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Fuoco di fila in Commissione sulla legge “assumi precari”

Primo passaggio ieri mattina In Seconda Commissione Consiliare regionale, presieduta da Giovanni Brigante, del disegno di legge per la stabilizzazione del personale precario dell’Ente, ma anche al servizio di agenzie, enti e società ‘in house’, senza scordare che in ballo ci sono anche gli agognati pensionamenti anticipati per il personale con più di 56 anni di età anagrafica.

E veniamo subito a cifre e numeri: a fronte di una dotazione organica prevista con una delibera della Giunta regionale risalente al lontano 2007 di 3912 unità (con l’Ente di Vendola che, sulla sua dotazione organica, ha saltato dunque a piè ben 6 anni come imponeva la legge, pari al triennio 2010-2013) i dipendenti in servizio attualmente ammontano a 2600. A questo “sottodimensionamento importante” – ha aggiunto Caroli davanti alla II Commissione – si è fatto fronte in questi anni, stante il blocco della assunzioni previsto dalla legislazione nazionale, con il reclutamento di personale esterno assunto a tempo determinato con procedure di evidenza pubblica. Contratti che, senza entrare nel merito di come si sono svolte quelle selezioni sui siti Internet regionali, sono stati man  mano prorogati, mentre la legge di stabilità dello Stato  2014 (n. 147/2013) aveva previsto al comma 529 la possibilità per le Regioni (che al 31 dicembre 2012 non si trovavano  in situazione di eccedenza di personale in rapporto alla dotazione organica e che avevano fatto ricorso a contratti a tempo determinato di 36 mesi, oggetto di proroghe non continuative negli ultimi 5 anni), di procedere con risorse proprie alla stabilizzazione  a domanda del personale interessato. E adesso, inutile dirlo anche in vista della prossima campagna elettorale, la Regione vuole avvalersi a tutti i costi di questa previsione legislativa secondo un percorso di gradualità, considerato l’alto numero del personale interessato  (378 unità) e la necessità di salvaguardare le esigenze di  compatibilità finanziaria.  L’obiettivo per l’assessore Caroli – concordato con i sindacati e riportato in un protocollo d’intesa approvato dalla Giunta regionale l’11 luglio scorso – sarebbe quello di procedere con una procedura concorsuale cui dovranno partecipare tutti gli interessati, con la definizione di una graduatoria che porterà nell’arco dei prossimi anni ad assumere tutti i precari, con la previsione di rinnovi del contratto a tempo determinato fino ad esaurimento. In questo contesto, proprio per creare ulteriori spazi occupazionali,  il disegno di legge in discussione in Commissione prima di approdare in Consiglio, prevede anche la definizione di criteri e forme di incentivo per favorire la quiescenza anticipata di personale regionale prossimo al pensionamento, senza oneri aggiuntivi di spesa a carico degli istituti previdenziali.

Ieri in Commissione sono emersi i primi punti i vista: il capogruppo Sel Michele Losappio s’è mostrato pienamente favorevole,  mentre secondo il capogruppo FI Ignazio Zullo, alla luce delle leggi regionali analoghe approvate dalla Regione in precedenza ed osservate dal governo, occorre “garantire il senso della giustizia verso tutti”.  Zullo ha anche fatto riferimento,  nel valutare le esigenze in materia di personale, all’accorpamento che avrà luogo nei prossimi mesi dopo la riduzione del numero degli assessori con l’ultimazione delle sede regionale in cui avranno sede tutti gli uffici, evitando nel contempo l’approvazione di leggi affrettate prima delle consultazioni elettorali. Il capogruppo FI  ha chiesto che venga ascoltato in commissione anche un rappresentante dell’INPS in relazione ad eventuali problemi che si potrebbero porre per gli esodati.

