Cultura e Spettacoli

Due donne baresi premiate dall’Accademia “Italia in Arte nel Mondo”

Si è tenuta a Lecce, presso la sala convegni del Grand Hotel President, la consegna dell’International Art Award dell’Accademia “Italia in Arte del Mondo” dedicato alla pittrice seicentesca Artemisia Gentileschi. Quest’anno sono stati premiati, con la famosa statuetta d’oro, numerosi artisti internazionali ma anche Personalità del mondo Cattolico e della Cultura. Il comitato scientifico – presieduto dal Colonnello dei Carabinieri Michele Miulli già Comandante del nucleo tutela Patrimonio Culturale di Puglia, Basilicata e Molise e dal Dott. Nicola Giampaolo giornalista, postulatore presso la Santa Sede e membro della Commissione Unificata Stato-Regioni –  ha conferito l’Alto Riconoscimento d’Arte e Cultura a Maria Giovanna Depalma, giornalista barese da sempre impegnata nel sociale e nelle iniziative culturali sul territorio e a Clara Deliso, Italo-Venezuelana di origini baresi, per il suo costante impegno nella salvaguardia dei diritti umani in Venezuela, Paese sconvolto dalla dittatura castro-comunista di Maduro. Non a caso la menzione d’onore porta il nome di Artemisia Gentileschi, una paladina dei diritti civili ante litteram. Primogenita del pittore fiorentino Orazio Gentileschi,  è passata alla storia oltre che per il suo innegabile talento e per una brillante carriera (inconsueta per una donna di quel tempo), anche per aver avuto il coraggio di denunciare la violenza subita da Agostino Tassi, suo maestro di prospettiva. Pur di provare la verità sulla tragica vicenda di cui fu stata protagonista e per vedere riconosciuti i suoi diritti, accettò di testimoniare sotto tortura sottoponendosi alla sibilla, supplizio progettato per i pittori, che consisteva nel fasciare loro le dita delle mani con delle funi fino a farle sanguinare, rischiando di perderne completamente l’uso. Un danno incalcolabile per una pittrice della sua levatura. La violenza subita da Artemisia lasciò indubbiamente un’impronta nella sua vita e nella sua arte. Molto spesso infatti, con una totale padronanza della pittura e abbracciando completamente la lezione caravaggesca, si rivolse all’edificante tema delle eroine bibliche – una su tutte “Giuditta che decapita Oloferne” – che incuranti del pericolo e animate da un desiderio turbato e vendicativo, trionfano sul crudele nemico e , in un certo senso, affermano il proprio diritto all’interno della società. Una figura straordinaria capace di trasformare la violenza in bellezza e che grazie al suo talento e alla sua volontà riuscì a realizzarsi come pittrice, la prima in assoluto ad entrare nell’Accademia del Disegno. Esempio di donna capace di affermarsi nella società nonostante le ingiustizie, i soprusi e la mentalità dell’epoca e che ciò nonostante – riprendendo un aforisma dannunziano – è riuscita a fare della propria vita un’opera d’arte. (mgd)


Pubblicato il 2 Luglio 2019

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