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Proroga del “Piano casa”, il governo ricorre alla Consulta

Il governo Draghi con un provvedimento approvato nel corso della seduta di Consiglio dei Ministri di lunedì scorso ha deciso di sollevare l’eccezione di incostituzionalità per la legge della Regione Puglia n.39 del 30 novembre 2021, più comunemente nota come la legge che ha prorogato nella nostra regione il “Piano casa” per il 2022. Quindi, l’impugnativa del Governo al momento ha determinato una sospensiva della L.R. n.39/2021, in attesa che sulla stessa si pronunci la Corte Costituzionale. La legge di proroga del “Piano casa” in Puglia – come si ricorderà – è stata approvata all’unanimità da parte del Consiglio regionale ed in distonia con il programma prospettato dall’assessore all’Ambiente ed Urbanistica della giunta Emiliano, Anna Grazia Maraschio, che sul tema era in disaccordo anche con la compagine consigliare di maggioranza. La notizia dell’impugnativa da parte del Governo ha subito sollevato una levata di scudi bipartisan in Puglia, ovvero sia da parte di esponenti di centrosinistra che di centrodestra, i quali ritengono utile la misura approvata lo scorso 30 novembre, oltre che costituzionalmente legittima. Invece, l’assessore all’Ambiente della Regione ha commentato in maniera più prudente ed alquanto asettica la decisione del governo Draghi. Infatti, Maraschio con una nota ha affermato: “La decisione del governo di impugnare la proroga del Piano Casa richiede un cambio di passo in materia di urbanistica”, poiché “il regime di proroga lascia spazio a troppi dubbi, anche dal punto di vista legislativo”. Incertezze che, secondo la stessa Maraschio, “la Puglia non può permettersi”, ritenendo “adesso necessario e urgente voltare pagina”. Infatti, ha annunciato inoltre l’assessore: “È necessario e urgente costruire una norma, su cui sono personalmente impegnata da mesi, che dia riferimenti certi ai Comuni, agli imprenditori e ai cittadini”. Una norma che – a detta dell’assessore dell’esecutivo di Emiliano – deve essere da un lato “capace di tutelare l’immenso patrimonio storico, architettonico e naturalistico della Puglia, e dall’altro di rispondere alle legittime esigenze abitative” dei cittadini pugliesi. Di tutt’altro avviso la reazione all’impugnativa del governo del segretario pugliese del Pd, il deputato Marco Lacarra, che con una ha dichiarato: “Non si può che essere fortemente contrariati per la decisione del Ministero per gli Affari regionali di accogliere le obiezioni del Ministero della Cultura e portare la legge pugliese che proroga il ‘Piano Casa’ davanti alla Corte costituzionale”. Infatti, per Lacarra, “i rilievi ministeriali si fondano su presupposti erronei e marcatamente ideologici, mentre le approfondite argomentazioni offerte in risposta dai tecnici della Regione Puglia non sono state sufficientemente prese in considerazione”. Quindi, per il segretario del Pd pugliese, il rischio è che possa essere affossato “uno strumento importantissimo per l’economia pugliese, che ha rappresentato un volano per il settore edili, favorendo la legalità e il lavoro e fermando il consumo di nuovo suolo”. In sintonia con Lacarra è la dichiarazione di un altro deputato pugliese del Pd, Ubaldo Pagano, che sul tema ha tra l’altro aggiunto: “ci imbattiamo in un altro ‘No’, sostenuto da motivi che sembrano più di matrice ideologica che fattuale. Grazie al ‘Piano Casa’ l’edilizia pugliese ha potuto lavorare di più e meglio in questi anni, dando lavoro a tante persone e consentendo da un lato la convergenza verso gli obiettivi di efficientamento energetico, e dall’altro di intervenire su edifici esistenti, senza consumare nuovo suolo”. E, non comprendendo e condividendo “le resistenze ministeriali”, Pagano ha comunicato che contro l’impugnativa del “Piano casa” la sua parte politica continuerà ad opporsi in ogni sede utile. Un duro commento all’impugnativa del Governo è giunto anche dal presidente della Commissione Bilancio della Regione, Fabiano Amati, anch’egli del Pd, che – come si ricorderà – in Consiglio regionale è stato tra i più convinti e tenaci sostenitori della proroga del “Piano casa” in Puglia. “Si tratta di sleale collaborazione” – ha dichiarato ironicamente Amati, che ha poi aggiunto: “Il ministero delle Regioni ha accolto le obiezioni ideologiche dei burocrati del ministero della Cultura sul Piano casa e così facendo ha varato la povertà di uno dei più imponenti settori produttivi