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Banca Popolare di Bari, l’ira dei sindacati: “Personale sotto tiro”

Sta accadendo ancora di tutto, a quanto pare, all’interno della Banca Popolare di Bari, nonostante processi, denunce accuse e contraccuse che l’hanno portata, purtroppo, sul banco degli imputati anche sui mass/media, su scala nazionale. Ora sarebbe la Direzione ‘Business’ che occupa nelle strutture strategiche (credito, personale, eccetera) i ruoli chiave a finire al centro del bersaglio. Anzi, fare l”asso pigliatutto’. In campo, a lanciare a ripetizione i loro dardi avvelenati, sono ora i rappresentanti sindacali del coordinamento Fabi–First/CISL – Fisa/CGIL – Uilca–Unisn per capire chi suggerisce soluzioni fin troppo discutibili, all’interno dell’istituto bancario e finanziario barese. Ciò che risulta incomprensibile a piene mani sono le scelte delle varie figure apicali, <<…distanti da competenza e esperienza negli ambiti di pertinenza>>, proprio quando – a livello governativo – si sforna un Ministero per premiare…il merito! Beh, alla Banca Popolare di Bari accade talvolta che certe nomine vengano prima effettuate e subito dopo rientrate, a conferma dell’incapacità di individuare profili professionali legittimati a ricoprire certi ruoli. Come stabilito da “policy/aziendali” e vigilanza e rasentando, chiosano ancora i sindacati, gli estremi di ‘violazione delle normative’. E allora, quante volte il personale BpB è stato accusato di non aver rispettato criteri di legalità? Quante volte la capogruppo s’è vantata di aver ripristinato la legalità e tagliato i ponti col passato? La realtà sembra proprio ben diversa e qualche esempio serve a confermare alcune contraddizioni ancora in piedi nella sede centrale di Corso Cavour, a cominciare dall’assunzione di ‘over/70’, mentre vengono esodati dipendenti in piena capacità lavorativa, anche di 57/58 anni, in contrasto con lo spirito degli accordi sottoscritti. Accordi che, tra l’altro, ancora oggi, non hanno trovato piena attuazione nella parte concernente gli oneri a carico della banca. E perchè non parlare dell’assunzione di risorse da altre banche con RAL elevate, mentre la platea di tutto il personale BPB paga il tributo della ROL. Sarebbe lecito domandarsi su quali presupposti e con quali prospettive menti così capaci atterrano alla Popolare barese, lasciando istituti di credito di livello internazionale. Senza parlare dei continui e ripetuti “accantonamenti” di personale, per il solo fine di dover far avanzare al loro posto qualche privilegiato “politico”. E non basta. Il ‘turnover’ dei capi-area e di altri responsabili, sempre secondo i sindacati, rasenta addirittura il ridicolo: vengono trasferiti dopo pochi mesi giusto magari il tempo di incassare e poi vengono sostituiti. Ormai è una proliferazione di ex responsabili che diventano risorse in Staff. Forse la banca dimentica che gli unici accantonamenti da fare sono quelli di bilancio, e non sul personale! Per il coordinamento sindacale Bpb la misura è colma e ciò che desta ancora maggiore preoccupazione, al di là delle scelte sui singoli, è l’assenza <<…di una visione prospettica che si evidenzia anche nella rotazione del personale in un continuo gioco delle tre carte. E cioè senza la consapevolezza, affermano i funzionari e bancari più anziani, che quello che non va è di natura strutturale e riguarda innanzitutto il modello distributivo, anche sottodimensionato>>. A conforto dei comunicati sindacali i numeri, rassegnati dall’azienda nell’incontro annuale, per esempio, di oltre 500 trasferimenti avvenuti in rete nell’anno 2021, a conferma dello stato di confusione. Ma in ballo ci sono anche scelte che mostrano la volontà del ‘top/management’ di provare a far funzionare la banca solo col filtro della “Direzione/Business” in un’ ottica di vendita spicciola, come se la gestione del personale si risolvesse solo nel gratificare/mortificare questa o quello a seconda di quanti prodotti ha venduto o lavorato. Come se un istituto come Banca Popolare di Bari non rappresenti un complesso organismo con anche una funzione sociale nei confronti dei territori sui quali insiste. Insomma, il quadro del coordinamento sindacale bancario è a tinte davvero fosche, con i vertici formati da referenti della vecchia gestione ante-commissariamento, unitamente ai nuovi ingressi. <<Ciò non porterà nulla di buono: competenze, autorevolezza, capacità, garanzie, tutele, sono ormai un miraggio in questa banca>>, si legge nei comunicati che circolano tra le mani dei pochi dipendenti che ancora non hanno timore di esporsi. Il personale appunto, altra nota dolente, rappresentato come un mostro, quando invece è ancora vittima di ripercussioni economiche derivanti da dolorosi tagli retributivi, senza scordare che dalla gestione commissariale sono cambiati – in poco più di due anni – tre amministratori delegati, oltre a consiglieri di amministrazione e revisori del bilancio. Cambiare tutto in Banca Popolare di Bari, per non cambiare gattopardescamente niente. (fradema)


Pubblicato il 11 Novembre 2022

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