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I segreti per diventare dirigente, tra concorsi, test e ricorsi

Ennesima bocciatura del Tribunale Amministrativo sulle politiche del personale appartenente ai ruoli della Regione Puglia.Con ordinanza n. 347 del 13 giugno scorso, infatti, la Seconda Sezione del Tar Puglia ha sonoramente bocciato e sospeso gli avvisi pubblici per il reclutamento di un paio di dirigenti a tempo determinato, destinate all’Ufficio Controllo e Verifica Politiche 
Comunitarie e all’ancor piu’ delicato Servizio Finanze.Figure dirigenziali di cui c’eravamo ampiamente occupati su queste colonne, nelle settimane passate, criticando le scelte operate da chi decide nelle stanze dell’assessorato alle Risorse Umane di via Celso Ulpiani. Cio’ che avevano fatto, ma con tanto di dettagliato ricorso presentato ai giudici amministrativi di piazza Massari, tre dirigenti idonei dopo il concorso celebrato in Regione cinque anni fa, sicchè al Tar hanno ritenuto che i requisiti troppo 
specifici e specialistici richiesti in quel bando – che su questo giornale avevamo definito ‘ad hoc’ – non fossero in linea con le 
caratteristiche più genericamente manageriali che si richiedono a un dirigente. Fuor di metafora, adesso, s’insinua il sospetto che i requisiti richiesti dal bando fossero disegnati sul curriculum dei probabili vincitori ma, soprattutto,  i giudici del collegio hanno severamente bacchettato il Servizio Personale della Regione diretto dalla dott.ssa Gattulli (anche se l’Ufficio Controllo e Verifica delle Politiche Comunitarie dipende direttamente dal Capo di Gabinetto Davide Pellegrino, al quale si deve l’individuazione degli anomali requisiti bocciati dal Tar) perché, in aperta violazione delle norme in vigore, non si era preoccupata di compiere preliminarmente una ricognizione tra i ricorrenti e idonei in graduatoria per il profilo professionale di dirigente.Ed è assai difficile poter asserire che gli idonei costretti a ricorrere ai giudici amministrativi non erano adatti ai compiti dirigenziali richiesti, visto che avevano superato una selezione faticosa (da cui è uscita dirigente la stessa Gattulli) composta da preselezioni, esami scritti e orali. Una selezione, bisogna ribadirlo, bandita dalla stessa Amministrazione che ora, pur di non prenderli, si era rivolta all’esterno, scegliendo arbitrariamente (come hanno ritenuto al Tar Puglia) all’esterno dirigenti-manager maggiormente graditi. Così facendo, bisogna dirlo, in violazione alla Costituzione Italiana, alla legge e al buon senso.Ma ci sono un altro paio di circostanze da non sottovalutare, partendo dal fatto che la Gattulli è diventata dirigente –come detto- con lo stesso, identico concorso in cui i ricorrenti sono divenuti idonei. In sostanza, hanno superato lo stesso concorso, ma ora l’Amministrazione ritiene buona a fare il Direttore d’Area la Gattulli, non buoni a fare i dirigenti di Ufficio persone che sono state selezionate con lo stesso concorso. Forse era meglio non studiare tanto e non passarlo quel concorso: infatti il dott. Bellomo, che fino ad adesso ha diretto con contratto a tempo determinato l’Ufficio Verifica e Controllo delle Politiche Comunitarie e candidato anche nella procedura bocciata dal Tar, ha provato a superare lo stesso concorso per dirigenti alla Regione, ma con scarsissimo successo, non riuscendo a superare nemmeno le prove preselettive contenenti i test psico-
attitudinali. Pero’ fu premiato ugualmente, visto che nello stesso 2009, pur non avendo passato i quiz, allo stesso fu in ogni caso attribuito l’incarico dirigenziale. Come a dire, ciò che esce dalla porta rientra, e alla grande,  dalla finestra, mentre gli idonei, che quel concorso l’hanno superato, ma sono, come nel romanzo di Kundera, figli di un Dio minore, possono restare disoccupati.
E non basta. Per i due avvisi erano state nominate due diverse commissioni valutatrici, circostanza anomala visto che nessuno dei due avvisi aveva previsto la nomina di una commissione ad hoc. Infatti nemmeno erano specificati i criteri che 
avrebbero dovuto guidare la scelta dei candidati. Non era nemmeno specificato quale organo avrebbe fatto la scelta. Segno di un timore della stessa dirigente di cui sopra di definire nomine in contrasto con i principi più elementari di trasparenza, buon andamento e imparzialità dell’operato della pubblica amministrazione? Per finire, l’udienza di merito è stata fissata davanti al TAR al 1° aprile 2015: fino ad allora il dirigente del personale non potrà firmare alcun contratto di nomina dei dirigenti in questione altrimenti, come la legge impone, si profilerebbe per lei un’ipotesi di responsabilità erariale per i danni arrecati. E a marzo 2015 si vota per la nuova amministrazione regionale e quindi altro giro, altra giostra e probabilmente altre facce… 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 17 Giugno 2014

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