Cultura e Spettacoli

Valentino Mazzola, sogno biancorosso

Sovrintendendo a tutto, il caso ha il suo peso anche nel mondo del calcio. E che peso. Per un nonnulla si vince un campionato, sfuma un coppa, si retrocede. E ancora per una serie di banali combinazioni un talento delude, mentre un brocco esplode. E i trasferimenti da una società all’altra? In caso d’incertezza sono le cose di minor conto a stabilire se un giocatore vestirà quella casacca invece di quell’altra. Una cosa, questa, poco determinante se si parla di giocatori comuni. Ma se di mezzo c’è la classe pura, allora sì che una società decolla e l’altra resta al palo. E’ quest’ultimo il caso di Valentino Mazzola e dell’A.S.Bari. Chi l’avrebbe mai detto. Perché poco è mancato che l’uomo destinato a diventare la stella del calcio granata e tricolore non indossasse la maglia biancorossa. Tutto comincia nel 1939, quando un giovanissimo Mazzola deve abbandonare la squadra dell’Alfa Romeo (che comunque resta proprietaria del cartellino) per prestare servizio militare a Venezia. Durante il servizio militare prende parte a diverse gare della squadra del Comando della Marina mettendosi in luce. Notato da alcuni osservatori del Venezia che milita in serie A, viene ingaggiato dalla società nero-verde con la formula del prestito. A campionato finito (il Venezia si è salvato alla penultima giornata battendo proprio il Bari per 2-1 col decisivo goal del Nostro, Mazzola si ritrova vincolato al Bari. E’ un successo del Presidente biancorosso Patarino che, dietro segnalazione di un conoscente che fa il marittimo a Venezia (erano proprio altri tempi), ha acquistato il cartellino del calciatore dall’Alfa Romeo per 150mila lire. Ma il Venezia si appella alla Federazione Calcistica e contesta il trasferimento : per giocare in biancorosso occorre che Mazzola, il quale sta prestando servizio di leva nella Regia Marina, ottenga dalle autorità militari il trasferimento a Bari. La faccenda si fa delicata e va per le lunghe. Intanto si arriva all’inizio del nuovo campionato e la situazione non si è ancora sbloccata. Nella generale incertezza generata dal clima di guerra, Mazzola ritorna in campo ancora nelle file del Venezia. A questo punto la battaglia fra le due società da legale si fa politica. Inizia il braccio di ferro fra dirigenti baresi e dirigenti veneziani, i quali da posizioni diverse premono sull’autorità militare. Alla fine la spuntano i veneti, evidentemente meglio introdotti fra le alte sfere del Partito. Così, Valentino Mazzola rimane al Venezia, che si salva e vince anche la Coppa Italia, mentre il Bari retrocede in serie B. Nell’estate del ’42, ormai maturato come calciatore, Mazzola passa al Torino ed entra nella leggenda del calcio. Fosse venuto a Bari, chissà ora quale altra storia staremmo a raccontare.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 14 Agosto 2015

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