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Concorso “con il trucco”: ecco come funziona la selezione per i nuovi funzionari

Concorsi, assunzioni e bandi sempre in primo piano alla Regione Puglia, specie dopo che ieri mattina, nella sede del Consiglio in via Capruzzi, il gruppo consiliare Popolo delle Libertà-Forza Italia ha convocato una conferenza stampa per illustrare le anomalie relative al concorso bandito dalla Regione Puglia per duecento funzionari tra tecnici e amministrativi. “Si tratta di un concorso-truffa che crea, nei giovani e nei disoccupati, illusioni e false speranze, in un momento delicato di crisi economica e occupazionale”. È quanto ha denunciato il capogruppo Pdl-FI Ignazio Zullo, che ha presentato una mozione per impegnare il Governo regionale a revocare e rivisitare il bando di concorso indetto solo una settimana fa. Niente di nuovo: sono giorni e giorni che i consiglieri pugliesi di minoranza, ma anche di maggioranza come Antonio Maniglio, usano toni alti e parole pesantissime per stigmatizzare la procedura azionata dall’assessore Caroli per trovare corsie preferenziali allo scopo di stabilizzare i circa quattrocento precari della Regione Puglia. Zullo ha precisato che la mozione per rivedere il bando del maxiconcorso da categoria ‘D’ muove dal mancato intervento, sul tema, da parte del segretario regionale del Partito Democratico, esortato dal vicepresidente del Consiglio regionale Antonio Maniglio ad assumere una posizione di difesa dei principi costituzionali di uguaglianza e di parità di condizioni di accesso per tutti i cittadini nella valorizzazione del merito, nel momento in cui è stato pubblicato il concorso, bollato dallo stesso Maniglio come “concorso con il trucco”. Nella mozione si chiede, non solo, di procedere con immediatezza alla revoca ed alla rivisitazione del bando, ma anche di prevedere pari condizioni di attribuzione dei punteggi per i partecipanti al concorso; di stabilire prove differenziate per le diverse qualifiche dei funzionari (amministrativi e tecnici); di qualificare, nell’ambito dei 70 posti per le funzioni tecniche, quanti sono da destinare alle varie professionalità tecniche; di ripubblicare il bando solo se il calcolo della spesa necessaria per le assunzioni rientra nel limite di spesa imposto dalle leggi finanziarie e di restituire ed eliminare la “gabella” per la partecipazione al concorso che “non dà una buona immagine della Puglia migliore del Presidente Vendola in un’Italia che da molti anni ha eliminato la marca da bollo pur di favorire la partecipazione ai concorsi”. In particolare, si tratta di una tassa di concorso pari a 20 euro, che in una sola settimana ha già consentito alla regione Puglia di incassare circa 140 mila euro, a fronte delle 7 mila domande già pervenute, e che fino al termine di presentazione delle domande questa potrebbe ottenere cifre considerevoli, illegittime per la stessa regione in caso di impossibilità di assunzione per in capienza del limite di spesa per il personale. Durante i loro interventi, i consiglieri Erio Congedo, Roberto Ruocco, Antonio Scianaro, Nino Marmo, Giammarco Surico, Giuseppe Cristella e Arnaldo Sala hanno denunciato che si tratta di un “concorso-spot da campagna elettorale, in una Regione in cui in nove anni non è stata data alcuna risposta al mercato del lavoro e in cui la disoccupazione giovanile ha superato la soglia del 40%”. “In assenza di una copertura finanziaria, non è possibile bandire un concorso destinato a essere vanificato o a scaricarsi su un bilancio autonomo della Regione già di per sé in grave sofferenza” questa la precisazione del gruppo consiliare. “Ma quel che è ancor più grave – hanno rilevato i consiglieri – è che ci troviamo in una Regione che non ha una pianta organica per poter calcolare il numero effettivo dei posti vacanti, da colmare come previsto dalla legge attraverso le procedure di mobilità extra-regionale, che devono obbligatoriamente precedere i bandi che mettono a concorso i posti non ricoperti”. Si potrebbe quasi sospettare che si tratti di un’operazione elettoralistica, volta da una parte a rinnovare le promesse inevase e dall’altra ad ingannare migliaia di giovani “disperati”.

 

Anna Deninno


Pubblicato il 27 Marzo 2014

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