Cultura e Spettacoli

Gennaro Picinni: il pittore dell’anima timbrica di Bari

In quasi tutte le collezioni private che si rispettino era presente almeno una sua opera. A Bari non era difficile imbattersi, passeggiando per la città, in vetrine di gallerie che esponevano le curiose policromie dei suoi lavori, spesso raffiguranti edifici storici di Bari. Un artista d’ altri tempi, da molti copiato, perfino abusato o nominato invano, fatto sta che il suo stile unico, che quasi sembrava voler creare un timbro stilistico proprio e inimitabile alle immagini, ha lasciato per sempre un segno nella storia dell’Arte. Come quell’astro sognante solare e lunare insieme che sempre compariva nelle sue tele. È morto ad 89 anni il pittore barese Gennaro Picinni. Dopo un esordio come astrattista negli anni ’50, stile da cui si sentiva fortemente attratto, entra a far parte dei ‘pittori del Naviglio’ a Milano, assieme ad artisti del calibro di Crippa, Fontana ed altri. Nell’ ambiente cominciano a definirlo il  ‘Fiammingo delle Puglie’. Alcuni dei suoi dipinti a tema religioso fanno parte del patrimonio artistico dei Musei Vaticani: “Un’artista amatissimo nella sua terra, apprezzato anche a livello internazionale. Bari piange amaramente la sua scomparsa”. Così lo ricorda il sindaco Antonio Decaro. Sottolineando che il Maestro ha donato al Comune di Bari due medaglioni che ricordano il bicentenario della fondazione della Bari moderna ed è dello scorso mese di luglio, la delibera con la quale la giunta ha accettato un ulteriore dono dell’artista, la tela ‘Murat Avatar’, che a breve sarà esposta nelle sale di Palazzo di Città. “Al talento di Picinni dobbiamo anche diversi quadri che celebrano il Teatro Petruzzelli e la decorazione di alcune delle porte dell’Arena della Vittoria in occasione dei Giochi del Mediterraneo del 1997, quando – prosegue Decaro – l’artista condivise l’idea dell’amministrazione comunale di impreziosire uno degli impianti sportivi simbolo della città”. “Oggi perdiamo un artista originale e prolifico – conclude – capace di reinventare con la sua sensibilità luoghi e soggetti per noi familiari, rendendoli unici. A sua moglie e ai suoi familiari giunga l’abbraccio affettuoso della città”. La sua pittura era stata definita dai critici “una irruzione consapevole e autorevole, oltre che appassionata e prepotente, nel campo della pittura italiana”. Per via della passionalità cromatica ed evocativa del suo modo di rappresentare figurativamente. Nelle sue opere prevalgono diversi scorci urbani, che Picinni reinterpreta con il suo personale tocco artistico, dai contorni talvolta ombrati, in uno speciale mix di suggestioni che nel figurativo richiamavano la pittura astratta che tanto aveva amato. Uno stile unico, che gli era valso tanti riconoscimenti, tra cui il primo premio alla terza Biennale Internazionale del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto nel 1959. Nel 1965 realizzò un grande dipinto per la nave T/n ‘Michelangelo’, che riprende appunto il nome dell’imbarcazione. La rivista ‘Life’ gli dedicò per l’occasione due pagine intere. Tra i corridoi di Palazzo di Città è ancora possibile ammirare il suo ‘Sankt Nikolaus’, quadro dedicato al Santo patrono barese e alla città nel 2014. Una personalità che ha saputo cogliere nelle sue creazioni l’essenza dei luoghi che ha attraversato in vita, tra cui Roma, Venezia e naturalmente Bari, e che non dimenticheremo per la struggente dimensione onirica e nel contempo materialistica che ha trasmesso alla successiva arte moderna e alle generazioni future.

Rossella Cea

 


Pubblicato il 1 Settembre 2022

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