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Regionali:Vendola batte in ritirata e il centrodestra farà le primarie

La normativa elettorale pugliese non impedisce al governatore Nichi Vendola di potersi candidare per la terza volta alla guida della Regione, la sua coscienza invece lo ha dissuaso dal riprovaci. Infatti, il leader nazionale di Sel ha reso noto la decisione di voler liberare la poltrona di governatore e, quindi, far posto nel centrosinistra ad una nuova leadership alle prossime regionali, nel corso dell’assemblea pugliese di Sel tenutasi lunedì pomeriggio a Bari. La scelta di Vendola di non ricandidarsi alla guida della Puglia, in verità, non è stata per alcuni addetti ai lavori della politica un annuncio a sorpresa, né inatteso. Anzi, sempre secondo gli stessi, è stata una decisione logica e consequenziale di un capo partito che, avendo consapevolezza della non espandibilità politica della propria formazione, ha deciso di lasciare la scena regionale ad altri, per non rischiare di cadere e, quindi, uscire comunque e forse malconcio. E con tale mossa, probabilmente meditata da tempo, Vendola ha dimostrato ancora una volta la sua scaltrezza politica, oltre che essere un leader astuto, lucido e consapevole dei limiti in cui si è impantanato Sel e la classe dirigente che in un quinquennio si era costituita intorno a questa nuova sigla politica. Infatti, il partito inventato da Vendola circa cinque anni fa, Sel per l’appunto, nato dopo lo sfilacciamento nel 2008 di Rifondazione comunista, è risultato una sigla che di nuovo aveva solo il nome, perché in concreto è stato unicamente il contenitore per un insieme di personaggi di origini politiche disparate, che sulla scia del governatore pugliese sono riusciti a sopravvivere politicamente, evitando di scomparire insieme all’originaria formazione di appartenenza. O, peggio, di soccombere all’interno di un processo di allargamento e riaggregazione di forze del centrosinistra. E’ stato così per molti degli esponenti che negli ultimi 5 anni, ad ogni livello istituzionale, si sono eletti per la prima volta o riconfermati proprio grazie al nuovismo di Sel e dei dieci anni di governo vendoliano della Puglia. Ora, però, che nel centrosinistra al nuovismo vendoliano si va sostituendo un altro genere di effetto novità, quello sortito dal Pd di Matteo Renzi e dal modo di far politica di quest’ultimo, ecco che il partito, già di per se inespandibile, del governatore pugliese rischia di dissolversi come neve al sole. Ed il suo unico leader di rimanere sempre più isolato nello scacchiere politico della coalizione che in ben due occasioni consecutive gli ha consento di vincere, sia le primarie che le successive elezioni vere in Puglia. Quindi nessuna meraviglia se ora Vendola ha deciso di battere in ritirata e passare la mano a chi sarà in grado di raccogliere al meglio nel centrosinistra pugliese la sua eredità di governo, ma soprattutto di mettere a frutto le sue lezioni di demagogia e populismo politico, dispensate a suon di clientele, illusioni e promesse su una Puglia migliore. Però, a voler mettere a frutto le lezioni populistiche del governatore uscente non sarà, alle prossime regionali, soltanto il centrosinistra, che ha già fissato la data del 30 novembre per la celebrazione delle primarie di coalizione che dovranno indicare il nome da candidare alla guida della stessa, per non perdere il governo della Regione, ma questa volta sarà anche la coalizione opposta a tentare di vincere le regionali del 2015 imitando la politica dal basso inventata dal centrosinistra con il supporto delle primarie. Infatti, anche i partiti di centrodestra terranno in Puglia le primarie, per l’indicazione del candidato governatore. La decisione è stata presa dai coordinatori regionali di Forza Italia, Fratelli d’Italia, La Puglia prima di tutto, Nuovo Psi, Movimento politico Schittulli e Nuovo centrodestra durante un incontro svoltosi ieri nel capoluogo pugliese e comunicata in una nota diffusa subito dopo dagli stessi .”Il tavolo politico – si legge nel comunicato diramato dai rappresentanti del centrodestra – ha convenuto sullo strumento delle primarie di coalizione per l’individuazione del candidato presidente alle elezioni regionali del 2015 decidendo, altresì, di costituire un tavolo tecnico che stabilisca le regole di partecipazione alla competizione”. E, poi, in conclusione della stessa si riferisce: “Infine si è deciso di convocare un conferenza stampa per il prossimo lunedì 28 luglio, giorno nel quale si indicherà la data di svolgimento delle elezioni primarie. Tutte le forze politiche presenti hanno, inoltre, espresso unanime auspicio, perché in tale data vi sia anche la partecipazione organica di ulteriori partiti e movimenti politici al tavolo della coalizione”. Un chiaro appello, quest’ultimo, rivolto ai rappresentanti pugliesi di sigle politiche nazionali e movimenti civici locali di area intermedia, evidentemente assenti all’incontro di ieri. “Ma di quali forze politiche si tratta?” si chiedono in proposito taluni addetti ai lavori. “Infatti – hanno rilevato sempre gli stessi – in Puglia nel centrosinistra il segretario regionale del Pd, Michele Emiliano, sta lavorando per le regionali da oltre due anni, ossia da molto tempo prima di assumere la guida del partito, per cui tra le formazioni intermedie minori, dotate effettivamente di pacchetti significativi di voti, ha già raschiato il fondo del barile”. A meno che l’appello del centrodestra pugliese non debba intendersi in maniera estensiva e, quindi, indirizzato anche alle personalità politiche della società civile che, se decidessero di partecipare alle regionali al fianco del centrodestra, avrebbero buone possibilità di vittoria non solo alle primarie, ma ancor di più alle elezioni vere. Ma nel centrodestra pugliese auspicano davvero la presenza di qualche “uomo nuovo” alla politica che possa effettivamente far vincere le regionali? Infatti, se le logiche sono ancora quelle del passato, il timore è che per qualcuno è meglio perdere nuovamente.            

Giuseppe Palella

 

 


Pubblicato il 22 Luglio 2014

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