Primo Piano

Udc a Bari con un proprio candidato sindaco? Non ci crede nessuno…

Forse, alla fine, l’Udc di Bari potrebbe pure scomparire anche dalla scheda elettorale delle amministrative del 25 maggio prossimo, però il partito barese di Pierferdinando Casini e Lorenzo Cesa ha buone probabilità di comparire nel programma televisivo “Scherzi a parte” di Mediaset. Infatti, mentre qualche dirigente romano dello scudo crociato si preoccupa del rischio che il segretario provinciale di Terra di Bari, Filippo Barattolo, non riesca neppure a comporre la lista da presentare alle comunali del capoluogo, con nomi di candidati in grado far scattare almeno un seggio, a Bari circolano voci che il coordinatore cittadino dell’Udc, Marco Cornaro, stia seriamente pensando di candidarsi a sindaco con il sostegno della lista dello scudo crociato, sempre che si riescano a trovare 36 nominativi tra ciò che resta dei militanti e simpatizzanti dell’Udc, o altri cittadini baresi  fuori dalle mischie politiche, che siano comunque disposti a sacrificarsi, mettendoci il nome e la faccia per un’avventura politica che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe concludersi con una beffa. E non soltanto per i consensi che sarebbe difficile convogliare su un partito a Bari completamente allo sbando, ma ancor più per i risvolti grotteschi a cui potrebbero andare incontro. Infatti, è già accaduto alle amministrative del 2009 che l’Udc barese riuscì a presentare una lista completa di candidati al Comune, capeggiata da un proprio candidato sindaco di tutto rispetto, il penalista Mario Russo Frattasi, che subito dopo il turno di ballottaggio, come è noto, fu abbandonato dal partito stesso al proprio destino, oltre che dal sindaco Michele Emiliano, che tra il primo ed il secondo turno lo indicava come suo futuro vice, in caso di riconferma a sindaco. Una riconferma che difatti avvenne, ma di Russo Frattasi, come si ricorderà, se ne persero le tracce, perché lo stesso partito che lo aveva candidato a sindaco, poi, preferì che entrasse in giunta l’ex socialista Barattolo, ben noto alle cronache cittadine non soltanto per la sua precedente militanza politica, anziché colui che si era speso col nome e la faccia per portare voti all’Udc, oltre che avrebbe potuto rappresentare un fattore di novità nell’esecutivo comunale, ma soprattutto di maggiore credibilità per il futuro del partito stesso a Bari. “E proprio dal tradimento fatto a Russo Frattasi – spiega un nostalgico dello scudo crociato – è iniziato il declino irreversibile dell’Udc nel capoluogo”. E, continuando, chiarisce: “Un clamoroso errore comportamentale che ha dimostrato inconfutabilmente l’inaffidabilità della classe dirigente di un partito moderato e di cattolici che, pur avendo grosse potenzialità elettorali nella città di Bari, è stato distrutto da scelte scellerate che probabilmente ne hanno definitivamente compromesso l’esistenza politica alle prossime amministrative”. Infatti, un partito come l’Udc che a Bari, dove la tradizione dei cattolici in politica vantava solide basi ed uno zoccolo radicato di consensi, aveva bisogno di riorganizzare le proprie fila con personalità nuove alla politica o, al più, con personaggi di provata fede centrista, in grado di gestire una formazione politica partendo dal peso specifico elettorale di ciascuno portatore di voti. Metodo, questo, collaudato dalle liste civiche che, per tale ragione, forse rappresentano un antidoto alla gestione personalistica e padronale dei partiti tradizionali. L’Udc, invece, a Bari si è comportata in modo esattamente opposto, ricalcando tutti i difetti e gli errori dei partiti maggiori, che in virtù di un largo consenso elettorale si comportano con autosufficienza, prescindendo dalle preferenze ricevute da ciascuno di coloro che hanno concorso a portare voti alla lista. E per tale ragione ora potrebbe risultare difficile, se non addirittura impossibile, per il partito di Casini e Cesa riuscire a trovare nomi da portare in lista, già dotati di un proprio bagaglio di voti personali da mettere a disposizione del partito, al fine di far scattare almeno un seggio. Ciò, infatti, rende ancor più velleitaria l’idea di partecipare alla competizione elettorale amministrativa in solitudine, proponendo un candidato sindaco di bandiera. Però, se questa proposta è finalizzata a stanare sempre di più il ruolo ambiguo del segretario provinciale del partito, Barattolo, che a Bari, da un lato ha relegato l’Udc a partito satellite del sindaco Emiliano e dall’altro lo ha svuotato di presenze, temendo di poter essere messo politicamente in discussione per la sua gestione personalistica e padronale, perdendo sistematicamente voti. Ed in sintonia a questo modo di fare Barattolo, secondo qualcuno, avrebbe già dato assicurazioni al sindaco Emiliano dell’adesione dello scudo crociato alle primarie del centrosinistra o, in caso contrario, dell’assenza del simbolo dalla scheda elettorale alle prossime amministrative. Insomma un simbolo, quello dello scudo crociato, che a Bari qualcuno ha utilizzato e vuole continuare ad usare a proprio esclusivo consumo, che non ha più nulla di politico e di attrattivo per chi, essendo di area centrista e moderata, vorrebbe misurarsi elettoralmente alle amministrative. Dando così ragione, evidentemente, a Russo Frattasi che, nel 2009, dopo il tradimento dichiarò candidamente e pubblicamente di essersi speso per un partito di “Intrallazzi e filibustieri”. E più esplicito di così non poteva essere, a parte gli scherzi della politica, ovviamente.        

 

 

Giuseppe Palella    


Pubblicato il 17 Gennaio 2014

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio