Cronaca

“Bari-Roma”, quel volo chiamato desiderio….

Vueling, una compagnia aerea da non molto sbarcata a Bari formata “da persone concrete e convinte che c’è sempre qualcosa da migliorare”. “”Per noi volare è un vero piacere e crediamo che pagare meno non significhi tenere meno servizi o comodità”. E non basta. Sul sito della compagnia aerea spagnola si legge anche che sono basilari una serie di principi: dall’efficienza che sarebbe alla base di tutto, all’anticonformismo, cioè “..quello che ci rende differenti. Ci piace credere che c’è sempre qualcosa da migliorare, che abbiamo sempre qualcosa da fare”, fino all’altro principio cardine della disponibilità, ovviamente. “Lavoriamo per stare vicino ai nostri clienti con prodotti accessibili e adatti a loro. Siamo convinti che non ci sia nulla che possa favorire qualsiasi rapporto più di un atteggiamento aperto, rispettoso e cortese”. Fin qua il sito Internet. Poi c’è la realtà di tutti i giorni, che all’aeroporto di Bari/Palese pare fare a pugni con tutti i “desiderata” della compagnia iberica, come racconta con dovizia di particolari il consigliere comunale barese Romeo Ranieri. <>. Insomma,è quanto avviene ormai periodicamente (diciamo due volte su tre) a chi si imbarca dall’aeroporto “Karol Wojtyla” di Bari Palese su un aereo della compagnia Vueling diretto appunto a Fiumicino, struttura preferita a Ciampino per i collegamenti con la città di Bari. Ed è quanto accaduto anche ieri mattina – racconta ancora il consigliere comunale Ranieri – nel capoluogo pugliese, con decine di persone per ore abbandonate a se stesse. E tra quei passeggeri, come ha rimarcato Ranieri, c’erano manager che non potevano mancare agli appuntamenti di lavoro, ma anche persone in precario stato di salute che devono raggiungere Roma per sottoporsi a visite specialistiche. Eppure tutto diventava inutile, a causa della totale disorganizzazione di Vueling e della altrettanto totale indifferenza di Aeroporti di Puglia, la società di gestione aeroportuale pugliese partecipata al novantanove virgola novantanove per cento da soldi e contributi pubblici. Una situazione ormai ricorrente e “puntuale” che invece non dovrebbe più essere tollerata, in una struttura moderna e all’avanguardia come vorrebbe essere considerata quella del capoluogo barese che non perde occasione per vantare percentuali al rialzo di introiti e passeggeri, ogni mese dell’anno. E invece la realtà, almeno per quel che riguarda alcune compagnie ‘low cost’, pare proprio essere un’altra. <>. E anche per oggi, come cantava il grande Giorgio Gaber, all’aeroporto di Bari…”non si vola”!

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 16 Settembre 2014

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