Cultura e Spettacoli

Sud e miseria. Colpa pure dei pirati

Col declino di Venezia lo Ionio e l’Adriatico soprattutto divennero insicuri. C’è stato un tempo in cui i pirati hanno rappresentato un incubo per le popolazioni rivierasche di Puglia. Se il mare era buono, queste canaglie potevano presentarsi in qualunque momento, sicure del fatto di non incontrare alcuna resistenza. Sbarcavano e portavano via quello che si poteva, bestiame, oro, oggetti preziosi. Non disdegnavano catturare uomini e donne. In un suo studio Salvatore Panareo sostiene che i “sorpresi”, una volta trascinati sulle navi, venivano destinati a ‘centri di raccolta’ che potevano essere vicini (Valona) o lontani (Costantinopoli, Tunisi, Algeri). Lì, veniva decisa la loro sorte. I prigionieri di insignificante estrazione sociale e ancora in salute erano destinati al remo (uomini) o alla più pesante manovalanza domestica (donne). I giovani di bell’aspetto finivano negli harem o – previa esposizione in qualche mercato – a servizio nella casa di un facoltoso mercante. Gli altri divenivano oggetto di un lucroso mercato. Fissato il prezzo del riscatto, esso veniva “notificato” ai congiunti o agli incaricati di questi. “Si impiantava così un vero e proprio mercato per il quale di fronte ai depositi degli schiavi nelle terre degli infedeli sorgevano negli stati cristiani, come per il Mezzogiorno d’Italia a Napoli, Messina o Palermo, altri centri dove mediatori laici ed ecclesiastici si assumevano l’incarico di agevolare lo scambio di quegli infelici”. Vediamo ora quanto poteva rendere un ostaggio di media condizione : Nel XVI secolo fra i cento e i centocinquanta ducati, “comprese le ritenute spettanti alle autorità dei luoghi degli infedeli ; maggiore era quella di schiavi di condizione superiore alla comune, minore se calcolata in blocco per i componenti di una famiglia”. L’attività dei pirati, se successivamente alla seconda metà del Settecento “perdé di frequenza, continuò ancora nelle molestie”. Persino nel periodo napoleonico non mancarono depredazioni e catture incoraggiate dalla Turchia e dall’Inghilterra per recare difficoltà alla Francia e ai sovrani da questa insediati a Napoli. Solo con l’Unità d’Italia la Puglia poté dirsi definitivamente al sicuro dalla piaga corsara. Finalmente si poteva respirare. E fare la conta dei danni. Perché il discorso sulla pirateria non andrebbe limitato alla cronaca di saccheggi e rapimenti ma esteso alle ripercussioni che il fenomeno ebbe in campo economico. A soffrire – e per ben sette secoli – non furono solo le genti ma anche il commercio marittimo, la pesca e l’agricoltura costiera. “Così la pirateria può ritenersi una fra le tante cause che influirono sull’impoverimento dell’Italia meridionale, al cui destino dovette piegarsi, fra le altre, anche la nostra regione”.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 11 Luglio 2013

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