Cronaca

Palese-Santo Spirito: Comune o Municipio decentrato?

“Tertium non datur”: Comune di Palese-Santo Spirito politicamente ed amministrativamente indipendente da Bari, oppure Municipio di Palese-Santo Spirito, in quanto organo di decentramento amministrativo comunale e, quindi, sempre dipendente da Bari. Sono queste le due uniche ipotesi, una alternativa all’altra, in cui si potrà inquadrare la comunità di Palese-Santo Spirito, con i suoi  circa 28mila abitanti nella Città metropolitana di Bari, quando questo nuovo ente sovra comunale si costituirà nel 2014, dopo la soppressione della Provincia.  Infatti, contrariamente a quanto vorrebbero far credere gli amministratori baresi con il riordino del decentramento comunale, non vi è nessun’altra ipotesi, se non quella di costituzione in Comune autonomo, che possa assicurare ai palesini e santospiritesi di essere presenti ai tavoli decisionali della costituenda “Città metropolitana” con rappresentanti diretti, al pari di altre realtà demografiche analoghe a quella di Palese e Santo Spirito, o addirittura più piccole, come Adelfia, Bitritto, Noicattaro, Rutigliano, Triggiano o Valenzano, ma che però sono Comuni autonomi.  Questo è, in estrema sintesi, quanto emerso dall’incontro sul tema: “Palese e Santo Spirito nella città Metropolitana di Bari: Comune autonomo o municipio?” tenutosi la scorsa settimana, a Palese, nel salone parrocchiale della Chiesa di “San Michele Arcangelo” alla presenza di un folto pubblico. All’incontro dibattito, organizzato da cinque associazioni locali, la “Pro-Loco” di Santo Spirito, la “Terzo Millennio”, l’AB&C, la “TerrAmare” e “Costa del Sole”, sono intervenuti due avvocati amministrativi, Felice Lorusso ed Agostino Meale, quest’ultimo anche docente di Diritto amministrativo all’Università di Bari, e due sindaci, Ninni Gemmato di Terlizzi e Michele Abbaticchio di Bitonto, che hanno discusso per oltre due ore e mezza sule novità già introdotte in materia nel 2012 dal governo Monti. Sviluppi che, a breve, interesseranno necessariamente la Città di Bari e gli altri Comuni della provincia, poiché il capoluogo pugliese è uno dei dieci centri interessati dal decreto Monti per la costituzione della “Città Metropolitana”. Costituzione a cui, lo scorso ottobre, ha dato pare favorevole il Comune di Terlizzi, “purché – ha chiarito il sindaco Gemmato – non vengano lese le odierne prerogative di autonomia ed indipendenza comunale, peraltro costituzionalmente garantite”. Il Comune di Bitonto, invece, sullo stesso argomento si è espresso negativamente “Ed – ha spiegato il sindaco Abbaticchio – il ‘No’ dei bitontini non è una posizione di pregiudizio assoluto al nuovo Ente sovra comunale, ma un diniego a far parte di un organo di cui si conoscono le competenze, ma non lo statuto. Per cui il Comune della città dell’ulivo, pur vedendo con favore l’istituzione della Città metropolitana, non intende farne parte a scatola chiusa”. E se per Terlizzi e Bitonto preservare la prerogativa di autonomia comunale è presupposto più importante dell’adesione alla Città metropolitana, per Palese e Santo Spirito il presupposto della costituzione di questo nuovo Ente è un motivo in più per  rivendicare con più forza esigenza e voglia di autodeterminazione della popolazione locale, emerse dal referendum consultivo del 19 aprile 2009, quando il 79% dei votanti disse “SI” al distacco dal capoluogo ed alla costituzione del Comune autonomo. Ora, infatti, i nodi per la mancata istituzione nel febbraio del 2010 del Comune di Palese-Santo Spirito stanno venendo al pettine, sia perché i problemi irrisolti di questo territorio sono aumentati, sia perché diventano sempre più evidenti le vere ragioni per cui l’Amministrazione barese si oppone al riconoscimento di un diritto legittimo e costituzionalmente garantito, qual è l’autodeterminazione politica ed amministrativa di una comunità che possiede tutti i presupposti previsti dall’ordinamento statale e regionale.“Presupposti che – come spiegato dall’avvocato Lorusso – pur essendo stati riconosciuti dalla Regione nell’iter istruttorio del disegno di legge che avrebbe dovuto essere approvato per rendere amministrativamente indipendente da Bari le ex frazioni di Palese e Santo Spirito, sono stati ignorati, per assecondare i voleri e, soprattutto, gli interessi di un’Amministrazione comunale, quella barese, miope ed egoista”. Infatti, per confondere le idee ai cittadini – aveva spiegato il professor Vincenzo Colonna nell’introduzione al dibattito, il Comune di Bari nel 2011 (cioè un anno dopo il diktat del sindaco Emiliano alla Regione di non dare l’autonomia alle ex frazioni) ha commissionato all’Ipres, vale a dire all’Istituto di ricerche economico-sociali di cui lo stesso Comune è fondatore, uno studio sulle nove circoscrizioni baresi e da cui risulterebbe che le uniche realtà cittadine economicamente non in grado di mantenersi sarebbero le comunità di Palese-Santo Spirito e Carbonara-Ceglie-Loseto. Guarda caso, proprio quelle che da tempo chiedono di staccarsi da Bari. Una coincidenza molto sospetta e sui si è molto soffermato nel suo intervento il professor Colonna, che ha evidenziato tutte le criticità e le congetture su cui si fonda una ricerca che – a detta di Colonna – è priva di un benché minimo pregio scientifico, trattandosi esclusivamente di un “lavoro politico” le cui conclusioni sono state evidentemente indirizzate alla giustificazioni, a posteriori, dello scippo, nel 2010, dell’autonomia comunale alle ex frazioni. Uno “scippo” le cui conseguenze a Bari sono sotto gli occhi di tutti e di cui verosimilmente si dovrà discutere ancora a lungo. Ma questo è un altro discorso. E si vedrà.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Giugno 2013

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio