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Elezioni politiche dietro l’angolo: Il fenomeno Grillo spopola anche a Bari

Mancano due settimane alla fine della campagna elettorale che precede la consultazione per il rinnovo di Camera e Senato, ma l’attività di propaganda dei partiti si svolge prevalentemente dai palazzi che ospitano le sedi delle emittenti radiotelevisive e non dalle piazze. Però, tra le forze politiche che si stano battendo per conquistare consensi alle elezioni del 24 e 25 febbraio, l’unica  che finora potrebbe vantare un primato opposto nell’azione di propaganda in corso è quella del Movimento politico 5 Stelle, che fa  capo al comico genovese Beppe Grillo. Infatti, il solo partito che potrebbe vantarsi per il numero dei comizi finora fatti, in piazza nelle principali città italiane, è proprio il leader del Movimento 5 Stelle, che di fatto conduce più una crociata elettorale di antipolitica contro i partiti tradizionali, piuttosto che una vera e propria azione propagandistica diretta in favore della propria lista. Una “crociata” che indirettamente, però, determinerà sicuramente una ricaduta notevole di consensi alla lista dei candidati “grillini” sia alla Camera che al Senato. Come è infatti noto, il “fenomeno Grillo”, che all’inizio di questa campagna elettorale sembrava essere stato ridimensionato dalla scarsa presenza mediatica riservata all’attore comico genovese, è letteralmente esploso da quando recentemente alcuni grossi scandali, come quello del gruppo bancario Mps o dell’Eni-Saipem, sono saliti alla ribalta delle cronache nazionali. L’ondata scandalistica delle ultime due settimane, unitamente alla crisi economica che attanaglia la stragrande maggioranza delle famiglie italiane, sono un vero volano per il “Movimento 5 Stelle” che, pur non usufruendo di una presenza mediatica analoga a quella di parti, come Pdl di Silvio Berlusconi il Pd di Pierluigi Bersani, alla fine potrebbe risultare effettivamente la terza forza politica presente nel prossimo Parlamento italiano. Una forza che trarrebbe il proprio consenso  unicamente da malumori ed insofferenze di una fetta consistente di elettori, che non si identificano più in alcuno dei partiti di destra, di sinistra o di centro, ma che invece sperano in una forza politica nuova che sia, come quella proposta da Grillo, solo di rottura per l’attuale sistema partitocratico. Infatti, i temi affrontati nei comizi di piazza dall’attore comico, leader del Movimento, sono essenzialmente incentrati sulle denuncie al malcostume ed alla cattiva gestione delle Istituzioni da parte di tutte le forze politiche che, negli ultimi vent’anni, hanno governato il Paese. “D’altronde – sostengono con ironia alcuni simpatizzanti stessi del Movimento di Grillo – uno Stato in cui un comico riesce a diventare leader politico, conseguendo un notevole seguito elettorale, è verisimilmente un Paese in la classe politico-dirigenziale che lo governa ha evidentemente una credibilità analoga, se non addirittura inferiore, a quella del comico che gli fa concorrenza in politica.”  Una concorrenza, infatti, che sta mettendo a dura prova quasi tutti i maggiori esponenti politici e le rispettive coalizioni politiche che, nonostante la massiccia visibilità ed il radicamento sui territori di alcuni dei partiti che le compongono, finora non sono state in grado, e forse non lo saranno neppure fino alla fine della campagna elettorale, ad arginare l’avanzata politico-elettorale del Movimento guidato a livello nazionale dall’eclettico comico genovese. “Però, – rilevano alcuni addetti ai lavori –  la presenza sulla scena politica di un forte Movimento di contestazione, come quello di Grillo, per un verso porta in Parlamento una voce critica al sistema di potere instauratosi nel Paese, dall’altro invece evita un ricambio serio della classe dirigente, che si identifica nelle forze tradizionali presenti nel sistema politico nazionale.” Una considerazione, questa, che difficilmente potrebbe essere smentita dai fatti, se si considera che, alle prossime politiche, anche per la lista di Grillo la scelta di coloro che siederanno in Parlamento non sarà fatta dagli elettori, ma la loro selezione è già avvenuta a monte da parte di qualcuno che, come in tutti gli altri partiti presenti alla competizione, ha deciso con criteri poco trasparenti  e, sicuramente, in base a logiche che di certo non possono essere considerate democratiche. Una regola a cui neanche il parto di Grillo, come quello di Berlusconi, Bersani, Casini, Fini e Monti, si è sottratto. E, soprattutto, che nessuno pare voglia mettere in discussione nel prossimo Parlamento, per le successive consultazioni.                

 

 

Giuseppe Pallella

 


Pubblicato il 9 Febbraio 2013

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