Cultura e Spettacoli

Il proto-cane di Cala Colombo

A Torre a Mare, in località Cala Colombo, esiste una grotta che è l’unica residua di un complesso di almeno tre ipogei in parte svuotati e smantellati dall’erosione marina. Probabilmente adattata dall’uomo che modificò una preesistente cavità naturale, la cavità nel 1973 si presentava  colma di un deposito di terreno spesso circa m. 1,50 contenente testimonianze riferibili al Neolitico. Tali testimonianze consentono di affermare che a Cala Colombo viveva una comunità abbastanza evoluta, numerosa, organizzata e capace. Diversamente, non si spiegherebbe tanta abbondanza di lame in ossidiana, ami e punteruoli in osso, avanzi di ceramica, relitti scheletrici di uomini e bestie. Quanto ai resti animali, è interessante notare come sugli animali selvatici (coniglio e cervo) prevalgono quelli domestici, a dimostrazione di come l’attività di allevamento fosse già ben sviluppata 2500 anni prima di Cristo. In mezzi a tracce di ovicaprini, maiali e buoi sono stati rinvenuti anche ossa di canidi. Soffermiamoci su quest’ultimo ritrovamento. In proposito gli archeologi hanno parlato non di esemplari di ‘canis lupus’ bensì di ‘canis familiaris’, ovvero del discendente del primo, addomesticato in epoca imprecisata a scopo di difesa della persona, del territorio, di greggi e mandrie. Secondo la maggior parte degli studiosi affinché il lupo, attratto dagli avanzi delle prede macellate dai cacciatori, prendesse confidenza con l’uomo era necessario che divenisse stanziale di quello o quell’altro insediamento e per un periodo di tempo piuttosto lungo (almeno 50-100 anni). Tale permanenza poco a poco dava vita a mutazioni genetiche che divenivano sempre più evidenti man mano che questi lupi addomesticati si incrociavano fra loro. Tornando a Cala Colombo, quei cani erano frutto di addomesticamento avvenuto in loco o erano frutto di quegli scambi così frequenti tra le comunità del neolitico affacciate sul mare? Consideriamo solo il primo caso, il più affascinante, che consente di immaginare creature intermedie assolutamente autoctone, poiché figlie di esemplari di lupi endemici della Bassa Murgia, animali abituati a vivere in un ambiente avaro d’acqua e di ripari. E se ciò fa pensare ad antenati particolarmente asciutti, forti al punto da poter passare le notti all’aperto senza tema di predatori, possiamo sguinzagliando la fantasia delineare il proto-cane di Cala Colombo : una creatura di taglia-medio piccola, a pelo lungo e chiazzato (necessità mimetica), particolarmente agile e dalla dentatura poderosa, forte nella tempra e resa scaltra dai disagi dell’habitat. I nostri progenitori non potevano non dare il giusto peso ad un ‘collaboratore’ tanto prezioso.

Italo Interesse


Pubblicato il 8 Gennaio 2014

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