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Una Giunta un po’ troppo sbilanciata sulla sinistra vendoliana

Il riconfermato Primo cittadino di Bari, Antonio Decaro del Pd, venerdì scorso ha presentato la sua nuova squadra di governo della città per il prossimo quinquennio, anche se poi non è detto che – come è già accaduto nel sorso del suo primo mandato – strada facendo possa cambiare qualche “tassello”. Di “nuovo” la squadra scelta per il “Decaro bis” ha solo un terzo dei suoi componenti, perché gli altri 2/3 sono assessori uscenti riconfermati praticamente con le stesse deleghe. Quindi, più che di una nuova squadra, trattasi sostanzialmente della fotocopia della Giunta uscente con qualche restyling. Infatti, dei nove assessori già nominati (per il decimo, quello all’Urbanistica, il nome non è stato ancora trovato. stante – secondo indiscrezioni – l’indisponibilità sia dell’uscente Carla Tedesco che di Angela Barbanente, già assessore regionale all’Urbanistica con l’ex governatore Nichi Vendola) ben sei nomi sono di assessori uscenti e riconfermati anche nelle deleghe e soltanto tre sono le novità. E tra le novità, in primis, figura Eugenio Di Sciascio, rettore uscente del Politecnico di Bari, nominato assessore con deleghe alla trasformazione digitale e ai servizi civici, ma anche allo sviluppo industriale, zone economiche speciali e lavoro, con ruolo anche di vice sindaco. La seconda novità riguarda le Politiche culturali e turistiche, per le quali il sindaco Decaro ha scelto la giovane Ines Pierucci, nota operatrice culturale che vanta diverse esperienze professionali nel settore dei libri. Pierucci è coordinatrice del sodalizio il “Presidio dei Libri” e politicamente è considerata molto vicino all’area di sinistra facente capo all’ex governatore pugliese, Vendola. La terza novità èVito Lacoppola, che è stato nominato assessore alla Città dei diritti, della partecipazione, della trasparenza e della legalità. Alle recenti amministrative Lacopola è risultato, con oltre 2200 preferenze, il più suffragato dei candidati della lita “Decaro per Bari” ed è – come è noto – la prima volta che si è candidato nelle fila del centrosinistra, perché in precedenza era stato eletto consigliere a Bari altre due volte, ma nelle fila del centrodestra, da quale – come si ricorderà – si era già allontanato nel 2014, subito dopo la rielezione. Il neo assessore ai diritti della Città di Bari è figlio dell’omonimo ex provveditore pugliese agli Studi ed è di origine noiana. Ed in quanto tale è da sempre considerato persona amica e, quindi, vicina alla nota famiglia di pastai di Noicattaro. Invece, i sei assessori uscenti riconfermati sono: Pietro Petruzzelli (Ambiente, Sanità e Sport), Francesca Bottalico (Città solidale e Servizi alla persona), Carla Palone (Città produttiva e mare, Fiera del Levante), Giuseppe Galasso (Infrastrutture, Opere pubbliche, Mobilità e Verde), Alessandro D’Adamo (Bilancio), Paola Romano (Istruzione, Università, Ricerca e fondi Ue). Tra le deleghe che sono rimaste in capo al sindaco vi sono quelle alla Polizia locale, alla Protezione civile, alle società partecipate, al contenzioso e, fino a quando non sarà individuato il nome del decimo assessore, anche quelle all’edilizia privata, alla gestione del territorio ed urbanistica, per le quali  – come già detto – Decaro avrebbe forse voluto come ‘tecnico’ esterno l’assessore regionale all’Urbanistica dell’ex giunta Vendola, la nota docente di Pianificazione urbanistica del Politecnico barese, Barbanente, che  al momento, però, avrebbe declinato l’invito per altri impegni personali. Quindi, l’esecutivo del secondo mandato a sindaco di Decaro e che dovrebbe affiancarlo per il quinquennio 2019-2024 attualmente è composto da cinque uomini e quattro donne. Pertanto, trattasi di un esecutivo in cui il rispetto della parità di genere è pienamente assicurata e dove anche