Cultura e Spettacoli

Tazio, a Bari a denti stretti

“Quando corre Nuvolari mette paura / perché il motore è feroce / mentre taglia ruggendo la pianura”… Così cantava Lucia Dalla. L’11 agosto 1953, all’età di 55 anni, a Mantova, si spegneva il più eroico pilota automobilistico di tutti i tempi. “Nuvolari è basso di statura… Nuvolari ha la maschera tagliente… di morire non gli importa niente”. Proprio così, Nuvolari era il coraggio, era l’ostinazione al volante. La sua guida era un connubio di incoscienza e genialità : era capace di mettersi al volante nelle più precarie condizioni fisiche e vincere adottando soluzioni tecniche innovative (fu lui ad inventare la ‘sbandata controllata’ con cui poteva affrontare qualunque curva decelerando il minimo possibile). L’uomo della strada lo adorava, identificandosi in lui senza sforzo : Nuvolari non era un corazziere, né bello come un divo da grande schermo, aveva perso due figli e non c’era gara in cui non gli capitasse un accidente. Ma lui vinceva lo stesso, a costo di arrivare al traguardo con i soli cerchioni (una volta gli successe davvero). Vinse tutto, correndo ovunque. Corse anche a Bari, quando nel capoluogo si disputava il Gran premio di Bari, una gara che si svolgeva su un circuito di 5,54 km  che si sviluppava in senso antiorario intorno al quartiere fieristico. Nuvolari partecipò alla seconda edizione, quella del 1948 ; fu la sua prima ed unica partecipazione al Gran Premio di Bari. La folla barese lo aspettava dall’anno precedente, quello inaugurale dell’evento ma proprio nella stessa giornata l’asso mantovano era impegnato in quel di Parma in una gara nella quale, tanto per non cambiare, giunse primo alla guida di una Ferrari 125 S. Nuvolari si presentò a Bari in condizioni fisiche imperfette. Resse sino al secondo giro, poi dovette cedere il volante al secondo pilota, Cortese. La sua Ferrari arrivò quarta. La ‘sconfitta’ era nell’aria. Nuvolari non stava bene già dall’anno prima, quando afflitto da seri problemi respiratori aveva preso parte alla Mille Miglia, nella quale si classificò secondo perdendo la testa della corsa solo sul rettilineo conclusivo. L’anno dopo, quella della sua partecipazione al Gran Premio di Bari, lo vide ancora partecipare alle Mille Miglia con una Ferrari 166 SC ; problemi meccanici lo costrinsero al ritiro. Il 10 aprile 1950 prendeva parte alla gara in salita Palermo-Monte Pellegrino, in Sicilia, su Cisitalia-Abarth 204A Sport Spider della Squadra Carlo Abarth. Ottenne la vittoria nella classe fino 1100 cm³. Fu la sua ultima gara. Nel 1952 venne colpito da un ictus che lo lasciò parzialmente paralizzato. Si spense l’anno dopo a causa di un secondo ictus. Il giorno del funerale la bara di Nuvolari fu adagiata sul telaio di un’auto sportiva dietro cui procedevano tre altri assi del volante : Ascari, Villoresi e Fangio. Fu sepolto con gli abiti che indossava sempre in corsa: un maglione giallo, pantaloni azzurri e gilet di pelle marrone.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 11 Agosto 2015

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