Cultura e Spettacoli

Ospedale San Pietro, la storia dimenticata

Esistono molte immagini di Bari. Nessuna di queste ritrae il primo Ospedale Consorziale della città, una struttura che prese vita nel 1889 sfruttando gli ambienti di un preesistente fabbricato religioso. Per l’epoca fu un grosso passo avanti nella storia ospedaliera della città : il San Pietro disponeva di ben 175 posti letto. Funzionò a pieno regime sino a poco prima del secondo conflitto mondiale. Con l’entrata in funzione del Policlinico Universitario iniziò il suo declino. La guerra ne segnò la fine. Leggermente colpito durante il bombardamento alleato del 13 novembre 1940, l’ospedale patì danni gravissimi in occasione dell’attacco della Luftwaffe del 2 dicembre 1943. Il colpo di grazia glielo inflisse l’esplosione della nave Henderson del 9 aprile 1945. Ridotto a un rudere, il San Pietro venne demolito nel 1969. Dicevamo prima dell’assenza di testimonianze fotografiche del San Pietro. Ci si deve contentare di quelle relative all’area su cui sorse quell’ospedale. Stiamo parlando dell’area archeologica di San Pietro, che si allarga per poco meno di un ettaro sul piccolo promontorio della città vecchia proteso verso il nuovo porto. Lì sorgeva un complesso di fabbricati comprendente un convento e l’ancora più antica chiesa di San Pietro (donde il nome del nostro ospedale). L’immagine ritrae ciò che resta dell’originaria costruzione : il chiostro. Un’area preziosa, dunque (tra l’altro visitabile), tanto più che le tracce di storia che essa nasconde sono ancora più remote dei primi segni di cristianità. Dal sottosuolo di San Pietro, infatti, sono emerse testimonianze dell’età del ferro. Una scoperta affatto recente. Era il 1913 quando, un po’ per caso, nei pressi del complesso monastico di San Pietro, a un passo da Santa Scolastica, Michele Gervasio (che dal 1909 al 1958 fu ininterrottamente Direttore del Museo Archeologico di Bari) riportava alla luce i resti di un villaggio risalente al secondo millennio prima di Cristo ricco di tombe peucete e di ceramiche del tempo. L’insediamento si collocava sul promontorio di cui sopra, questo “scoglio che, elevato di parecchi metri sul livello del mare, offriva un sicuro rifugio dalle tempeste e dalle incursioni… e visto dal mare con le sue costruzioni poteva sembrare una specie di fortezza” (Michele Viterbo, “Gente del Sud”, Laterza, Bari – 1959). Fa specie considerare quanti sedimenti di storia si sovrappongono a San Pietro : preistoria, medioevo, rinascimento, era moderna… L’omonimo ospedale è stato l’ultimo di questi sedimenti e, per fortuna, tale resterà. E sì perché c’è stato un tempo (gli anni settanta) in cui, dopo l’abbattimento del rudere, si pensò seriamente di adibire quell’area a verde pubblico.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 30 Giugno 2017

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