Cronaca

Ruderi, smog e bonifiche a metà….non cambia il volto di questa povera Città

Ad oltre una settimana di distanza dall’invio della lettera aperta, in cui il Wwf invitava tutti i candidati in corsa per la carica di sindaco ad argomentare concretamente sulle problematiche ambientali, non avendo ovviamente ricevuto alcuna manifestazione di interesse – ad eccezione del coordinamento di convochiamociperBari – gli attivisti e i soci del WWF Bari sono stati costretti a prendere atto della scarsa attenzione e sensibilità mostrata dai candidati sindaco baresi verso le tematiche ambientali. E di conseguenza rivolgono un appello agli elettori baresi affinché la loro espressione di voto tenga conto di questa indifferenza. In questo periodo di crisi economica, difatti, c’è da essere preoccupati del fatto che la natura che ci circonda venga per un’ennesima volta vista come un bene sacrificabile per far ripartire l’economia, senza tenere minimamente conto di quanto sia stata martoriata fino a oggi. Ecco allora che gli attivisti baresi del Wwf tornano su quelle che sono, a loro avviso, le principali problematiche alle quali chiedono venga data una risposta rapida. E come non cominciare, in una città come Bari, dalla tutela, gestione e realizzazione del “Verde Pubblico” con piani d’azione che prevedano l’inserimento di essenze che preservino e valorizzino la biodiversità autoctona, attraverso l’adozione di un apposito Piano del Verde e del Regolamento del Verde Pubblico? Come sorvolare sulla realizzazione di nuovi parchi, sia centrali che periferici e la conversione a essi di aree dismesse (es.: ex Fibronit, Caserma Rossani e Gasometro) con la conservazione del giardino monumentale di piazza Umberto e la recinzione con videosorveglianza di tutti i giardini per preservarli dal vandalismo notturno? Perseguire l’obiettivo: consumo del suolo “zero”, prevedendo che il piano paesistico comunale contenga obiettivi chiari e misurabili di riduzione progressiva e significativa del consumo del suolo anche attraverso il recupero di tutte le strutture e manufatti abbandonati sia pubblici che privati (es.: Ex Gaslini, Ex Manifattura Tabacchi, Ex Comando Polizia Municipale, Ex istituto nautico “Caracciolo”, Villa Roth, i capannoni della zona industriale, ecc.) Il cantiere di Marisabella, secondo il Wwf-Bari inutile scempio ambientale, che avrà ripercussioni gravissime sul clima, l’idrogeologia e il paesaggio della città. Ma occorrerebbero risposte serie anche sulla progressiva conversione della copertura di parcheggi e del suolo pubblico e privato in materiale permeabile per la riduzione dell’effetto “isola di calore” e per favorire l’assorbimento delle acque meteoriche. Recupero delle acque piovane per il lavaggio stradale, irrigazione verde urbano e altre pubbliche utilità. Ci sarebbe da parlare –e parecchio…- sull’adozione di pannelli solari e, ove possibile, del mini eolico su tutti gli edifici pubblici, con la progressiva conversione dell’illuminazione pubblica, compresa quella semaforica, a un sistema a basso consumo di ultima generazione. Utilizzare colonnine di ricarica per le auto elettriche a energia certificata “verde”, perché il problema dell’inquinamento non sarebbe risolto, ma sarebbe solo spostato dal centro città alle centrali a carbone e fonti fossili in periferia, ma anche prevenire il dissesto idrogeologico e attraverso progetti per la conservazione delle numerose lame che solcano il territorio barese e la riduzione delle emissioni di CO2 e dell’inquinamento sonoro dovuti al traffico e all’attività industriale prevedendo il raggiungimento di obiettivi specifici sarebbero obiettivi in una metropoli normale. Non a Bari, dove non esiste un sistema di premialità per i cittadini virtuosi che producono meno e differenziano i rifiuti, chiarendo una volta per tutte quali sistemi di conferimento e riciclaggio s’intendono adottare, con proposte concrete per favorire il rispetto della pulizia e del decoro della città da parte dei cittadini. Chissà cosa avrebbero risposto i candidati sindaco sui ritardi per la risoluzione del problema della condotta Matteotti (Pane e Pomodoro) e dei cattivi odori provenienti dai depuratori, ma anche sul recupero e messa in sicurezza del sistema costiero, ma senza comprometterne le caratteristiche naturali. E Antonio Decaro? Cosa avrebbe risposto al Wwf sulla necessità di ripensare la viabilità cittadina, i parcheggi periferici e il potenziamento del trasporto pubblico come precondizione necessaria al recupero della vivibilità cittadina? E sull’integrazione con piste ciclabili delimitate da indicatori e dissuasori, come quelli adottati a Barcellona in via Carrer de la Marina, riduzione del limite di velocità a 30 Km e realizzazione di un ampio parcheggio bici in prossimità della stazione centrale e collocazione di rastrelliere tipo “alto” nelle vicinanze di tutti gli enti ed esercizi pubblici in primis e in seguito distribuite nella città? Tutte domande senza risposte a soci e attivisti del WWF Bari, ma senza risposte anche a quei cittadini innamorati di una città solo a parole ambientalista ed ecosostenibile….

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 24 Maggio 2014

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio