Primo Piano

Il fronte politico che vuole Cassano fuori dall’Arpal è ampio e trasversale, ma non nei tempi

Alla Regione Puglia il fronte politico pronto a votare il progetto di legge di riforma della governance dell’Arpal, ossia dell’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, e di conseguenza a determinare la decadenza del suo direttore generale, Massimo Cassano, è ampio e trasversale. Però, la convocazione del Consiglio con all’odg la riforma dell’Arpal è probabile che non avvenga prima del 26 settembre prossimo e quindi dopo le elezioni politiche. Ossia quando saranno noti i risultati del voto, per cui si saprà se il dg dell’Arpal, che è candidato alla Camera nella lista di Carlo Calenda, è stato eletto oppure no. Sul fronte elettorale la candidatura di Cassano con il Terzo polo di Calenda ha dato adito a polemiche, per altro già innescate da tempo alla Regione da parte dell’opposizione di centrodestra, sulla gestione dell’Arpal affidata all’ex senatore forzista Cassano e che ultimamente, con il passaggio nelle fila di Azione del dg di detta Agenzia regionale, ha visto anche alcuni autorevoli rappresentanti politici della maggioranza giallo-rossa della Regione polemizzare direttamente con Cassano per la scelta politica effettuata, al punto da chiederne le dimissioni, ritenendo evidentemente inopportuna la presenza di un esponente politico, per giunta candidato, alla guida tecnica di un’Agenzia regionale, al pari di quanto chiede da tempo l’opposizione regionale di centrodestra. Infatti, a chiedere ultimamente le dimissioni di Cassano da dg dell’Arpal sono stati i dem Francesco Boccia e Marco Lacarra. E, come è noto, il primo è responsabile nazionale del Pd per gli enti locali ed il secondo è segretario pugliese del partito di Enrico Letta. A cui si è unita anche un’analoga richiesta del M5S pugliese, che attraverso il senatore barese Gianmarco Dell’Olio ha anche sollecitato l’approvazione del pdl di riforma dell’Arpal e, quindi, della decadenza di Cassano dall’incarico ricoperto. In realtà, però, è alquanto strano, oltre che sospetto, il fatto che il partito di maggioranza relativa alla Regione, il Pd per l’appunto (da non dimenticare, che nell’Assemblea pugliese esprime sia il presidente d’Aula nella persona della consigliera Loredana Capone che il presidente della Giunta, Michele Emiliano), ed una alta forza politica di maggioranza, il M5s, che a sostegno del governatore pugliese ha ben 4 dei suoi 5 rappresentati regionali, si limitino a chiedere al dg dell’Arpal, e quindi all’interessato, le dimissioni e non siano anche conseguenziali a tale richiesta con l’invito alla presidente Capone a fissare in tempi rapidi la seduta di Consiglio per la discussione ed approvazione della legge di riforma per la governance dell’Arpal nella nostra regione. Legge che, se approvata, metterebbe di diritto e da subito Cassano fuori dalla guida dell’Agenzia. Un controsenso, quello della non conseguenzialità nella richiesta di dimissioni di Cassano dall’Arpal da parte sia del Pd che del M5s, che da sicuramente adito al sospetto che la polemica di dette forze politiche di maggioranza nei confronti del dg dell’Arpal sia unicamente di natura elettorale e non anche sostanziale. Ossia che il vero obiettivo della polemica sia solo di natura propagandistica, quindi finalizzata ad eludere le contraddizioni interne al governo regionale, e non all’immediata estromissione di Cassano dalla guida dell’Agenzia. In altri termini, il sospetto di molti, tra gli addetti a lavori della politica, è quello che Cassano rimarrà al suo posto nell’Arpal almeno fino all’esito del voto di fine settembre, quando sarà ormai definito sia il futuro prossimo di Cassano, sia soprattutto il nuovo scenario politico nazionale generato dagli elettori italiani. Però, a tentare di stanare la maggioranza “giallo-rossa” della Regione Puglia sulla vicenda delle richieste di dimissioni del dg dell’Arpal è intervenuto con una nota il capogruppo di Fratelli d’Italia nell’Aula barese di via Gentile, Ignazio Zullo, che al riguardo ha dichiarato: “Attendiamo, con la ripresa delle attività, la convocazione del Consiglio Regionale per porre fine ad un uso strumentale delle Istituzioni con riguardo all’Arpal”. “Istituzioni utilizzate – per Zullo – sempre e solo quando fa comodo ad Emiliano e al Pd” perché, ha ricordato il capogruppo regionale del partito di Giorgia Meloni, “Cassano andava bene ed era da difendere contro noi di Fratelli d’Italia dentro e fuori dal Consiglio Regionale quando mettevamo in evidenza illegittimità ed inopportunità della sua nomina, in quanto utile nelle loro campagne elettorali e da gettare via quando Cassano si mette in proprio”. Per poi ribadire che per Fdi “la nomina di Cassano è sempre stata illegittima e inopportuna perché si concentravano, nella stessa persona, potere politico leaderistico di una lista civica al servizio di Emiliano e del Pd e potere gestionale, peraltro esercitato in spregio agli altri candidati alla carica ben più titolati”. Quindi, ha concluso Zullo: “Capone ed Emiliano si decidano a concordare con i capigruppo la data del prossimo consiglio”, perché i meloniani pugliesi sono pronti a riformare l’Arpal e, quindi, a buttar giù Cassano dal vertice dell’Agenzia. Ma per sapere quanto effettive siano le intenzioni della maggioranza giallo-rossa della Regione Puglia a far decadere Cassano prima del 26 settembre prossimo bisognerà attendere ancora. Fino a quando? I pugliesi non tarderanno a scoprirlo.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 31 Agosto 2022

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio