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Sempre più difficile essere sieropositivi a Bari

 
 
E’ un dato di fatto, reale e preoccupante: in molte regioni italiane, Puglia in testa, si sta abbassando pericolosamente il livello di guardia per curare e prevenire l’Aids. A lanciare nuovamente l’allarme, ancora inascoltato da politici ed amministratori regionali, è Angela Calluso, responsabile della Cama-Lila di Bari. E’ lei, adesso, a ricordare come in un’indagine compiuta non molto tempo fa da una società di settore (la Nadir Onlus) su 160 centri clinici abilitati alla diagnosi ed alla cura dell’HIV/AIDS in Italia, nel 15% dei casi si è rilevata la non disponibilità all’accesso alle terapie farmacologiche necessarie. Sempre più difficile, insomma, l’accesso ai farmaci più costosi (nuovi inibitori delle proteasi e farmaci di nuove classi) e le co-formulazioni. A preoccupare anche la non adeguata prescrizione di regimi terapeutici adeguati, atti a garantire la soppressione virologica ed il benessere immunologico del paziente, come precisa ancora la responsabile dell’associazione barese da sempre in prima linea nella cura e prevenzione della terribile malattia. Che segna il passo anche per colpa di altre situazioni di precarietà -e la nostra regione è anche in questo caso in cima alla lista- in cui sono emerse ‘indebite ingerenze’ da parte delle amministrazioni sulla classe medica nella prescrizione delle terapie. Segnalati anche casi di scarsa formazione della classe medica con conseguente inadeguatezza nelle prescrizioni. Ma anche sulla diagnostica numeri in rosso nella ricerca di settore: nel 34% dei centri clinici sottoposti a rilevazione, il test delle resistenze non è eseguito sui pazienti. Le regioni più implicate sono: Puglia, Sicilia, Molise, Lazio e Campania, confermate dalle numerose segnalazioni che da circa tre anni giungono ai centralini dell’associazione barese: prevenzione delegata del tutto alle organizzazioni del III Settore, cioè del sociale; disorganizzazione totale del servizio di Assistenza Domiciliare poiché ancora non del tutto di competenza territoriale e non ancora adeguato alle recenti modifiche degli ambiti territoriali delle Aziende Sanitarie della Regione Puglia, senza parlare dell’“atavica” mancanza della Commissione Regionale AIDS, prevista dalla Legge n. 135/90. La dottoressa Calluso allarga le braccia e spiega: “Le ultime segnalazioni in ordine di tempo vedono il Policlinico di Bari come unico centro nella nostra Regione dove non è ancora disponibile l’ATRIPLA, farmaco salvavita (infatti, viene usato solo per quei pazienti con livelli di HIV nel sangue inferiori a 50 copie/ml da più di tre mesi) che riduce le compresse da tre ad una sola, con enorme miglioramento della qualità ed aspettativa di vita delle persone in AIDS conclamata. Ma gli ammalati, a causa del recente annullamento presso gli Ambulatori Malattie Infettive degli accessi diretti, sono costretti ad esporsi per effettuare istanza di  esenzione ticket presso gli sportelli territoriali. Purtroppo molti, pur di preservare la loro sacrosanta privacy, o pagano il ticket o addirittura (e sono tanti) non si curano e di conseguenza non si sottopongono neppure agli esami diagnostici!” Questo, ovviamente, mette a repentaglio non solo la vita degli ammalati, ma la salute del cittadino, a cui sono negate cure e prevenzione. Tutto ciò, ancora oggi, nonostante le segnalazioni a tutti gli organi competenti (Regione, Ares e Direzione Sanitaria) da molti mesi. Cosa fare? “Occorrerebbe, con urgenza, come più volte abbiamo avuto modo di denunciare durante i ripetuti incontri avuti con gli organi competenti (Regione e Ares), finalmente implementare tutte le strategie possibili per garantire il benessere delle persone con HIV/AIDS”, l’appello che non si stanca mai di ripetere la Presidente Cama Lila di Bari.
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 19 Gennaio 2012

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