Cultura e Spettacoli

’Tricheco’, la maledizione in embrione?

C’è un braccio di mare al largo di Brindisi che i pescatori evitano : dicono porti sfortuna. La ragione? Su quel fondale, a una profondità di circa 75 metri, giace il relitto del più sfortunato sommergibile della storia della Regia Marina. Già all’atto del varo, avvenuto nel 1930, il Tricheco ebbe danni alla prua.  L’anno dopo si scontrò con un peschereccio, nel ’33 ebbe un incendio a bordo, nel ’34 fracassò un periscopio contro una gru nel porto di La Spezia. Con l’entrata in guerra l’unità si ‘distinse’ silurando per errore un altro sommergibile italiano, il Gemma, che andò a fondo con una trentina di uomini. Il calvario del Tricheco si concluse alle 17,30 del 18 marzo ’42, quando attaccato dal sommergibile britannico Upholder s’inabissò a due miglia da Brindisi ; nella tragedia si salvarono solo in undici. Perché tanto accanirsi della sorte contro il Tricheco? La storia della marina, civile o militare e non solo italiana, contempla numerosi casi di navi ‘iellate’. Per esempio l’Himenoa, una nave da carico scozzese varata nel 1892. Secondo i marinai che vi lavorarono le sue sventure nacquero con l’aver trasportato nel viaggio inaugurale un carico di ghiaia e pietrisco proveniente da un vecchio cimitero di Londra… Ancora più drammatica fu la vita del Great Eastern, un grande piroscafo della metà dell’Ottocento ; durante la sua costruzione due operai scomparvero ; quando la nave trentuno anni dopo venne demolita, negli scompartimenti stagni furono rinvenuti due scheletri… Venendo ai giorni nostri – i primi anni cinquanta – i guai della John N.Cobb e del Calpean Star, rispettivamente una nave da ricerca e un mercantile, sarebbero cominciati con l’uccisione avvenuta a bordo di due albatros… (è il caso di ricordare che nel suo ‘La ballata del vecchio marinaio’, Samuel Coleridge, poeta inglese nato nel 1772, riprende un’antica superstizione ancora oggi radicata fra la gente di mare e per la quale abbattere un albatro non può che portar male alla nave o all’equipaggio o a entrambi). Tornando al Tricheco, chissà cosa andò storto. Il fatto che l’unità abbia rimediato danni già all’atto del varo sembra segnalare una maledizione ‘in embrione’. La madrina, la donna della bottiglia, non portava bene? lo champagne non era champagne ma volgare spumante? il progettista del Tricheco era nato sotto una cattiva stella? uno iettatore al soldo dei nemici della Patria fece quello che fece…? Ci pare troppo poco per giustificare così tante sciagure. Volendo creder a certe cose, qualcosa deve essere accaduto durante la costruzione. Semplificando, è possibile che per una di quelle inspiegabili e incredibili combinazioni da cui trae origine il Bene come il Male, più uomini fra i tanti che concorsero alla costruzione del Tricheco abbiano scaricato inconsciamente energie negative nel corso del lavoro. Pensieri funesti e cattiva  disposizione d’animo possono dare vita a ‘forme pensiero’ anche potentissime.  Se il Tricheco si ‘impregnò’ di vibrazioni rovinose già dal primo giro di bullone non poteva che andare incontro alla rovina.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 4 Luglio 2014

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