gli assessori esterni (D’Adamo, Di Sciascio, Galasso e Pierrucci), cioè non scelti tra gli eletti in consiglio comunale, rappresentano circa la metà dei componenti della nuova Giunta, mentre i restanti cinque (Bottalico, Lacoppola, Palone, Petruzzelli e Romano) sono esponenti eletti in consiglio lo scorso 26 maggio e che dovranno quindi lasciare il posto consigliare, perché – come è noto – incompatibile con quello componente della Giunta, ai primi dei non eletti delle rispettive liste in cui sono stati candidati. E, vedendo più in dettaglio quest’ultimo aspetto, si avrà che nell’aula “Dalfino” sin dalla prima seduta di insediamento del nuovo consiglio comunale entreranno il neofita Danilo Cipriani al posto di Bottalico per la lista “Bari bene comune”, l’uscente e ripescato Giuseppe Cascella al posto di Lacoppola per la lista “Decaro per Bari”, l’uscente e ripescato Giuseppe Giannuzzi al posto di Palone per la lista “Decaro sindaco”, mentre il neofita Nicola Amoruso e l’ex vice di Decaro, Pierluigi Introna, in aula prederanno il posto rispettivamente di Romano e Petruzzelli, entrambi della lista del Pd. In altri termini, i nomi degli assessori scelti all’interno degli eletti sono rispettivamente i primi degli eletti delle tre liste civiche “Bari bene comune”, “Decaro per Bari” e “Decaro sindaco”, mentre il secondo ed il terzo in classifica della lista del Pd. A questo punto è probabile che la più suffragata (la neofita Elisabetta Vaccarella, con oltre 2500 preferenze) della lista di maggioranza relativa, il Pd per l’appunto, possa essere scelta per la guida dei lavori dell’Aula, ossia per la presidenza del consiglio comunale. Ipotesi, questa suffragata anche dal fatto che la composizione dell’Assemblea barese eletta lo scorso maggio per la prima volta annovera al suo interno, tra maggioranza ed opposizioni,  ben 14 presenze femminili su un complessivo di 36 consiglieri. Ossia il 40% di donne presenti in consiglio comunale. Circostanza, questa, che aveva fatto anche ipotizzare questa volta ad un vice di Decaro che fosse (sempre in ossequio alla parità!) di genere femminile. Ma così non è stato, per cui ora è più probabile che una donna venga scelta per la guida del consiglio. Intanto, una prima polemica è scoppiata intorno all’esecutivo del “Decaro bis” per quanto riguarda la nomina del Di Sciaio che in quanto rettore ancora in carica, secondo il regolamento interno del Politecnico barese, è incompatibile con altri incarichi di natura istituzionale, qual è per l’appunto quella di vice sindaco ed assessore. Però, l’interessato si è subito difeso affermando che era già in conto la sua uscita anticipata di scena da rettore per gli inizi di questa settimana, subito dopo l’elezione del suo successore prevista per il 2 luglio, nonostante la scadenza naturale del suo rettorato è fissata al prossimo 30 Settembre. Anche Decaro, per smorzare in fieri detta polemica e, quindi, per sgombrare il campo anche da una sia pur fulminea presunta violazione di legalità, si è affettato a dichiarare che la nomina di Di Sciascio era stata solo annunciata, ma non ancora sostanzialmente attuata, perché il relativo decreto di nomina sarà emesso solo dopo le sue dimissioni anticipate da rettore del Politecnico barese. Insomma, il sindaco Decaro – stante alla sua stessa dichiarazione – venerdì scorso si sarebbe solo limitato a preannunciare (come avviene con le presentatrici per i programmi televisivi!) la composizione della sua nuova Giunta, ma non il suo insediamento che, a questo punto, risulta chiaramente differito sul piano operativo ancora di qualche giorno. Per cui chi erroneamente credeva che già da lunedì primo Luglio a Bari si sarebbe partiti con l’attività del nuovo esecutivo cittadino dovrà attendere ancora qualche altro giorno, per vedere in attività il nuovo vice sindaco. Un vice di Decaro che – stante a quanto è dato sapere – piace tantissimo