Primo Piano

Sede unica della giustizia: problema traffico e non solo…

Scorza e il Comitato hanno evidenziato il PRG scavalcato, ma anche la mancanza di varianti urbanistiche, valutazioni ambientali e studi dei flussi di traffico, lasciando sgomenti i residenti dell’area prescelta 

 

Leonardo Scorza è stato per dieci anni presidente dell’ex circoscrizione Carrassi-San Pasquale-Mungivacca, ora guida il Comitato di Scopo “Per un parco verde di quartiere alle ex caserme Capozzi e Milano” e ci tiene a far sentire la voce sua e di chi ha aderito al comitato per quella che lui stesso definisce una ‘vicenda complessa’.

 

Bisognava arrivare al Consiglio di Stato, per difendere uno dei quartieri meno verdi della Città…

 

<<E’ triste vederci etichettati come quelli del “…c’è chi dice NO”, senza permettere un benché minimo dibattito. Certo, sono stato presidente della VI Circoscrizione e con amarezza constato come sono stati ignorati gli interventi miei e dei professionisti che manifestavano perplessità sull’utilizzo delle ex Caserme per il “Parco della Giustizia”, a causa della mancanza d’uno studio preliminare dei flussi di traffico dell’intera area coinvolta, ma anche della variante urbanistica su un’area di 140mila mq già destinata a verde di quartiere nel vigente PRG che risulta inedificabile. Ma bisogna pure ricordare che nel Documento preliminare programmatico prodromico al PUG, il Consiglio Comunale nel 2011 aveva collocato un ‘ganglo ecologico’. E ancora, sono passati inutilmente altri otto anni senza che del PUG vi sia traccia. Insomma, il verde per chi abita a Carrassi è pari a circa 2 mq/ab, contro i 9 previsti e contrariamente a quanto dichiarato dal Comune nella sua memoria difensiva dinanzi al Tar/Puglia, non crediamo affatto che Bari nelle aree centrali presenti 130 ettari in più, rispetto al fabbisogno di verde: fanno fede gli studi Ispra e Legambiente sulla qualità della vita che non vedono Bari proprio “ai primi posti”. Ma non basta…>>

 

Prego…

 

<<Dallo studio di fattibilità Invitalia, commissionato e finanziato con 300mila euro dalla Citta Metropolitana, emergeva il fabbisogno in 104mila mq. poi la Corte d’appello aveva quantificato in 135mila mq, poco meno dei 140mila delle ex casermette. Bisogna anche specificare che quest’opera non è finanziata con fondi PNRR, ma definita di interesse Nazionale con un DPCM di novembre 2021. Si può pensare di rendere più veloci le fasi tecnico-amministrative del progetto, ma non credo si possano eludere le norme di legge e perfino quelle di rango costituzionale e internazionale, in attuazione di direttive comunitarie. Come, ad esempio, non si possa indire un concorso di idee senza aver adottato la variante urbanistica generale e quindi conseguentemente sottoporre l’opera alla Valutazione Ambientale Strategica. Diversamente, sarebbero intaccati i principi della certezza del diritto, a cui sommessamente, l’attuale Governo si richiama sempre più spesso>>.

 

Eppure Comune, Demanio con avvocati e giudici difendono il progetto a spada tratta

 

<<Beh, i sostenitori della proposta hanno minimizzato le situazioni di mobilità e traffico, ma questo intervento lascia sgomenti i cittadini-residenti di Carrassi che vedono le proprie istanze ignorate, peggiorando la già pessima qualità della vita. E che gli organi decentrati non abbiano mai espresso il loro punto di vista lascia ancor più sgomenti. Guardi, per farsi un’idea di cosa potrebbe accadere, basta vedere cosa succederebbe in Via C. Giusso, Fanelli, Alberotanza, Marzano e Corso De Gasperi, Viale Falcone e Borsellino. Ricordo che il candidato-sindaco del 2014 voleva collocare il Polo della Giustizia in Via Napoli, alla Caserma Briscese. Nè può consolare l’annuncio, all’interno del progetto della variante alla SS16 dell’Anas, degli svincoli del Parco della Giustizia e di Via Fanelli visto che sarà completata non prima di dieci anni…a essere ottimisti!>>

 

Piani regolatori, leggi e varianti scavalcate e ignorate, caos smog e lamiere con la politica che abdica e s’affida a burocrati e giudici…c’è di che deprimersi, no?

 

<<Certo, e mica finisce così, sul piano della pianificazione urbanistica. Occorrerà, ripeto, modificare l’attuale SS16 a piano zero e realizzare svincoli sopraelevati di raccordo tra la nuova e vecchia SS16, con altri due svincoli, come detto. Insomma, il nostro ricorso vuole solo difendere il bene costituzionalmente tutelato della salute e quanto alle preoccupazioni del comparto giustizia, vorrei ricordare che non sono bastati ventitré anni per trovare una soluzione, atteso che esistevano almeno un paio di soluzioni sulle quali s’è molto esitato. E comunque nessuno vuole far perdere tempo: la soluzione prospettata molto semplicemente non la condividiamo perché non si può fare. E ci stiamo battendo affinché in quelle aree si realizzi un grande parco verde>>.

 

Francesco De Martino

 

 


Pubblicato il 29 Novembre 2022

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio