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Partito Democratico: dopo l’affronto di Barletta, il segretario Letta ha partorito il topolino

La montagna ha partorito un “topolino”. Infatti, dopo una nota di fuoco del coordinatore della segreteria nazionale del PD, Marco Meloni, su ciò che è accaduto nel partito per le prossime amministrative di Barletta, e le conseguenti tensioni scaturite nel corso della scorsa settimana tra il vertice del Pd pugliese, Marco Lacarra, con quelli romani, vale a dire con lo stesso Boccia, Meloni e, soprattutto, con il segretario Enrico Letta, non poteva concludersi in maniera più indolore per il Pd pugliese e, in particolare per Lacarra ed il governatore Michele Emiliano, che pur non essendo più iscritto dal 2020 resta verosimilmente l’effettivo regista del Pd in Puglia. Difatti Letta, anziché rimuovere il vertice pugliese del Pd con il commissariamento, ha lasciato Lacarra al suo posto, con la sola novità di mandare in Puglia il parlamentare biscegliese, Boccia, al posto del funzionario romano di piazza del Nazzareno, Riccardo Tramonta, che per altro, già da alcune settimane, si era dimesso dall’incarico di commissario “ad acta” per il congresso, ricevuto – come si ricorderà – da Letta lo scorso mese di dicembre. A darne notizia nella tarda serata di ieri è stato lo stesso Letta, che ha dichiarato di aver chiesto al deputato e ministro degli Affari Regionali dell’ex governo giallo-rosso a trazione Conte di assumere l’incarico di commissario ad acta per la celebrazione dei congressi del Partito Democratico della Puglia, con il compito di organizzare la fase di tesseramento e di rafforzare la presenza territoriale del partito, anche in vista delle prossime elezioni amministrative. Con la precisazione che i congressi regionale, di federazione e di circolo dovranno essere indetti entro l’estate 2022, ovvero prima delle elezioni politiche. Richiesta subito accolta da Boccia, che ha così commentato il proprio assenso all’incarico: “È una fase politica importante per le scadenze elettorali che abbiamo di fronte e delicata al tempo stesso perché coincide con passaggi cruciali della vita sociale ed economica in Puglia e nel resto del Paese. Dalla fase di uscita dalla pandemia agli effetti della crisi internazionale, le istituzioni locali guidate dal centrosinistra, così come la stessa Regione Puglia, necessitano di un Partito democratico unito, coeso e aperto ad una fase di piena rigenerazione, così come disposto dal nuovo regolamento nazionale e dalle attività di partecipazione alla vita politica in corso, anche attraverso le Agorà democratiche”. Inoltre, Boccia contestualmente ha reso noto che “avendo la facoltà di nominare organismi di supporto all’attività commissariale, comunico di aver costituito un comitato di indirizzo per le attività dei circoli e delle federazioni in vista dei congressi, composto da: Antonio Decaro, Sindaco di Bari e Presidente Anci, Loredana Capone, Presidente dell’Assemblea Regionale della Puglia, e Raffaele Piemontese, Vice Presidente della Giunta Regionale della Puglia”, ringraziando questi ultimi  per aver dato l’immediata disponibilità e che nei prossimi giorni, a partire da venerdì 1° aprile, incontrerà il Presidente della Regione, i parlamentari del territorio, i consiglieri regionali, gli amministratori locali e i segretari delle singole federazioni e dei circoli “per lavorare insieme ad una prima consultazione dei circoli del PD Puglia”. Grande soddisfazione da parte del presidente Emiliano, che ancora una volta, evidentemente, è il vero vincitore di questo round, tra Bari e Roma, nel Pd. Tanto da affermare con enfasi in una nota: “Tutto è bene quel che finisce bene”. Per poi proseguire: “Ho accolto con grande favore la nomina di Francesco Boccia a commissario ad acta per la più rapida convocazione delle procedure congressuali che porteranno all’elezione del nuovo segretario regionale del Pd pugliese”. Infatti, per Emiliano, la decisione di Letta di non decapitare Lacarra “è una decisione saggia” da lui condiviso con il segretario Letta, assieme a tutti i principali esponenti e dirigenti del Pd pugliese, poichè “Lacarra rimane segretario regionale del partito sino al congresso e questo rende merito a quest’ultimo del grande lavoro che ha svolto durante il suo mandato”, avendo lui vinto tutto ciò che c’era da vincere e avendo portato il PD ad un ruolo centrale nella politica pugliese, in dialogo equilibrato e collaborativo con i movimenti civici che hanno sostenuto la coalizione progressista nella straordinaria vittoria alle elezioni regionali del 2020 e nelle molteplici affermazioni nelle elezioni comunali e provinciali. Quindi, – ha concluso Emiliano – “la squadra ancora una volta, sotto la guida del segretario Enrico Letta, ha saputo costruire sintesi e confronto costruttivo”, ringraziando “in modo particolare Antonio Decaro, Loredana Capone e Raffaele Piemontese per la disponibilità offerta ad accompagnare il segretario Lacarra nel percorso di avvicinamento al congresso e nel condividere il carico della guida del partito pugliese in vista delle elezioni amministrative e poi della politiche del 2023”. E da quest’ultima affermazione, però, ancora una volta non è chiaro come stanno realmente i fatti all’interno del Pd pugliese. Ovvero, stante anche a quanto affermato dal neo-commissario “ad acta” per il congresso, Boccia, non è chiaro se Decaro, Capone e Piemontese saranno i “tutori” di quest’ultimo o del segretario regionale rimasto in carica, Lacarra. Infatti, Boccia ha dichiarato di aver nominato lui il comitato di indirizzo per le attività pre-congressuali, mentre Emiliano ha affermato che la terna accompagnerà Lacarra al congresso. Un “rebus”, questo, che sicuramente sarà chiarito strada facendo. Invece, ciò che verosimilmente è certo, anche dopo quest’ultimo intervento romano di Letta, che a comandare in Puglia nel PD sarà ancora il governatore Emiliano, nonostante non abbia alcun ruolo di partito e né tantomeno la tessera. E, soprattutto, nonostante l’affronto effettuato a Barletta dallo stesso Emiliano, con la responsabilità piena di Lacarra, contro le indicazioni politiche nazionali. Infatti, dai vertici romani del PD, come sempre in Puglia, sono giunti solo “lampi e tuoni”, ma neppure un po’ di pioggia.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 29 Marzo 2022

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