pugliesi”. Per poi ammettere che “il Consiglio regionale ha fatto di tutto per mantenere in piedi questo strumento di eco-edilizia, legalità e piatti a tavola, purtroppo invano”. Infatti, Amati ha anche commentato dicendo che “Un tempo c’era la sinistra e la destra che tra le priorità politiche avevano il tetto sul capo e il cibo sul tavolo”. Invece, “Oggi – per il presidente della I Commissione regionale – il valore vincente non è la tutela del suolo incontaminato, ma la conservazione di tutto l’esistente, compresi gli immobili fatiscenti, facendo leva sul concetto culturale di paesaggio come riedizione della lotta di classe”. Tanto che – ha ironizzato ancora Amati – “è stata impugnata la mera proroga a tutto il 2022 del Piano casa, mettendo di fatto fine all’efficacia di uno strumento che interviene sugli edifici esistenti, evitando il consumo di suolo, obbliga all’uso di materiali per il risparmio energetico, elimina la necessità di presentarsi con il cappello in mano ai sindaci e ai dirigenti degli uffici tecnici, favorendo la legalità, e produce migliaia di piatti a tavola”. Di “decisione esclusivamente ideologica del Ministero degli Affari Regionali, d’intesa con quello dei Beni Culturali”, oltre che di “virus della burocrazia” che “colpisce ancora il nostro Paese”, parlano in una nota sullo stesso argomento anche due rappresentati pugliesi del partito di Matteo Salvini, il sen. Roberto Marti ed il capogruppo alla Regione Davide Bellomo, secondo i quali l’impugnativa del Governo della L.R. 39/2021, “va a bloccare, con effetti a dir poco devastanti, lo sviluppo e gli investimenti che quelle norme producono sul nostro territorio”. E ciò, per Marti e Bellomo, è “un danno incalcolabile per l’economia pugliese, specie in un momento di emergenza come quello che viviamo” e che per giunta “non ha alcun fondamento legislativo”. “La legge nazionale istitutiva del ‘Piano Casa’ e la Conferenza Stato Regioni – per i due esponenti pugliesi della Lega – non hanno escluso drasticamente l’applicazione della norma per le aree sottoposte a vincolo paesaggistico, ma solo nel caso di abusi edilizi già realizzati, centri storici e zone a inedificabilità assoluta”. Quindi, hanno proseguito Marti e Bellomo, “una giusta tutela, in grado di salvaguardare una pluralità di interessi ugualmente importanti, eliminando al contempo dal paesaggio tante situazioni di degrado. Impedire la proroga a tutto il 2022 è quindi un atto scriteriato, che va nella direzione opposta anche rispetto al buon senso”. Perciò il loro auspicio è “che il governo rifletta sulle gravi conseguenze che questo comporta e vi ponga rimedio finché è possibile”. Infatti, il timore dei leghisti pugliesi è “che mentre da una parte si guarda con fiducia a un Pnrr (ndr – Piano nazionale di ripresa e resilienza), dall’altre prevalga ancora una volta, a scapito di uno dei settori produttivi più importanti della nostra regione, la logica della vecchia burocrazia che per troppo tempo ha bloccato l’Italia e non solo la Puglia”. Di tenore completamente diverso l’intervento del Capogruppo di “Fratelli d’Italia” alla Regione, Ignazio Zullo, alla notizia di impugnativa della proroga del ‘Piano casa’, che è stato pure votato in Consiglio regionale dagli esponenti del partito pugliese di Giorgia Meloni. Infatti, più che commentare l’eccezione di incostituzionalità sollevata dal governo Draghi, il capogruppo Zullo ha commentato la dichiarazione rilasciata al riguardo dall’assessore Maraschio. “Tempo c’è voluto – ha affermato Zullo – ma oggi con molto favore apprendiamo che finalmente ci si rende conto, almeno per quello che ha manifestato l’assessore Maraschio, che il Consiglio Regionale non può essere impegnato nella redazione e votazione di emendamenti, cavilli e codicilli per poter rispondere a bisogni effettivi che attengono al soddisfacimento dei bisogni abitativi coniugati con la tutela del paesaggio e dell’ambiente”. Quindi, per Zullo, “finalmente l’assessore Maraschio, dopo l’ennesimo intervento del Governo, si rende conto della necessità di una revisione organica di tutta la materia urbanistica nella nostra regione”. Ma per ora di certo c’è solo che il ‘Piano casa’ in Puglia è stato bloccato dal Governo con l’impugnativa ai sensi dell’art. 127 della Costituzione e che prima di mettere la parola “fine” alla proroga dovranno pronunciarsi i giudici della Consulta.

Giuseppe Palella

 

 


Pubblicato il 2 Febbraio 2022

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