Cultura e Spettacoli

Festeggiare gli antenati

Già nella più lontana cristianità si festeggiavano i morti. La prima pagina scritta in proposito è di Sant’Ephraem, morto nel 373 d.C. In essa si parla di una festa in onore dei Martiri celebrata il 13 maggio. Poi, sotto il pontificato di Gregorio III (690-741) la festa d’Ognissanti venne spostata al 1° novembre. La scelta sarebbe stata di Alcuino, consigliere di Carlo Magno, il quale volendo spazzare via ogni residuo di religione politeista volle cristianizzare la ricorrenza celtica di Samhaim, che cadeva il 1° novembre. Nell’835 Papa Gregorio IV decretò che quella d’Ognissanti diventasse festa di precetto. Da più di un millennio, quindi, quella appena passata è notte strappata al paganesimo e restituita alla cristianità. Ma certe credenze, certe tradizioni sono talmente antiche e perciò così radicate da resistere a qualunque tentativo di estirparle. Poteva la Puglia fare eccezione? A Massafra si tramanda che la notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre i morti escano dal cimitero per percorrere in processione le vie del paese vecchio con un dito acceso a mo’ di candela. A Orsara davanti ad ogni casa vengono accesi piccoli fuochi per illuminare la strada alle anime del purgatorio (evidentemente per quelle dannate non esiste ‘libera uscita’) ; sulla brace di questi falò viene poi arrostita carne che si consuma per strada condividendola con vicini e passanti. A Manfredonia nelle due notti precedenti l’1 e il 2 novembre i pescatori non si recano a lavorare sul mare nel timore di pescare ossa di morti (specie quelli per naufragio), mentre nelle case è tradizione che i bambini appendano vicino al loro letto grosse calze di lana che, a notte, i genitori fanno trovare piene di dolciumi (in passato, frutta di stagione come castagne o mele cotogne). Ancora a Manfredonia, nel giorno della festività dei defunti, le ragazze fidanzate usano prima recarsi in visita presso le suocere, poi accompagnare le stesse al camposanto  (che è un modo di presentare agli antenati la ragazza che sta per entrare in famiglia). In altre zone della Puglia si usa ‘festeggiare’ i defunti, nel senso che a tavola un coperto viene simbolicamente destinato ai trapassati di famiglia. Ad Ognissanti da noi si usa pure consumare il grano cotto che, dopo averlo cucinato, va prima condito con melograno a chicchi, cioccolato a pezzi e noci sminuzzate e dopo bagnato con qualche goccia di vin cotto. In altre regioni in questi giorni si consumano biscotti tipici dai nomi, dalle fogge e dal gusto diversissimi. In Toscana si confeziona il ‘Pane dei Morti’, a Mantova fanno i ‘caldidos’ (dolci caldi). La Sicilia, poi, vanta il primato con ‘li morticeddi’ (o ossa di morto alla cannella), gli ‘inciminati’ al sesamo, le piparelle (Messina), li ‘nzuddi (Catania)…

Italo Interesse

 


Pubblicato il 1 Novembre 2014

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