Pane e quotidiano, Heinrich Böll
Il 21 dicembre 1917, a Colonia, viene alla luce Heinrich Böll. Figlio di Viktor, falegname con la passione delle sculture in legno e di Maria, discendente da una famiglia di birrai, Heinrich seguirà le orme dei genitori nella fede cattolica e nel pacifismo.Nel 1937 consegue la maturità e, per assecondare il fascino che i libri esercitano su di lui, trova lavoro come apprendista in una libreria. Nel 1939 scrive il suo primo romanzo, ‘Sul bordo della chiesa’, ma il regime nazista, che lui avversa visceralmente insieme alla sua famiglia, lo obbliga ad imbracciare le armi; così combatte per sei anni su vari fronti e finisce internato in un campo di concentramento americano, nel 1945. Tornato a Colonia devastata dai bombardamenti, tira a campare aiutando il fratello falegname, ma scrive e comincia a pubblicare; intanto riprende gli studi universitari. Nel 1949 pubblica ‘Il treno era in orario’. È accolto nel “Gruppo 47”, affermato consesso letterario, nell’ambito del quale vince un concorso con la satira “La pecora nera”.Negli anni che seguono Heinrich Boll entra nel pieno della maturità letteraria. Nel 1963 pubblica ‘Opinioni di un clown’, che riscuote un successo enorme e si colloca fra le sue opere principali. Nel 1971 assume la presidenza del PEN Club internazionale. Nel 1972 giunge il premio Nobel, e la sua vena artistica ha ancora molto da offrire. Ma in questi ultimi anni frappone all’attività letteraria un intenso impegno nei movimenti pacifisti. Si spegne all’età di 68 anni, nel 1985, in Westfalia, dove aveva ospitato il dissidente sovietico Alexander Solzhenitsyn. La sua opera è tutta incentrata sulla vicenda storica della sua Germania, non più disposta a subire regimi imperialistici e totalitari.
La mia musa
La mia musa sta sull’angolo della via
dà a ciascuno quasi per niente
ciò che io non voglio
quando è allegra
mi regala ciò che vorrei
rare volte l’ho vista allegra.
La mia musa è una suora
nella casa oscura
dietro doppie inferriate
mette presso il suo Diletto
una buona parola per me.
La mia musa lavora in fabbrica
quando ha finito di lavorare
vuol andare a ballare con me
ma io
non finisco mai di lavorare.
La mia musa è una vecchia
mi picchia sulle dita
strilla con bocca coriacea
è inutile matto
matto è inutile
La mia musa è una donna di casa
non biancheria
nell’armadio ha parole
Raramente ne apre le ante
e me ne porge una.
La mia musa ha la lebbra
come me
ci baciamo via la neve
dalle labbra
ci dichiariamo mondi
La mia musa è tedesca
non mi dà alcuna protezione
solo se mi bagno nel sangue del drago
mi posa la mano sul cuore
così resto invulnerabile
Meine Muse
Meine Muse steht an der Ecke
billig gibt sie jedermann
was ich nicht will
wenn sie fröhlich ist
schenkt sie mir was ich möchte
selten hab ich sie fröhlich gesehen.
Meine Muse ist eine Nonne
im dunklen Haus
hinter doppeltem Gitter
legt sie bei ihrem Geliebten
ein Wort für mich ein.
Meine Muse arbeitet in der Fabrik
wenn sie Feierabend hat
will sie mit mir tanzen gehen
Feierabend
ist für mich keine Zeit
Meine Muse ist alt
sie klopft mir auf die Finger
kreischt mit ledernem Mund
umsonst Narr
Narr umsonst
Meine Muse ist eine Hausfrau
nicht Leinen
Worte hat sie im Schrank
Selten öffnet sie die Türen
und gibt mir eins aus.
Meine Muse hat Aussatz
wie ich
wir küssen einander den Schnee
von den Lippen
erklären einander für rein
Meine Muse ist eine Deutsche
sie gibt keinen Schutz
nur wenn ich in Drachenblut bade
legt sie die Hand mir aufs Herz
so bleib ich verwundbar.
rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 21 Dicembre 2021