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Sede della giustizia: aspettando il prossimo tavolo il sindaco pensa a un altro parco

Prima riunione dell’anno al tavolo sull’edilizia giudiziaria barese ieri mattina, alla presenza di tecnici comunali, regionali e di provveditorati vari. Il primo a parlare, subito dopo l’incontro, è stato un Sindaco che da un po’ di tempo vede e prevede parchi e ‘verde’ dappertutto a Bari, anche se si parla di sede unica della giustizia. “Entro la fine del mio mandato vorrei vedere, se non l’inaugurazione, almeno la realizzazione del Polo della Giustizia. Un polo che vorrei si chiamasse ‘Parco della Giustizia’, una grande area verde con all’interno i diversi edifici per gli uffici giudiziari”. Nessuna considerazione di Decaro sui temi caldi della riunione, a cominciare dall’impatto che avrà sulla città il nuovo insediamento giudiziario: dalla viabilità, a parcheggi e applicazione del Piano Regolatore Generale, senza andare oltre. Il sindaco, in compenso, ha chiesto “come auspicio e richiesta esplicita” tempi certi sulla costruzione, magari entro quattro anni. Eppoi di fare di quell’area, come detto, “un grande parco, ampliando le aree a verde, all’interno del quale costruire gli edifici giudiziari”, senza considerare che al posto delle casermette il PRG in vigore dal 1976, invece, ha previsto verde/standard al servizio del quartiere. All’incontro, presieduto dal direttore generale Davide Pellegrino, hanno partecipato dirigenti e tecnici dell’Agenzia del Demanio, l’ente che dovrà realizzare l’opera, del Ministero della Giustizia e del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, che fa parte del Ministero delle Infrastrutture. Al tavolo, a parte gli auspici bene-auguranti del primo cittadino, sono state presentate le caratteristiche dell’area sulla viabilità, sulla capacità di parcheggio ed esaminata la rete dei servizi. Tutti sono stati concordi nel ritenere che “non sussistono ostacoli alla realizzazione di questo progetto”. Unica criticità evidenziata è stata quella relativa al collegamento con le ferrovie, tuttavia superabile grazie all’ipotesi già avanzata dall’amministrazione comunale di attivare navette dedicate. Le stesse, magari, che sono state promesse da anni da Comune e azienda municipalizzata ai trasporti urbani (Amtab) per collegare la nuova sede della Regione Puglia in fondo a via Gentile, mai attivate. Ora, in ogni caso, si attende la riunione del 30 marzo prossimo nella sede del Ministero della Giustizia che dovrà validare lo studio di Invitalia, finanziato un anno fa dalla Città metropolitana di Bari, che contiene il piano esigenziale. Stando a quella analisi dei fabbisogni, stilata su indicazione dei capi degli uffici giudiziari baresi, l’opera dovrebbe avere una superficie di circa 110-130mila mq. Sulla base di questi numeri dovrà essere predisposto il bando per il progetto. I fondi già stanziati dal Ministero, circa 94 milioni di euro, dovrebbe essere sufficienti a finanziare l’intero progetto e almeno il primo lotto, che dovrebbe accogliere gli uffici penali, al momento i più penalizzati dopo lo sgombero per rischio crollo del Palagiustizia di via Nazariantz e il trasferimento nella ex torre Telecom al quartiere Poggiofranco, con spazi più ridotti. Atmosfera distesa, comunque, ieri al tavolo per aprire la strada alla nuova sede unica della giustizia a Bari, dopo che l’anno scorso erano saltate ben quattro convocazioni di fila, per sottoscrivere il protocollo d’intesa per la destinazione dell’area delle ex Caserme Milano e Capozzi a Polo della Giustizia, per il quale il ministro Alfonso Bonafede, a Bari il 15 giugno dell’anno scorso, aveva annunciato la disponibilità dei fondi. In ogni caso sarà curioso capire su quale base i presenti al tavolo di ieri sarebbero stati concordi nel ritenere che sull’area ex casermette non esistono ostacoli alla realizzazione del progetto palagiustizia. Infatti, come tutti sanno, la Regione ha autorizzato l’apertura del ‘Pronto soccorso’ alla <<Mater Dei>, che aveva accorpato in quella sede tutte le strutture sanitarie CBH, creando così un ospedale da 450 posti letto. E l’unico accesso delle ambulanze avviene solo attraverso Via Hanneman dove, oltre a un complesso residenziale composto da circa duecento famiglie, si trova l’ingresso del Liceo Scientifico Fermi (1600 alunni e 150 docenti) e un noto ristorante-pizzeria. E l’Ospedale Pediatrico “Giovanni XXIII”, in vista del futuro allargamento di Via Amendola, che sta attrezzando al suo interno un parcheggio da 400 posti con ben 2 accessi sulla stessa Via Hanneman? In questa cornice parziale, senza alcuno studio sui flussi di traffico, sulle necessarie aree di parcheggio e un dettagliato piano particolareggiato, il Comune di Bari ha deciso di insediare il Polo della Giustizia. Quasi quasi senza neppure considerare le intasatissime vie che costeggiano l’ex area militare dove dovrebbe sorgere la nuova cittadella, da via Alberotanza a via Fanelli, immerse in aree densamente abitate e senza svincoli diretti di entrata e uscita in tangenziale; <<l’intera area collasserà con un degrado della qualità della vita dei residenti, oltre che l’aumento dell’inquinamento acustico ed atmosferico che raggiungerà livelli assai pericolosi per la salute>>, hanno già sentenziato i comitati di quartiere a Carrassi.

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 13 Febbraio 2020

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