Cultura e Spettacoli

Quant’è difficile dire : amo il mio sesso

Drammaturgo e fumettista argentino, Raùl Damonte Botana (1939-1987) divenne famoso col suo nome d’arte : Copi. Omosessuale dichiarato – morirà di aids – Copi scandalizzò il mondo nel 1971 scrivendo ‘L’omosessuale o la difficoltà di esprimersi”, che nello stesso anno Jorge Lavelli mise per la prima volta in scena. A 44 anni di distanza da quell’esordio, in un mondo ormai refrattario a meravigliarsi d’alcunché, quel testo pare quasi datato. Per restituirgli nuova linfa Andrea Adriatico – il quale firma una messinscena di Teatridivita che è stata in cartellone al Kismet sabato scorso – strappa l’azione all’originale habitat (un’isba sperduta nella steppa) e la deporta in una discarica, dove ci si può anche mettere in costume da bagno e prendere il sole. Immerso nella nudità di un teatro dove si rinuncia a quinte e fondali, sì che tra corde, riflettori e attrezzi tutto è a vista, il nuovo habitat si raccoglie nei 25 mq di un candido tappeto quadrato. All’interno di questa specie di ring, in mezzo a colpi di scena, una grande confusione in tema d’identità sessuale ed espressioni a iosa di stupidità, cattiveria ed esibizionismo, ha luogo un delirio trans gender. La regia soffia sul fuoco della graffiante comicità che segna l’opera e aggiunge spunti interessanti alla sfrenata fantasia di partenza. Ma pecca di originalità quando inventa la figura di un tecnico a vista che per tutta la durata dello spettacolo passeggia ai bordi della scena nell’evidente attesa che quel teatrino esasperato abbia termine. E quando esso ha termine, questa figura anonima avvolge uomini e cose nello stesso tappeto scenico e va via sulle note del Modugno di ‘Che cosa sono le nuvole?”, canzone che chiude l’omonimo episodio del film ‘Capriccio all’italiana’; come si ricorderà, l’ultima scena di questa frazione vede Domenico Modugno nei panni di un immondezzaio che, cantando, abbandona in discarica le marionette di Jago e Otello, cioè Totò e Ninetto Davoli, i quali negli ultimi palpiti di vita si producono in un breve, magistrale e lacerante dialogo. Una ‘didascalica’ quanto inutile pioggia di ortaggi (finocchi…) chiude lo spettacolo. Notevole l’interpretazione di Anna Amadori, Olga Durano e Eva Robin’s ; brevemente, hanno recitato anche Saverio Peschechera e Alberto Sarti. Scenotecnica e luci : Carlo Quartararo ; costumi : Valentina Sanna ; scene e costumi : Andrea Cinelli. – Prossimo appuntamento Kismet : giovedì 28 novembre con ‘Le premier homme’ di Camus per la regia di Jean-Paul Schintu (spettacolo in lingua francese allestito da Alliance Française e Università degli Studi di Bari) e, sabato 30 novembre, con ‘Lo stupro di Lucrezia’, di William Shakespeare, regia di Walter Malosti (teatri di Dionisio).

Italo Interesse

 


Pubblicato il 27 Novembre 2013

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