Cronaca

Palo della luce sul lungomare ostacola l’accesso per disabili

Passeggiando in bicicletta si vedono e si scoprono tante cose, tante piccole curiosità che a bordo di autovetture, imbrigliati nel caotico traffico cittadino, è difficile scorgere. Ed è stato pedalando in bicicletta ( non vorremmo fare pubblicità indiretta ad un candidato sindaco amante delle piste ciclabili e della mobilità alternativa) che  alcuni giorni fa sul lungomare a sud di Bari in direzione San Giorgio ci siamo accorti con sensibile ritardo di questa curiosa  “realizzazione urbanistica”  che ha destato la nostra attenzione. L’istantanea realizzata qualche mattina addietro  ,nella quale è immortalato un palo della luce proprio al centro di uno scivolo per disabili ,potrebbe ingenerare in chi la osserva alcune domande tra il serio ed il faceto,e una di queste potrebbe essere: ma chi ha realizzato e autorizzato, e con che criterio,  una cretinata del genere? Possibile che il progettista dei lavori, o chi per lui, ad esempio chi ha installato materialmente quel palo della luce, non si sia accorto di un errore così macroscopico? La risposta a questi interrogativi è semplice, o se si preferisce semplicistica: siamo a Bari, ed è purtroppo possibile tutto. Intendiamoci, in tema di brutture strutturali parliamo di cosa di poco conto se pensiamo che le speculazioni urbanistiche compiute nell’arco di decenni dai palazzinari baresi, che dall’alto delle loro “logge” ,cementificando selvaggiamente, hanno stravolto e non migliorato  la città nei suoi assetti urbanistici e sociali, meriterebbero ben altre  elencazioni e trattazioni. In fin dei conti, nel caso specifico, forse si è trattato di semplice disattenzione da parte di qualche operaio  nel montare il  pilastro di ferro, con qualche culpa in vigilando in capo a  chi avrebbe dovuto sovraintendere i lavori. Se poi lo scivolo è stato realizzato a posteriori, che dire,occorrerebbe solo coniare un nuovo neologismo per definire il minus habens che ne ha decisa la localizzazione .  Se   a tutto  questo si aggiunge che l’illuminazione sul quel tratto di lungomare  è stata ovviamente pagata (come tutti i lavori pubblici) con i soldi dei contribuenti, si  potrebbe dire che il committente (leggasi assessorato competente ai lavori pubblici) avrebbe dovuto garantire  una” migliore” realizzazione dell’opera, secondo le regole dell’arte come recita la voce contrattuale. Più serio si fa il discorso se, dall’osservazione dell’istantanea oggetto del nostro dire, traiamo diverse e più amare considerazioni in ordine alla  colpevole disattenzione che le nostre istituzioni locali riservano al problema delle barriere architettoniche,problema che a quanto pare passa in secondo piano rispetto alla dissennata infissione di un qualunque palo di presunta pubblica utilità . Vorremmo sommessamente ricordare che proprio in tema di barriere architettoniche  qualche illustre nostro amministratore, per quanto concerne il loro abbattimento, ne ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia nelle  passate elezioni amministrative. Una cosa è certa: in una qualsiasi  città europea  chi  avesse mai osato realizzare  un lavoro così  incredibilmente stolto come infiggere un palo al centro di uno scivolo per disabili  sarebbe stato vigorosamente preso a pedate nel sedere, sine ulla recriminazione,  dalla committenza, che nel nostro caso non se ne è neanche accorta o ha colpevolmente sorvolato . Noi baresi invece, che siamo verticalmente meno rispettosi dei diritti delle persone disabili, e meno fiscali nel pretendere quantomeno un minimo criterio nella gestione della res publica,  ma decisamente più fantasiosi, vorremmo proporre, con una velata punta di presunzione, che la foto in questione, che meriterebbe di venire esposta al pubblico ludibrio assieme alla indicazione del nome del responsabile dei lavori di infissione dei pali su quel tratto di lungomare , venga esposta in  qualche mostra importante nella quale autorevoli   scatti fotografici  ritraggono  realizzazioni post moderne prive di alcun senso. E   Bari, che ormai versa in un degrado inarrestabile,offrirebbe  numerosi e variegati spunti. Ma tornando alla vicenda in questione, ed alla serietà che la situazione richiede, va denunciato con decisione che il palo di che trattasi, sito a ridosso del cancello di ingresso di uno dei pochi ristoranti sul mare della zona,  impedisce  l’accesso sul marciapiede ai cittadini disabili, o può addirittura ostacolare  il passaggio di barelle mediche  in caso di necessità di soccorso. Forse adesso qualche lettore ci rimprovererà il sensibile ritardo della nostra “scoperta”, visto che quel palo è lì da lungo tempo, e che la cosa non sarà certamente sfuggita ai molti automobilisti baresi e non che quotidianamente percorrono quel tratto di strada. Forse qualcuno più impietoso ci consiglierà di cambiare mestiere; una esortazione di cui terremmo volentieri conto se a cambiare professione ci fosse pure il progettista che ha permesso, forse negligentemente, quella bruttura.  L’ufficio di collocamento registrerà nel tal caso altri due disoccupati in più.

 

Piero Ferrarese


Pubblicato il 8 Aprile 2014

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