Cultura e Spettacoli

Vespe, chi il Santo protettore?

Fosse il caldo, fosse la psicosi da fine del mondo o il risultato di tanto cinema all’insegna del catastrofismo, lo scorso anno di questi tempi in Europa si temette il diffondersi di una specie di vespa gigante che avrebbe raggiunto la nostra parte di  mondo viaggiando nascosta tra le partite di merce che giornalmente provengono  dall’Asia. Così non fu, per fortuna, dato che la puntura della  ‘Vespa Mandarinia, o calabrone gigante – arriva a misurare 55 mm. di lunghezza – è spesso letale (ma attenzione pure alla più rara e non meno insidiosa Melagara Garuda che viene dall’Indonesia). Tanto però fu sufficiente a far mente locale sul fatto che, al contrario delle api, le vespe si stanno diffondendo da noi. Specie invasiva, le vespe nidificano volentieri sotto le grondaie, negli incavi degli avvolgibili ; nei giardini invece scavano tane nel terreno. Il che ne fa una potente insidia con cui chiunque, dal passante al lavoratore o all’abitante in condominio può ritrovarsi a fare i conti. A maggio di quest’anno a Trani uomini dei Vigili del Fuoco e della Polizia locale sono stati impegnati nella rimozione di un enorme nido di vespe dal balcone di uno stabile all’angolo tra via Margherita di Borgogna e via San Gervasio (particolare curioso, ancora a Trani, due anni fa, si dovette ricorrere alla’rimozione forzata’ di un nido della stessa natura, questa volta all’interno del giardino di Palazzo Cinque Palme). Intanto, in un edificio scolastico del capoluogo, vespe in quantità temibile svolazzano intorno a due nidi costruiti all’interno di un’intercapedine. La faccenda è nota da tempo agli addetti ai lavori. Pare che la Dirigenza dell’Istituto abbia allertato i Vigili del Fuoco i      quali, a sopralluogo avvenuto, avrebbe dichiarato di non poter procedere all’opera di disinfestazione a causa di ‘ostacoli architettonici’ (un getto di veleno vaporizzato attraverso le fessure dell’intercapedine incriminata non assicurerebbe il buon esito dell’intervento). In altre parole, c’è prima da rimuovere un pannello in metallo. Ma ecco delinearsi il solito valzer delle competenze. Chi è autorizzato a mettere mano? Ovviamente la Provincia, proprietaria dell’immobile, Ente che immaginiamo già allertato. Eppure non si muove foglia. Chi ha esperienza di cose scolastiche si stringe nelle spalle e si appella ai Santi. Se la Provincia ci mette un anno per sostituire una maniglia o un rubinetto (e non parliamo di autoclave, ascensore e termosifoni), quelle vespe possono dormire sonni tranquilli. Meno male che all’incolumità degli studenti provvede San Nicola, notorio protettore di questa genia di monellacci.  Va’ a capire, poi, chi in Alto protegge Docenti e personale ATA.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 5 Luglio 2012

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio