Cronaca

Primarie: rapporti di forza ribaltati nel Pd pugliese

 

Alle primarie di un anno fa, quando il Pd doveva scegliere il leader da indicare come candidato alla poltrona di Presidente del consiglio dei ministri della coalizioni di centrosinistra per le politiche dello scorso fine febbraio, in Puglia Matteo Renzi si fermò al 37% dei consensi contro Pierluigi Bersani che ottenne ben il 63% dei voti validi. Allora, in Puglia, erano in pochi a sostenere il sindaco di Firenze contro le corazzate tradizionali del Pd, che erano quasi tutte impegnate a dar manforte alla candidatura a premier di Bersani. Esattamente un anno dopo, nella corsa per la conquista della segreteria nazionale, i rapporti di forza nel Pd pugliese sono stati ribaltati a favore del Primo cittadino del capoluogo della Toscana che ha ottenuto oltre il 58% dei suffragi nelle primarie di domenica scorsa, sbaragliando i due concorrenti, Gianni Cuperlo e Pippo Civati, che in Puglia si sono fermati rispettivamente al 25,82% uno ed al 15,83% l’altro. A far pendere, questa volta in Puglia, la bilancia dalla parte di Renzi è stata una parte del vecchio schieramento che nel 2012 sosteneva Bersani e che domenica scorsa invece ha cambiato verso, sostenendo il giovane sindaco di Firenze alla segreteria del partito. E tra i primi che nel Pd pugliese, a distanza di appena un anno, hanno cambiato rotta di 180 gradi compare il presidente regionale del partito, Michele Emiliano, che in passato era stato fra quelli che aveva criticato di più Renzi nella corsa per Palazzo Chigi. Ora, invece, è lo stesso Emiliano che stranamente si è persino battuto con metodi discutibili, come ha dichiarato polemicamente Massimo D’Alema, sponsor nazionale di Cuperlo, per far vincere Renzi nelle primarie per scegliere il segretario politico nazionale del Pd. Una battaglia che alla fine a dato i suoi frutti, perché il sindaco di Firenze, oltre a vincere in Puglia, ha vinto anche a Bari città con una percentuale del 63%, che supera di quasi 5 punti la media regionale, e in provincia con una media del 59,2% che è leggermente superiore ad dato medio registrato in tutta la regione. Però, alla luce di questi dati, rileva qualcuno degli addetti ai lavori, occorrerà ora vedere se la vittoria pugliese, e barese in particolare, di Renzi sarà vera e duratura gloria oppure risulterà un’altra vittoria di Pirro per il Pd locale, se anche alle prossime politiche continuerà a registrare in Puglia, ed in particolar modo in Terra di Bari, un risultato tra i peggiori d’Italia, come è accaduto lo scorso febbraio. Infatti, che Renzi abbia vinto alle primarie nel capoluogo pugliese e in tutte le sei provincie della regione è un dato comune a tutte le altre parti della penisola. Ciò che invece potrebbe significativamente caratterizzare l’effettivo cambiamento di tendenza per il Pd pugliese sarà il dato che emergerà dalle urne alle future elezioni politiche, perché in passato il centrosinistra in Puglia le politiche le ha sempre perse negli ultimi vent’anni, persino quando, negli ultimi dieci  anni, ha vinto le più importanti competizioni elettorali locali, amministrative e regionali comprese. La vera partita, quindi, per il Pd pugliese non è stata di certo quella che si è giocata domenica scorsa tra le diverse anime interne al partito, quando molti esponenti locali, a cominciare dal Primo cittadino di Bari, nonché presidente regionale del Pd, avendo intuito l’ondata di inevitabile novità che spirava all’interno del partito, si sono riposizionati su Renzi per mantenersi comunque a galla su un magma politico in continuo scivolamento verso il basso. Infatti, la prova vera per il Pd pugliese non è certo quella delle “mummie” che sono riuscite a conservare una posizione di visibilità politica nel partito, o riusciranno ancora in futuro, grazie al riposizionamento col vincitore delle primarie, a mantenere forse anche ruoli nelle istituzioni, ma la vera scommessa è se, con la vittoria di Renzi in Puglia, il Pd riuscirà a diventare a tutti gli effetti un partito credibile per la maggioranza degli elettori locali anche alle politiche e non soltanto alle amministrative, dove spesso il risultato positivo conseguito è attribuibile più ai demeriti degli avversari che a meriti propri dei vincitori. E finora, infatti, i dati elettorali molto spesso hanno confermato questo. La sfida per il Pd pugliese dell’era renziana sarà sicuramente quella di dimostrare che il partito non è uno strumento al servizio delle ambizioni e degli arrivismi individuali, come è stato finora. Ma è invece diventato un soggetto politico in grado di progettare il rilancio economico e sociale di una comunità e non quello di strumento per garantire l’arricchimento di alcuni a discapito di altri, al fine di supportare meglio talune scalate politiche e di potere o tornaconti personali di altra e diversa natura. Al momento, però, appare difficile poter intravedere effettivi e concreti cambiamenti nel Pd locale, se una parte di quelli che hanno fatto vincere Renzi in Puglia sono gli stessi che in precedenza avevano fatto vincere Bersani e quelli che oggi risultano gli sconfitti delle recenti primarie. Da non dimenticare che chi, come il sindaco Emiliano, oggi canta vittoria per il dato pugliese di Renzi, in passato ha guidato il Pd regionale e sappiamo tutti con quali risultati. Ma, soprattutto, con quali e quante contraddizioni. Per cui sperare che il cambio di verso del Pd in Puglia possa avvenire ad opera degli stessi esponenti pugliesi del partito sembra piuttosto improbabile. A meno che non sarà il vincitore stesso delle recenti primarie, Renzi per l’appunto, che consapevole delle condizioni in cui versa il Pd pugliese, vorrà dare una svolta effettiva al partito cominciando la selezione dei “rottami” del Pd proprio tra coloro che, volendo rappresentare velleitariamente il nuovo, sono invece quelli che più di altri incarnano l’antico. Un antico che per lo meno non aveva la pretesa di essere il meglio del partito, né di dare in politica lezioni di etica e morale a chi non la pensava diversamente. Salvo a vedere, per questi ultimi, chi l’etica e la morale debba, poi, effettivamente insegnarla a loro. E nel Pd pugliese per questo aspetto Renzi, ora che ha vinto, avrebbe sicuramente tanto da fare.  

 

Giuseppe Palella    


Pubblicato il 10 Dicembre 2013

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