Cultura e Spettacoli

Torrente Puglia, così lontano, così vicino

La Puglia è la regione più arida d’Italia. A parte l’Ofanto, il Fortore e cose più piccole come Candelaro, Carapelle e Cervaro, il resto è una ventina di miseri torrenti dai nomi anonimi (Frugno, Marana, Saccione…). Niente insomma che si chiami Daunia, Murgia, Itria… e tanto meno Puglia. Eppure un corso d’acqua con questo nome esiste. Chi voglia vederlo però abbia la pazienza di sobbarcarsi almeno seicento chilometri di viaggio poiché il Torrente Puglia scorre in Umbria. Nasce alle pendici del Monte Pelato (m. 633), nel comune di Giano dell’Umbria, attraversa Gualdo Cattaneo e dopo una trentina di chilometri sfocia nel Tevere all’altezza di Collepeppe ; ha una portata di 1,8 metri cubi al secondo e si fregia persino di un affluente (il Pugliola) ; lungo la sua riva sorge un hotel omonimo. Sorvolando sul perché (intrigante ma al momento irrisolto) di nomi che omaggiano la nostra terra in Umbria, veniamo allo stato di salute del Puglia. Ebbene, le notizie non sono buone. Nel dicembre del 2007 una tv del perugino mandava in onda uno striminzito servizio sul degrado del ‘nostro’ torrente dove si parlava di scarichi illegali e “inerti abbandonati” nel letto del corso d’acqua. Dopo due anni dalla denuncia dopo i Comuni coinvolti si attivavano promuovendo interventi di bonifica. Gli interventi scatenavano le ire degli ambientalisti locali che per la circostanza si raccoglievano nel focoso Comitato per la salvaguardia dell’Ambiente e della Salute Pubblica di Gualdo Cattaneo e Giano dell’Umbria. Il Comitato alzava subito la voce gridando allo scandalo. In una nota di protesta si giudicava “barbarico” l’intervento sul Puglia in località Ponte di Ferro. La nota parlava di “intero eco sistema distrutto… alberi divelti in modo del tutto arbitrario, argini ristrutturati e rimodellati usando materiale non biodegradabile. Devastazione pura e semplice, degna della miglior tradizione delle orde barbariche da Attila fino ai giorni nostri”. Siamo riusciti a reperire in Rete un secondo servizio televisivo, questa volta prodigo di immagini. In effetti il rimedio (l’intervento) si è rivelato peggiore della malattia (il degrado). Il letto del torrente appare ‘raddrizzato’ e i nuovi argini sono semplici terrapieni privi di vegetazione. Che succederà alla prima piena? si chiedono gli abitanti della zona, che lamentano pure la scomparsa di oche e germani, una volta numerosissimi. Non basta. Non più protetto dall’ombra delle piante, il torrente è esposto ai raggi del sole ; ciò significa che in estate la portata d’acqua si riduce per evaporazione… Al presente non ci risulta che la situazione sia migliorata.

Italo Interesse


Pubblicato il 30 Ottobre 2012

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