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Parte la “trappola” politica a Emiliano di Letta e Decaro

Oggi si riunisce a Roma la direzione nazionale del Pd e la “trappola” politica del segretario del Pd, Enrico Letta, di concerto verosimilmente con il sindaco di Bari, Antonio Decaro, per il presidente Michele Emiliano si chiama “candidatura” alle prossime politiche. Infatti, l’invito di Letta al governatore pugliese a mettersi in gioco alle elezioni di fine settembre, con una candidatura al Senato (richiesta rivolta, per la Camera, anche al sindaco e presidente Anci, Decaro, che finora si è mostrato poco propenso ad accettare), potrebbe rivelarsi una vera e propria trappola per Emiliano, qualora il centrosinistra e, in particolare, il Pd in Puglia il 25 settembre prossimo dovesse ripetere le performance negative riportate in tutte le tornate politiche dal 1994 in poi e, in special modo, nelle ultime due. Ossia quelle del febbraio 2013 e, da ultime, quelle del 2018. Però, la vera “trappola” per Emiliano non è solo quella di doversi cimentare in una competizione elettorale, come quella delle prossime politiche, dove il risultato complessivo del centrosinistra e del Pd in Puglia non dipenderebbero di certo dal solo operato del governatore, ma verosimilmente da ben altri fattori politici di carattere non locale. Per cui l’esito del voto per il centrosinistra e per il Pd pugliese anche con Emiliano in campo potrebbe non essere quello sperato dai vertici nazionali del partito. Infatti, il rischio vero per il governatore, in caso di una sua discesa nell’agone delle politiche alla testa del Pd pugliese, sarebbe quello di vedersi appannata la sua leadership nel centrosinistra locale, nel caso in cui non ottenesse un exploit elettorale per il Pd e, quindi, personale, oltre che per il centrosinistra. Difatti, se Emiliano accettasse di candidarsi, sicuramente farebbe il capolista nel listino del Pd al plurinominale per Palazzo Madama che comprende l’intera Puglia e, verosimilmente, al governatore verrebbe anche chiesto di competere in uno dei 5 collegi pugliesi del maggioritario per il Senato (quasi sicuramente quello della provincia barese), nel quale dovrebbe dimostrare ancor di più la propria capacità attrattiva e, quindi, la sua effettiva leadership politica. E’ vero che da capolista del listino Emiliano avrebbe il seggio assicurato a Palazzo Madama, ma è altrettanto vero che, se il partito di Letta non ottenesse in termini di voti (e quindi anche in percentuale) un risultato ragguardevole in Puglia, l’elezione di Emiliano al Senato risulterebbe – come suole dirsi tra gli addetti ai lavori – “ammaccata” e, quindi, priva di peso sia a livello di Gruppo che di partito. Per cui, in tal caso, Emiliano qualora decidesse di abbandonare anticipatamente il ruolo di governatore, a Roma sarebbe costretto a svolgere nel Pd quasi sicuramente la parte dell’ultimo arrivato e non altro. Ancora peggio per Emiliano sarebbe un insuccesso nel collegio maggioritario, dove – come è noto – si misura effettivamente la potenzialità politica ed il valore aggiunto di un presunto leader. E vincere nell’uninominale, con l’aria che dira da queste parti in questo particolare momento storico per il centrosinistra, non è sicuramente impresa da poco neppure per il governatore pugliese, che dovrebbe riuscire a mobilitare a suo favore, soprattutto nell’uninominale, tutte quelle forze che, con le diverse sigle, nel settembre del 2020 lo hanno aiutato a riconfermarsi governatore. Impresa, questa, non impossibile ma sicuramente ardua, se si considera la profonda diversità dei due sistemi elettorali, ossia tra quello proporzionale con le preferenze per le regionali e quello senza preferenze e maggioritario per le politiche. Senza considerare, inoltre, che nel 2020 la partecipazione al voto fu in media del 56% degli aventi diritto e che da questi votanti Emiliano raccolse poco più del 46% dei voti, riuscendo a trionfare. Invece, alle politiche il dato medio di partecipazione al voto in Puglia storicamente ha fatto sempre registrare una cifra percentuale di gran lunga maggiore (mediamente introno al 70%), per cui sarebbe davvero superficiale ritenere scontato, soprattutto nel maggioritario, una vittoria facile financo