Cultura e Spettacoli

Grotta di Curtomartino, le perle sotto i piedi

Fino a quando vorremo ostinarci nell’idea che ‘grotte’ in Puglia vuol dire solo Castellana, non avremo mai idea del patrimonio carsico che abbiamo sotto i piedi. A Villa Castelli, Ceglie Messapica, Putignano e Turi, solo per fare qualche esempio, c’è di che restare a bocca aperta. Così è pure ad Acquaviva delle Fonti, nel cui territorio, a poca distanza dal centro abitato, nell’omonima contrada, si apre la grotta di Curtomartino (nell’immagine, l’ingresso). La parte visitabile si allarga per un venti metri e si estende per circa cinquanta. Questo pur vasto e suggestivo ambiente rappresenta solo una parte dell’estensione totale, dal momento che le acque sotterranee che hanno scavato la grotta hanno anche ostruito con la terra e il pietrisco trasportati i budelli d’accesso ad altri ambienti (per visite guidate contattare il 3398213332).  Oltre che un mirabile esempio di fenomeno carsico, la grotta di Curtomartino rappresenta anche un importante sito faunistico per la presenza d’insetti e lepidotteri e soprattutto un ancora più importante sito d’interesse archeologico. L’uomo cominciò ad abitarla ventimila anni fa, smettendo di farlo in epoca protostorica e storica. Del periodo più lontano ha lasciato il segno sotto forma di arte parietale (grafemi lineari, disegni zoomorfi) e di artigianato litico : bulini, lame, punte di frecce, raschiatoi, grattatoi e schegge di lavorazione della selce. Del periodo a noi più vicino sono sopravvissuti resti di focolari e di ceramica acroma. A Curtomartino sono stati anche rivenuti numerosi resti di fauna : Equus  caballus, Bos primigenius, Cervus capreolus, Vulpes vulpes, Lepus europaeus, Equus asinus hydruntinus e una singola traccia di Hyaena). Tali resti, per il fatto d’appartenere solo a mammiferi, sono utili per farsi un’idea delle caratteristiche ambientali e della variazioni climatiche che interessarono il territorio nel corso dei millenni. Ma come giustificare la presenza di tanti e così diversi quadrupedi all’interno di questa grotta? A differenza di volpi e lepri che amano le tane sicché possono adattarsi pure tra le nicchie di un antro, i buoi, i cavalli, i cervi e i somari non entrano volentieri nelle spelonche. A meno che esse non fungano da stalle, da stanze di macellazione e di conservazione delle riserve alimentari… A Curtomartino l’uomo preistorico mostra d’aver appreso l’arte dell’allevamento, della caccia, della macellazione e della cottura del cibo. Un grado di progresso che indirettamente segnala la ricchezza del territorio, che si può facilmente immaginare coperto da boschi, ricco di corsi d’acqua e selvaggina. Una Puglia arcaica e selvatica, meravigliosamente vergine e ben lontana da quella, pur bellissima, di oggi.

 

Italo Interesse


Pubblicato il 23 Marzo 2018

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