Cultura e Spettacoli

Se muri a secco e fabbricati rustici potessero parlare…

Il tratto di costa pugliese affacciato sul Canale d’Otranto si presenta particolarmente  ricco di torri d’avvistamento erette nel Cinquecento dagli Spagnoli per fronteggiare l’insidia saracena. Per lo più esse prendono nome dalle località in cui sorgono, quando non da Santi, leggende, feudi o da segni caratteristici del territorio. E’ quest’ultimo il caso di tre torri che nel toponimo condividono la parola ‘specchia’ : Torre Specchiolla (Casalabate, località costiera nel territorio di Squinzano), Torre Specchia di Guardia (Santa Cesarea Terme) e Torre Specchia Grande (Corsano). Premesso che a questo toponimo corrisponde anche un piccolo comune salentino prossimo a Santa Maria di Leuca e che Specchia Tarantina è una frazione di Martina Franca, per ‘specchia si intende un manufatto megalitico tipico della Puglia consistente in un cumulo conico di lastre calcaree. Sono 18 nel territorio di Ceglie Messapica, dieci in quello di Villa Castelli ; altre sono distribuite nei territori di Cisternino, Fasano (frazione di Montalbano) e Francavilla Fontana. Diverse specchie sono presenti anche nel territorio di Oria. Nel Salento meridionale sono numerose nell’area tra Martano, Ugento, Cavallino e Presicce. Sull’origine delle specchie gli studiosi, al solito, si dividono. Una scuola di pensiero vuole vedere in questi cumuli conici rudimentali postazioni di vedetta, oppure are sacrificali. Altro orientamento non esclude che in cima alle specchie lingue di fuoco a notte e di fumo il giorno svolgessero una funzione cultuale o segnalassero ai confinanti Peucezi l’inizio della terra dei Messapi. Un’ipotesi suggestiva considera l’idea di  monumenti funebri in onore di grandi personaggi, una di quelle cose che crescevano un poco alla volta a misura che i viandanti, passando di lì, onoravano l’eroe depositando un sasso sul suo sepolcro. Ma simili accumuli dovevano essere frutto di centinaia d’anni d’ininterrotta devozione verso un re, un guerriero. Possibile, allora, che non sia rimasta traccia nemmeno orale di tanta figura? E la regolarità sia del perimetro esterno che dell’inclinazione delle specchie esclude la tesi del crollo, tanto del fortilizio quanto della ‘torre di condensazione’, struttura primitiva destinata a raccogliere l’acqua presente nell’aria sfruttando la diversità di temperatura fra notte e giorno. Più probabilmente, allora, quelli erano cumuli composti da pietre di risulta, cioè provenienti dal dissodamento dei terreni destinati alla coltivazione o al pascolo. Tornando alle tre torri di cui in apertura viene da pensare che il materiale con cui vennero erette sia stato ricavato dallo smantellamento di vicine specchie. Un tempo le specchie dovevano essere ben più numerose in Puglia. Che fine hanno fatto quelle pietre ? Se muri a secco e fabbricati rustici potessero parlare…

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 2 Aprile 2022

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