Cronaca

Retrocessi e arrabbiati: in rivolta i dipendenti Innovapuglia dopo l’ultima modifica al contratto

 

Ferri corti tra rappresentanti sindacali e dei lavoratori da una parte e quelli delle società a partecipazione regionale dall’altra dopo che si sono concluse le consultazioni, appunto, su Innova Puglia, ex fiore all’occhiello della Regione Puglia. A tirare fuori gli artigli –come detto – sindacati e lavoratori che hanno duramente bocciato l’accordo imposto dall’amministrazione uscente per modificare il contratto integrativo. E’ presto per dire cosa accadrà, visto che non sono ancora chiare le motivazioni che hanno indotto il Presidente di Innovapuglia Pasquale Chieco, docente di diritto del Lavoro, avvocato e già capoarea di fiducia di Nichi Vendola, per la seconda volta presidente di InnovaPuglia  a proporre, in un clima di incertezza normativa sulle società controllate  e sulle partecipate regionali, una modifica del contratto integrativo aziendale. Una modifica che però, pur in assenza di condizioni critiche o di crisi aziendali, produce una retrocessione ad un livello più basso a  circa quaranta su centottanta dipendenti e una inaccettabile ‘forbice’ sulle retribuzioni tra i vecchi e i nuovi dipendenti. Normale la guerra scoppiata dopo la mano pesante del presdente, specie di fonte a richieste e sollecitazioni delle organizzazioni sindacali, che hanno cercato di ripristinare, come si dice, “… una fertile dinamica nelle progressioni di carriera, bloccate in InnovaPuglia  da oltre quindici anni”, confida un dipendente. Progressioni ferme addirittura dai tempi di Tecnopolis scrl e nonostante le alte professionalità dei dipendenti, provenienti da  attività di ricerca e sviluppo e oggi in gran parte adibiti ad offrire supporto agli uffici regionali, e sostanzialmente riconvertiti a svolgere attività di servizi ICT per l’amministrazione regionale, il CdA ed il Presidente Chieco hanno preferito innalzare –come già capitato altre volte in passato- il loro muro. In sostanza, hanno lasciato  prima che si amplificasse il ricorso alle vertenze legali  e successivamente che si accettasse un nuovo sistema di inquadramento, contenuto in questa ipotesi di accordo, tutto teso ad annullare l’originalità, la specificità e la qualità delle declaratorie e dei ruoli professionali dei dipendenti schiacciandoli sul CCNL dei metalmeccanici. Ma andiamo al sodo: questa ipotesi di accordo è stato nelle giornate di lunedì e martedì  sottoposto al voto dei lavoratori dalla rappresentanza sindacale aziendale  e, colpo di scena, I dipendenti,  al referendum obbligatorio per le modifiche contrattuali integrative, hanno detto ‘no’, in modo compatto! Dimessasi la rappresentanza sindacale interna,  che ha fatto giusto in tempo a sottoscrivere un impegno  teso a una definitiva stabilizzazione di 10 dipendenti a tempo indeterminato, viene annunciata la procedura di disdetta unilaterale degli accordi integrativi vigenti. Quasi come reazione alla Presidenza Chieco, questa grave decisione di dare disdetta unilateralmente agli accordi sindacali che regolano attualmente i rapporti di lavoro del personale Innovapuglia (ex tecnopolis ed ex finpuglia) rischia di creare una frattura tra sindacati e lavoratori e  l’amministrazione di innovapuglia che resta sempre una società sotto il totale controllo amministrativo e politico della regione puglia. In effetti, anche se nessuno vuole ammetterlo, si rischia di annullare il lungo lavoro di ricucitura funzionale che l’amministrazione Vendola di centrosinistra  in questi 10 anni di governo ha fatto con sostanziale condivisione e con il positivo riconoscimento delle parti sociali e dei lavoratori stessi di Tecnopolis.

 Francesco De Martino

 

 


Pubblicato il 4 Aprile 2015

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