Cronaca

Slitta a luglio il processo per abuso e peculato alla Poli Bortone

E’ cominciato ieri, dinanzi ai giudici leccesi, il processo all’ex sindaca di Lecce, nonché candidata alla presidenza della Regione Puglia, Adriana Poli Bortone. Aperto, ma subito rinviato a causa della mancata notifica della fissazione dell’udienza ad uno degli imputati, Massimo Buonerba, ex consulente giuridico dell’allora sindaca del capoluogo salentino, la cui assenza ha indotto il collegio della Seconda Sezione Penale presso il Tribunale di Lecce a rinviare tutto prima della pausa estiva e precisamente  al 10 luglio per affrontare, finalmente, le prime eccezioni preliminari. Bisogna dire che la candidata alla presidenza della Regione che ha rotto gli equilibri del centrodestra alle elezioni di maggio, ha presenziato all’avvio dell’udienza fino alla fine, senza scomporsi troppo, dinanzi al collegio presieduto dal giudice Roberto Tanisi, a cui toccherà rivedere la lunga vicenda dello scandalo dei palazzi di Via Brenta, sede del Tribunale civile di Lecce. L’ex primo cittadino è stato chiamato a rispondere di peculato e abuso d’ufficio, così come l’ex assessore comunale Ennio De Leo, l’ex consulente di Palazzo Carafa Massimo Buonerba, il tecnico Massimo Ricercato, il costruttore Pietro Guagnano, il funzionario comunale Giuseppe Naccarelli, i consulenti finanziari Vincenzo Gallo e Fabio Mungai. “Atti fraudolenti e dannosi”,  si legge negli atti allegati al voluminoso fascicolo processuale che dal 10 luglio, dunque, verrà vagliato dai giudici del collegio giudicante. Adriana Poli Bortone, che in verità nella prima fase processuale non era stata nemmeno ascoltata come testimone o persona informata sui fatti, pur essendo stata a capo dell’amministrazione nel periodo finito sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, è sicura che tutto verrà chiarito, anche perché l’accusa di peculato deriverebbe dal fatto che il Comune di Lecce avrebbe speso male il suo denaro correndo dietro a contratti gonfiati, non certo che la Poli Bortone se ne sarebbe appropriata, anche solo in parte. Da ricordare, però, che la stessa è anche stata condannata dalla Procura Regionale della Corte dei Conti “in via sussidiaria” per danno erariale alla restituzione di circa 99mila euro alle casse comunali se Massimo Buonerba, suo consulente e odierno imputato, non dovesse versare all’Erario la maggior somma (circa mezzo milione di euro) incassata nell’arco di cinque anni per una convenzione non solo inutile, ma anche dannosa per il Comune di Lecce. Ma tornando al processo che riprenderà tra due mesi, secondo l’ipotesi accusatoria già passata al vaglio del giudice dell’udienza preliminare Carlo Cazzella, che a gennaio scorso decise per il rinvio a giudizio degli otto imputati, la Poli avrebbe concorso “in maniera pienamente consapevole” a fatti illeciti relativi all’acquisto dei palazzi di via Brenta da parte del Comune, che sarebbe stata effettuata “in maniera non trasparente e solo apparentemente legale”. In effetti fu il Comune di Lecce guidato dalla Poli Bortone a decidere di trasformare il contratto di semplice locazione in un contratto di leasing assai più oneroso per l’Erario, con un canone di due milioni e mezzo l’anno per oltre venti anni e la bellezza di quasi 15 milioni di euro per il riscatto finale dei due immobili. Secondo l’impostazione accusatoria, in sostanza, quell’operazione finanziaria fu troppo costosa, senza il giusto ritorno economico per l’amministrazione municipale, a un prezzo superiore a quello di mercato. E due anni fa, infatti, il primo processo si concluse con la condanna per falso del dirigente comunale competente al Servizio Patrimonio e Contratti, non senza che il Giudice, insospettito da altri elementi poco chiari nella intricatissima vicenda, decidesse di trasmettere tutti gli atti del processo appena concluso alla Procura di Lecce. Ed ora a luglio comincerà il processo-bis sui palazzi di via Brenta a Lecce, con l’accusa di peculato e abuso d’ufficio e cioè reati contro la pubblica amministrazione, dai quali dovrà difendersi la candidata/presidente di Forza Italia Adriana Poli Bortone assieme ad altre sette persone, tra dirigenti, funzionari pubblici e imprenditori.

 

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Francesco De Martino


Pubblicato il 5 Maggio 2015

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