Residenze per anziani: “Primo nemico da combattere? La burocrazia”

Residenze per anziani, una guerra già persa senza nemmeno firmare un armistizio. “Un settore letteralmente in ginocchio a causa d’una burocrazia farraginosa che ha già provocato la chiusura –in alcuni casi il fallimento- di numerose piccole strutture: per avviare un dialogo costruttivo sulle criticità delle Residenze socio-sanitarie pugliesi ho richiesto l’audizione tenuta in Commissione Sanità delle associazioni di categoria, dell’assessore Palese e del capo dipartimento Montanaro”, attacca il consigliere regionale delegato all’Urbanistica, Stefano Lacatena, dopo le audizioni di ieri che ha richiesto per affrontare, appunto, i problemi delle Rsa. Lacatena in sostanza ha raccolto il grido di dolore dei rappresentanti delle strutture che hanno lanciato un allarme chiaro: con questa burocrazia, in assenza di cambio di rotta, si rischia la “desertificazione del servizio sul territorio”. Questo perché -giova ribadirlo – non esistono, in Puglia, residenze pubbliche e, dunque, si tratta d’un servizio erogato esclusivamente dai privati accreditati: venuti meno loro, si pone il problema di come e dove assistere gli anziani ospiti. Il procedimento per la contrattualizzazione è un percorso a ostacoli, tale da compromettere la sostenibilità dell’attività del privato e su questo noi chiederemo alla Giunta di adottare provvedimenti seri e incisivi. C’è anche il nodo dell’Iva per le cooperative sociali, che viene ricompresa nella quota delle prestazioni Lea, riducendo ulteriormente gli introiti per i gestori. Infine, ma non ultimo, c’è l’obbligo di dimostrare l’effettiva assunzione del personale contestualmente al provvedimento di autorizzazione. “Una circostanza illogica ed economicamente insostenibile -insiste il consigliere forzista – poiché si obbliga il gestore a uno sforzo finanziario straordinario prima ancora che sia iniziata la sua attività, ragion per cui abbiamo posto il primo mattone del dialogo, assicurando di mantenere alta l’attenzione finquando non ci saranno provvedimenti in grado di recepire istanze di buonsenso come quelle rappresentate in Commissione. Il prossimo appuntamento è tra quindici giorni per un aggiornamento, come concordato con il presidente di Commissione Vizzino”. Dunque, ancora accesi i riflettori sulle residenze sanitarie per anziani in Puglia e in particolare nelle province di Bari, Lecce e Foggia. Ma più in generale, se nel 25% delle Rsa italiane ci sono gravi irregolarità, non sarebbe il caso di istituire una volta per tutte – e in tempi rapidissimi – un “”Tavolo Permanente”” composto da figure competenti e con qualificata esperienza nel settore, che elabori un piano strategico atto a riorganizzare il sistema e conseguentemente requisiti organizzativi, tecnologici e strutturali, partendo magari dalla regione Puglia e rendendolo omogeneo in tutta Italia? Sarebbe vantaggioso, come hanno già avuto modo di chiarire gli addetti ai lavori  e tutte le associazioni di categoria ne sarebbero liete. Proviamo a immaginare come sarebbe virtuoso prevedere – ad esempio – un sistema di accreditamento e tariffe uguali per tutti, semmai comprendendo nella tariffa stessa anche le spese per protesica e visite specialistiche. Senza mai dimenticare che le Rsa sono in prima linea da sempre nella lotta contro le patologie neurdegenerative, psichiatriche e disabilità, per alleviare i drammi delle famiglie. Solo per la malattia di Alzheimer contiamo in Italia 144 casi al giorno (dati Censis), uno ogni 10 minuti… le depressioni sono in costante aumento e a livello mondiale la cosiddetta “Silver Economy” rappresenta la terza economia. Pertanto, come hanno capito in via Gentile alla Regione Puglia, occorre dare forza al settore, sostenere gestori in regola e i lavoratori attraverso l’appropriatezza di interventi soprattutto normativi che, se ben pianificati, diventano una risorsa importante.

Francesco De Martino