’anziano ricoverato nel reparto, giocando sullo stato di necessità, proponendo loro per l’assistenza notturna (quando la carenza di personale e l’eventuale ritardo nei soccorsi potrebbe giocare brutti scherzi) cittadini stranieri, che, però, costano  dai 100 ai 150 euro a notte. A denunciare i fatti al nostro giornale in maniera circostanziata, tempo fa, un parente stufo di essere chiamato al telefonino cellulare per non aver potuto saldare in tempo il pagamento di una notte di assistenza al padre anziano. Ma possibile che al Policlinico di Bari succedano certe cose nell’indifferenza più totale? “Guardi, la verità è che purtroppo la carenza cronica di infermieri convince qualche medico o primario a chiudere un occhio, anche se nessuno si fida di questi infermieri notturni improvvisati. Un motivo in più per provvedere con urgenza alle nuove assunzioni”, spiega un sindacalista che però preferisce mantenere l’anonimato. Ancora più abbottonati nella palazzina amministrativa dell’Azienda Policlinico Consorziale al piano rialzato a Piazza Giulio Cesare. “Certo che conosciamo questo fenomeno in qualche reparto, ma non abbiamo ritenuto di inoltrare formale denuncia alle autorità competenti per il semplice fatto che in realtà sono i parenti che chiedono l’assistenza notturna, senza stare a sottilizzare troppo se poi chi la fa è competente, oppure no. Anzi, per favore lo scriva che certe cose accadono proprio per colpa dei parenti che, pagando, pretendono di avere sempre ragione. Noi che c’entriamo?” Già, cosa c’entrano i vertici di piazza Giulio Cesare (che intanto hanno impartito disposizioni severe e soprattutto sanzioni ancora più severe se qualche dipendente del Policlinico rilascia dichiarazioni alla stampa senza sua autorizzazione preventiva) se in un Ospedale Pubblico d’eccellenza, di notte, al capezzale di un malato cronico c’è un cittadino extracomunitario, magari senza permesso di soggiorno, a prestare  assistenza e vegliare? Che c’entrano le autorità amministrative? In fondo è sempre più difficile trovare un infermiere di turno “vero”, e se lo chiami di notte inutilmente lui s’arrabbia, minacciando di lasciare la luce accesa per tutta la notte. Così imparano, quei rompiscatole degli ammalati…

 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 28 Marzo 2013

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