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Giustizia sotto le tende e la serie “D” per i biancorossi, “San Nicola pensaci Tu!”… che è meglio

Non sta di certo attraversando un periodo esaltante la Città di San Nicola e non soltanto per le generali e note ragioni di crisi economica ed occupazionale che al momento interessano l’intera Italia, ma soprattutto a causa di fattori a carattere prettamente locale che stanno mettendo a dura prova l’immagine stessa del capoluogo pugliese nel panorama nazionale delle grandi città. Infatti, Bari da circa un paio di mesi – come è noto – è balzata all’attenzione delle cronache nazionali per la Giustizia amministrata sotto le tende e non certo a causa di un imprevisto ed imprevedibile evento sismico, ma in conseguenza di un Palagiustizia, quello di via Nazariantz, che improvvisamente si è scoperto essere a rischio crollo, pur essendo note da tempo le condizioni di scarsa e trascurata manutenzione ordinaria e straordinaria dello stesso. Da ultimo la locale squadra di calcio, con alle spalle una prestigiosa storia lunga ben 110 anni, sprofonda dalla serie “B” (dove – tra l’altro – aveva svolto discretamente il campionato) direttamente in serie “D”. Ovvero salta da una categoria di calcio professionistico a quella dei dilettanti, ma non per sventure calcistiche che fortunatamente non ci sono state e che comunque l’avrebbero al più vista transitare in serie “C”, ossia nella categoria semiprofessionistica, bensì per motivi di crisi economica (non certo improvvisa e non nota!) della società detentrice del titolo e dei colori sportivi della città. Insomma, due eventi, quelli  citati, che non rappresentano di certo dei fiori all’occhiello per Bari e che danno non poco da riflettere anche a molti comuni cittadini su quella che è la classe dirigente degli ultimi anni, non soltanto calcistica ma finanche amministrativa della terza città, per numero di abitanti, del Mezzogiorno d’Italia. Una classe dirigente dichiaratamente “non populista” ma “popolare”, che però si è avvalsa per le proprie scalate di tecniche e metodologie populistiche, ma che però alle prossime elezioni, come è già successo alle ultime politiche dello scorso 4 marzo, rischia di essere travolta dall’onda populistica che essa stessa ha contribuito a generare negli anni passati e continua tuttora. Infatti, si chiedono in tanti a Bari, “che senso ha, da un punto di vista di responsabilità amministrativa per un Primo cittadino, convocare via Facebook la tifoseria locale nel vecchio stadio ‘Della Vittoria’ al fine di decisioni che non posso essere certo di natura popolare, ma solo di ordine tecnico ed economiche, quali sono per l’appunto quelle che dovrebbero portare nei prossimi giorni l’Amministrazione comunale a scegliere quali, tra i soggetti locali iscritti alla Fgci, è il più idoneo a cui affidare il titolo ed i colori sportivi della città?” Inoltre, si domandano gli stessi baresi: “Una scelta oculata e responsabile, nell’interesse generale di tifosi e non, può mai essere affidata o condizionata dagli umori contingenti di una tifoseria infuocata e delusa dagli eventi?” E’ chiaro, quindi, che la “trovata” del sindaco Antonio Decaro di convocare le tifoserie organizzate e non del calcio barese cela ben altri fini che nulla hanno a che vedere con il “bene del calcio barese”. Un “bene” che se fosse stato in precedenza realmente perseguito avrebbe sicuramente dovuto portare l’Amministrazione comunale ad accendere assai prima i riflettori su una società e su un patron, Cosmo Giancaspro, che da tempo dovevano far preoccupare il Comune di Bari, se non altro, quantomeno per la mole di debiti che stavano accumulando nei confronti dell’Ente proprietario dello stadio che li ospitava. Ora sappiamo che così non è stato. “E perché…?” si chiedono pure i tanti baresi che non si lasciano di certo incantare dalle iniziative populistiche del sindaco Decaro. Una possibile risposta a quest’ultimo interrogativo si può solo ipotizzare. Mentre quella all’iniziativa di Decaro di voler consultare i tifosi del “Bari calcio”, per decidere a chi affidare il titolo di serie “D” che a giorni sarà nelle mani dell’Amministrazione comunale, prova a darla il deputato forzista barese, Francesco Paolo Sisto, che con una nota ha dichiarato: ““Il sindaco Decaro non sposti in curva la sua campagna elettorale perché rischia di mettersi fuori gioco. Dopo aver indossato i panni del salvatore della patria e aver mediato in una trattativa che tutti sanno come è finita, ora – in un metaforico recupero da supplementari – cerca il consenso dei tifosi convocandoli via Facebook in curva per ‘ascoltarli’. Che farà? Registrerà o verbalizzerà le opinioni? Scatterà foto o girerà video da postare sulla sua pagina social tanto per…non cambiare la sua ordinaria gestione virtuale del comune di Bari?” E, proseguendo, Sistoha commentato: “Decaro ci ha provato a fare campagna elettorale sulla pelle dei tifosi ma gli è andata proprio male”, per poi concludere polemicamente: “Comprendiamo le difficoltà del sindaco-avatar a decidere vista la sua eterna indecisione, e in ogni cosa; ma se ne convinca: il suo campionato, al prossimo giugno, è finito”. Però, polemiche politiche a parte, il dubbio di alcuni cittadini baresi è che, alla luce di quanto negativo ultimamente sia accaduto a Bari (ndr – Giustizia sotto le tende esocietà di calcio in stato di insolvenza, ecc.) possa essere, superstiziosamente parlando, la conseguenza di un’Amministrazione che si sta rivelando non particolarmente fortunata per la città. Ma se così fosse realmente, allora ai baresi non resterebbe forse per il futuro che invocare: “San Nicola pensaci Tu!”

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 19 Luglio 2018

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