anche al governatore pugliese, Michele Emiliano, che – secondo qualche “bene informato” della politica locale – sarebbe stato ancora una volta il vero ispiratore ed artefice di questa nuova composizione della Giunta barese a guida Decaro. Tesi, questa, però smentita dallo stesso Emiliano, che rispondendo  a margine di un incontro con i sindaci pugliesi nella Fiera del Levante ha affermato: “Bari è importantissima dal punto di vista politico perché, come Lecce, ha costruito il fronte anti-leghista, e questo ha dato un risultato straordinario”. “Quindi, – ha poi sottolineato Emiliano –  il sindaco ha fatto la Giunta. Siccome quando io faccio le Giunte normalmente non chiedo al sindaco di Bari come devo farla, non potete pensare che il sindaco abbia chiesto a me come fare la sua Giunta. A me comunque piace e ci sono alcuni pezzi importantissimi, il rettore del Politecnico che fa il vicesindaco mi sembra una bella cosa”. Di fatto, però, l’esecutivo del “Decaro bis” risulterebbe con l’asse sbilanciato eccessivamente a sinistra nella sua composizione, a discapito di altre forze politiche di sinistra e soprattutto di stampo più centrista, che pur hanno contribuito alla riconferma di Decaro, eleggendo anche propri rappresentanti nel neo eletto consiglio comunale. Infatti, a non aver ottenuto alcuna rappresentanza nel rinnovato esecutivo cittadino sono i socialisti (o ex?) della lista civica “Avanti Decaro”, che in Aula avranno Nicola Acquaviva. Idem per la lista civica “Popolari per Bari”, promossa dall’ex senatore forzista barese, Massimo Cassano, e che il 26 maggio scorso  ha espresso Leo Magrone nell’aula “Dalfino”. Stesso discorso per la civica “Identità democratica” promossa dal centrista ed assessore regionale Alfonsino Pusicchio, che ha riconfermato consigliere l’uscente Giuseppe Neviera. Analogamente per altre due liste civiche, “Progetto Bari con Decaro” che ha eletto a consigliere un esponente della nota famiglia barese Russo Frattasi, e “Democratici, ecologisti e progressisti per Bari” che ha dato la possibilità di riconferma in consiglio all’uscente Salvatore Campanelli. Ossia, l’insieme di ben 5 liste civiche (vale a dire circa la metà della coalizione!) che complessivamente rappresentano circa 30mila voti di cittadini baresi, non hanno ottenuto alcuna rappresentanza in Giunta. E questo non è certo un segno di equilibrio politico e, soprattutto, di rispetto democratico della composizione della coalizione politica che ha concorso alla riconferma di Decaro, visto che solo 5 liste, delle 11 complessive (di cui altre 5 con eletti) che lo hanno appoggiato, hanno poi ottenuto rappresentanti in Giunta. Ma ancor più strano è che nessuna delle forze escluse dal legittimo riconoscimento politico abbia finora fatte sentire la propria voce al riguardo. Ma sarà così anche in seguito ed in aula? E’ forse presto per dirlo. Ciò che invece appare verosimile è che quest’ultima giunta di Decaro, come quella fatta al suo primo mandato, nel 2014, sarebbe stata fatta in funzione delle elezioni regionali del prossimo anno per la riconferma di Emiliano. E, quindi, non certo per far “volare alto” il Comune e la città di Bari. Infatti, – a detta di taluni – anche il rischio che qualcuno dei suoi componenti possa gettare qualche sia pur piccola “ombra” sul suo “vertice” è stato verosimilmente sventato.  Anzi, è assai verosimile che anche i tre assessori di nuova nomina, come i loro sei colleghi riconfermati, siano stati addirittura scelti per “volare basso”, se non proprio quasi “rasoterra”. E ciò per fare in modo che anche per i prossimi cinque anni dovrebbe essere quasi sicuro che a Bari l’unico a “brillare” nei piani alti del Palazzo di corso Vittorio Emanuele sia sempre lo stesso dei cinque anni appena trascorsi.

 

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 2 Luglio 2019

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