Il capogruppo UDC Salvatore Negro ha richiamato ancora una volta le responsabilità della “mala  burocrazia regionale “, citando, a  titolo di esempio,  i due anni che sono stati necessari per approvare una variante di un Comune regolarmente in possesso del PIP (Piano insediamenti produttivi). Insomma, come viene utilizzato il personale regionale assunto a tempo determinato? Anche Negro ha richiamato il prossimo accorpamento degli assessorati del quale  occorre tenere conto nella valutazione ottimale dell’organico regionale.

In occasione delle legge finanziaria Prodi del 2007, che riguardò il personale precario delle sanità – ha ricordato invece Antonio Maniglio (PD) –  fu approvata  una legge regionale di un solo articolo in cui si demandava alla Giunta l’adempimento  dell’ applicazione della stessa. “Il ddl odierno – ha detto Maniglio – non corrisponde alle esigenze di semplificazione“. In particolare, non si puo’ allargare lo spazio occupazionale al 2018 anche a coloro che oggi non hanno i requisiti.  Inoltre  a chi devono fare carico  i costi aggiuntivi conseguenti all’ipotesi di pensionamenti anticipati? Con l’impostazione del ddl per gli ultimi precari che saranno assunti è prevista di fatto una proroga di ben otto anni: questo significa di fatto che almeno  per i prossimi dieci anni non sarà possibile espletare concorsi.  Inoltre occorre specificare in maniera dettagliata quali sono le agenzie regionali, le società in house e tutto il resto interessate alla legge (che di fatto allargherebbero le assunzioni ad altre centinaia di precari: basti pensare all’Arif), così come è necessario conoscere preventivamente per ogni struttura il numero del personale a tempo determinato in servizio. Richiesta quest’ultima posta anche da Zullo e Negro che hanno chiesto anche di conoscere le procedure di evidenza pubblica attraverso cui questo personale è stato assunto.

L’assessore Caroli ha difeso  il suo disegno di legge, definendolo un adempimento rispetto a quanto previsto dalla legge di stabilità. “Lo sforzo – ha detto Caroli – è quello di tendere a rendere esigibile la stabilizzazione dei precari (che hanno consentito alla Regione di ottenere  risultati strepitosi)  e  sostenibili  tutte le attività degli uffici della Regione Puglia”. Il comma 529 non fissa tutti i criteri – secondo l’assessore – e obbliga le Regioni ad approvare une legge specifica, dando una risposta ai precari che non è possibile assumente congiuntamente. Lo stesso comma non dice nulla sui termini temporali.  Sono quindi le Regioni a fissarli garantendo nel frattempo il rinnovo dei contratti.  Quanto alla precisazione delle agenzie regionali interessate al provvedimento,  Caroli ha specificato che l’elenco è già esplicitato in una delibera regionale che sarà richiamata nel ddl.  Rispetto alle incentivazioni per  le dimissioni dei dipendenti più anziani (il ddl prevede uno stanziamento di 2 milioni ), l’assessore ha specificato che si tratta di anticipazioni che l’amministrazione corrisponderà agli interessati del costo salariale lordo . Saranno poi questi ultimi a decidere se versare la quota parte all’istituto  di previdenza o tenerseli per sé, fermo rimanendo che la contribuzione del singolo lavoratore corrisponde al 33 % di quanto verserebbe la Regione e in più sarebbe anche deducibile.  Caroli ha dato anche la disponibilità a inserire una clausola di salvaguardia per  i lavoratori interessati nel caso dovesse  essere modificata la legislazione Fornero vigente sui trattamenti di quiescenza, lasciando la porta aperta ai prepensionamenti. La commissione ha deciso di aggiornarsi per le “cabine di regia” d’intesa con quelle organizzazioni sindacali che, soprattutto con la Cgil in prima linea, stanno spingendo per una stabilizzazione-sanatoria rassomigliante non poco a quella di trent’anni fa circa, alla Regione Puglia, attuata con la Legge 285/77.

Normativa che proprio l’assessore pugliese al Lavoro, nei passaggi dedicati ai dipendenti ‘storici’ dell’Ente, ha criticato apertamente nella sua relazione che accompagnava in giunta l’approvazione dell’ultima pianta organica.

 

 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 16 Settembre 2014

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