per il governatore Emiliano. Considerazioni e rischi, questi accennati per Emiliano, che si potrebbero porre al pari per Decaro, qualora quest’ultimo accettasse l’invito di Letta a candidarsi alla Camera a queste elezioni politiche. Anzi, nel caso in cui alle elezioni fossero presenti entrambi in Puglia, per Emiliano e Decaro si porrebbe anche un problema in più, che è quello che deriverebbe da una sicura rivalità interna al Pd e che consisterebbe nel dimostrare chi dei due è in grado di portare più voti al partito, nei pur differenti collegi dove sarebbero eventualmente candidati. Perciò, Decaro da subito ha pensato forse bene – come ci risulta da indiscrezioni romane – a nicchiare all’invito di Letta a candidarsi, lasciando ad Emiliano in primis l’eventuale “patata bollente” della candidatura. E, magari, ad invogliarlo anche con la complicità di Letta, che potrebbe promettere al governatore pugliese un ruolo di spicco a livello nazionale, in caso di vittoria del centrosinistra, oltre che assicurargli l’elezione garantita (nei listini Pd del proporzionale) di qualche “gregario” emilianista, sia al Senato che alla Camera. Al momento, però, – stante a quando è dato sapere da qualche bene informato locale – il presidente Emiliano avrebbe più di una perplessità ad aderire alla richiesta di Letta a candidarsi e – come suole dirsi a Bari – “potrebbe aver mangiato la foglia” sulla proposta di Letta, per tutti rischi che questa gli comporterebbe. Infatti, non a caso il capogruppo del Pd alla Regione, Filippo Caracciolo, molto vicino ad Emiliano e gli esponenti dei Gruppi civici di Emiliano (“Con” e “Per la Puglia”) hanno già diramato inviti pubblici “ad hoc” (e forse anche su suggerimento dello stesso Emiliano!), per dissuadere il governatore da qualsiasi ipotesi di candidatura e suo trasferimento romano. Invece, in modo forse furbesco, il Primo cittadino barese ufficialmente ancora tace sulla richiesta di Letta a candidarsi alle prossime politiche. Infatti, se Emiliano dovesse accettare di trasferirsi in un seggio a Palazzo Madama, Decaro avrebbe quasi certamente la strada spianata con Letta per la sua candidatura a presidente della Regione. Mentre, se Emiliano decidesse di restare in Puglia, allora Decaro potrebbe far finta di sacrificarsi per le politiche con Letta e con il governatore pugliese, candidandosi alla Camera. Però, così facendo, la candidatura di Decaro sarebbe sotto i riflettori prescindendo da quelli che sarebbero i risultati per il Pd pugliese e per il centrosinistra nazionale. Ed in ogni caso Decaro potrebbe tentare di assumere lui la leadership pugliese del partito, mettendosi a Roma a capo della pattuglia Pd dei “gregari” che dalla Puglia, sia Letta che Emiliano, potrebbero consentirgli di portare prossimamente in Parlamento. In definitiva per Emiliano, sia in caso di accettazione che di rifiuto della candidatura al Senato, il rischio di perdere la leadership politica pugliese è duplice. Infatti, alle politiche del 2018 l’allora segretario del Pd, Matteo Renzi, con la verosimile complicità di Decaro riuscì a convincere Emiliano (che era stato candidato alle primarie per la segreteria del partito!) a rinunciare alla richiesta di qualche candidato al Parlamento fuori della Puglia, vanificando così di fatto ogni eventuale velleità di leadership nazionale dello stesso Emiliano. Ora, invece, potrebbe essere il segretario Letta che, in un’evidente ma mascherata sintonia con Decaro, in un caso o nell’altro delle ipotesi innanzi riferite potrebbe forse far perdere ad Emiliano financo la leadership politica del centrosinistra pugliese. Ma se ciò accadesse, per Emiliano anche l’ipotesi, ora scontata, di candidatura per un eventuale terzo mandato nel 2025 potrebbe traballare. E non sarebbe neppure difficile da immaginare chi nella coalizione locale del centrosinistra “giallo-rosso” potrebbe metterla in discussione e farla saltare. Altro che….”trappola” per Emiliano. Infatti, le richieste “a mettersi in gioco” di Letta a Decaro ed Emiliano, alle prossime politiche, per quest’ultimo in Puglia potrebbero tramutarsi, forse, in una vera e propria “imboscata”.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 26 Luglio 2022

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