Cronaca

“La politica cerchi il bene comune evitando l’individualismo”

“La politica cerchi il bene comune evitando l’individualismo”: lo dichiara in questa intervista Monsignor Luigi Mansi, vescovo di Andria.

Eccellenza Mansi, partiamo dalla nozione di bene comune. Che cosa è?

“E’ il bene di tutti, una società nella quale nessuno deve fare il furbo o creda di essere migliore degli altri. Insomma, il bene comune è la ricerca della giustizia sociale, per essere sintetici”.

La politica deve badare alla ricerca del bene comune?

“Certamente sì. Una classe politica seria ha il dovere di badare prima di tutti agli ultimi, ai deboli, alle persone svantaggiate, a chi è nel bisogno. Occorre fare leggi che aiutino chi è in una situazione di difficoltà senza lasciare indietro nessuno. Non è bello che chi nella vita di per sè è sfortunato, non abbia dalla sua neanche leggi giuste e solidali”.

Le piace questa campagna elettorale?

“Ad essere sincero proprio no. Sento solo insulti e squalificazione personale, e percepisco poche proposte concrete. Insomma, si bada maggiormente a demonizzare l’avversario che a indicare soluzioni razionali per il bene del Paese”.

Quali sono a suo parere le urgenze?

“Maggior giustizia distributiva nelle ricchezze e dunque giustizia sociale, e soprattutto aiutare chi col Covid ha perso il lavoro o non lo ha recuperato. Le mense Caritas sono piene di gente anche insospettabile che non arriva alla fine del mese. Poi è utile evitare l’individualismo e badare al benessere collettivo. Infine una delle priorità del Paese è il lavoro. Come le dicevo tanti cittadini lo hanno perso con la pandemia e con la crisi economica, dunque uno Stato previdente fa in modo di trovare le opportunità per chi voglia davvero lavorare e non ha la possibilità. Il lavoro è una forma di carità e dignità”.

Reddito di cittadinanza, che cosa ne pensa?

” Non ho nulla, almeno sulla carta, contro questa istituzione. Tuttavia bisogna riconoscere che ha avuto pessima attuazione nella realtà e ciò voleva maggior accortezza nella erogazione. Si è dimostrato diseducativo, perchè spesso ha allontanato la gente dal lavoro e si è rivelato uno sperpero di denaro pubblico. Ha favorito chi pur potendo lavorare, ha preferito stare a casa svolgendo qualche lavoretto a nero. Quelle risorse potevano essere utilizzate diversamente e bene”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 2 Settembre 2022

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio