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E’ irreversibile la spaccatura del centrosinistra pugliese

La spaccatura nel centrosinistra pugliese sulla ricandidatura del governatore uscente, Michele Emiliano, sembrerebbe ormai irreversibile. Infatti, dopo l’annuncio di due giorni fa del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, di voler presentare in Puglia un candidato presidente di centrosinistra alternativo ad Emiliano (ipotesi a cui si sono subito associati sia il movimento politico di “Azione”, che – come è noto –  fa capo all’ex ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, che il partito boniniano di “Più Europa”, rappresentato dal segretario Benedetto Della Vedova), le prossime elezioni regionali pugliesi rischiano di poter diventare un “casus belli” nazionale all’interno del centrosinistra. E proprio per questo il “caso” è destinato a far discutere, ma non certo a ricondurre ad unità la coalizione in Puglia, dove – per la verità –  in precedenza era stato lo stesso Emiliano ad usare atteggiamenti e toni tutt’altro che concilianti nei confronti di esponenti e forze politiche del centrosinistra che, ritenendole una “farsa”, non avevano voluto aderire alle primarie dello scorso 12 gennaio. Quel che è strano, però, e che mentre alcuni autorevoli esponenti del Pd pugliese e nazionale hanno già lanciato appelli di unità ai separatisti dalla ri-candidatura di Emiliano, con la sola semplicistica motivazione di non concedere in Puglia un inaspettato “regalo” ai sovranisti del centrodestra, ed in particolare al leader leghista Matteo Salvini, il segretario nazionale Dem, Nicola Zingaretti, finora ha taciuto sulle dichiarazioni di spaccatura del centrosinistra pugliese da parte di Renzi, Calenda e Della Vedova, a seguito della ricandidatura di Emiliano. Difatti, appaiono alquanto riduttivi e, forse, solo di facciata gli appelli all’unità del centrosinistra a sostegno di Emiliano senza, per altro, dare risposte ad alcuna delle ben circostanziate motivazioni che i “defezionisti” hanno addotto a giustificazione della scelta di dissociare le rispettive forze politiche dal dare manforte alla riconferma di Emiliano. Quindi, il fatto che il segretario del Pd, Zingaretti, taccia non è di certo un segnale rasserenante per il vincitore pugliese delle Primarie della scorsa domenica. Ovvero per Emiliano. Infatti, gran parte dell’elettorato pugliese di centrosinistra, e più in particolare del Pd, da Zingaretti si sarebbe aspettato probabilmente una pronta e decisa risposta a difesa delle Primarie e del suo vincitore. Invece, finora, si è registrato solo sospetti silenzi. Come pure un silenzio sulla “questione”, che non è passato affatto inosservato nell’elettorato locale, è quello del Primo cittadino di Bari, nonché presidente dell’Anci, Antonio Decaro, che pur gode a livello locale (ed ancor più nazionale) di essere un fedelissimo di Emiliano, più di quanto non lo sia nel Pd ai leader con cui si rapporta. E se per Zingaretti il silenzio, in un certo qual modo, potrebbe anche essere giustificato da ragioni di opportunità di politica nazionale e di governo, il silenzio di Decaro invece potrebbe essere sospetto. Infatti, l’ipotesi che questi due silenzi sull’annuncio renziano di indebolimento in Puglia del centrosinistra a trazione Emiliano non siano del tutto casuali è alquanto diffusa e lascia presumere che per detta coalizione nella nostra regione le prossime elezioni non saranno di certo facili da vincere, se la frattura prodottasi (come sembra) non si ricomporrà. Infatti, alla luce di quanto è già stato affermato da parte di Renzi ed i suoi potenziali alleati alle regionali pugliesi, per ricomporre l’unità del centrosinistra in Puglia sarà necessario che ci sia qualche passo indietro da parte dei protagonisti. Chi potrebbe e dovrebbe farlo senza perdere di serietà e credibilità? Di certo, alla luce dei fatti politici addotti, nessuna delle due fazioni in dissonanza. Ed allora il quadro pugliese del centrosinistra per le prossime regionali, salvo clamorose ed imprevedibili sorprese, dovrebbe essere praticamente già tracciato a livello nazionale, prima ancora che locale. Per questo, forse, sia Zingaretti che Decaro tacciono. Ed a non saperlo ancora verosimilmente è solo Emiliano, che probabilmente confida tuttora in una mediazione a suo favore del “fedelissimo” Decaro, congiunta alla benevolenza del taciturno Zingaretti. Ma questa volta l’impressione è che Emiliano, a Roma, non sia considerato soltanto un “uomo solo al comando” della Puglia, ma possa esserlo effettivamente anche politicamente nello scontro apertosi a livello centrale nel centrosinistra, per le prossime regionali pugliesi. E se così fosse realmente, ne vedremo di certo delle belle soprattutto in Puglia e, in particolare, nel Pd.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Gennaio 2020

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