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Via Gentile: anche per la pausa caffè si passa dai tornelli

Non bastavano le stabilizzazioni dei precari promesse, ripromesse e garantite ma ferme da quasi un decennio, le graduatorie del concorso da dirigente bellamente ignorate dal 2009, con le recenti (…assai strane) richieste di curriculum già in possesso dell’amministrazione agli stessi idonei e i grandi piani MAIA per la rigenerazione della burocrazia interna, affidati a peso d’oro a società ‘in house’ dopo ancor più grandi promesse (a vuoto) di Emiliano in persona. Ora, ad arrovellare e far perdere le staffe ai dipendenti l’ultima trovata – con tanto di ordine di servizio dirigenziale – da una settimana, di costringere gli stessi dipendenti di stanza a Japigia all’uso del ‘badge’ di servizio per recarsi al bar/spaccio interno. Sì, avete capito bene: nel bar che praticamente non è più interno, visto che la porta interna (si dice per motivi di sicurezza) è stata chiusa, per recarsi ad acquistare una bottiglietta di acqua, mangiarsi un panino o ancor più semplicemente sorseggiare la tazzina di caffè, è necessario timbrare l’uscita dall’ufficio. E recuperare il debito orario. Sicchè, tanto per essere ancora più chiari, una volta usciti dal tornello col ‘badge’ di servizio per andare al bar a rifocillarsi, ogni dipendente dell’ente regione Puglia dovrà recuperare quei dieci minuti (minimo) che vengono tagliati automaticamente, anche se al banco del bar ci si mette di meno. La rabbia, sgomento sconcerto serpeggiano tra i dipendenti regionali e c’è qualcuno che – ma senza esporsi troppo – già parla di provvedimenti degni di ‘stalag’, nemmeno paragonabili ai centri di accoglienza per migranti, s’incavola qualche sindacalista più arrabbiato. O almeno quelli che ancora hanno la forza di commentare una scelta non si sa nemmeno bene chi abbia firmato l’atto. Un atto che sa tanto di provvedimento arbitrario visto che, per esempio, solo nel nuovissimo e ipermoderno plesso di Japigia sono stati installati i tornelli, nell’Ente regionale pugliese. Anzi, in via Giovanni Gentile e all’ingresso dell’Assessorato al Personale e Risorse Umane di via Celso Ulpiani, al rione San Pasquale, dove qualche dirigente ha il coraggio di parlare di decisioni atte a scongiurare i problemi di tutela della sicurezza dei lavoratori. Dipendenti regionali che, come detto, in molti casi non hanno manco voglia di commentare ad alta voce, almeno per adesso, sperando che l’amministrazione quasi quasi ci ripensi. Come forse sperano, appunto, dal <<Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità e la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni>> che alla fine della settimana passata si sono rivolti direttamente con una nota scritta al segretario del presidente e ai dirigenti. Tutto dunque è cominciato il 19 giugno, allorquando la porta interna di comunicazione verso il punto ristoro è stata chiusa, creando “sorpresa” e soprattutto “disagio” tra i dipendenti. Il dirigente/responsabile firmatario delle nuove disposizioni avrebbe spiegato che la decisione scaturiva, appunto, anche in via Gentile dalla solita questione di sicurezza, rilevata da una visita ispettiva dei Vigili del Fuoco, Però gli stessi Vigili del Fuoco non avrebbero avuto niente da ridire sulla modifica, poiché quella porta antincendio equivarrebbe ‘a un muro’. Senza contare che il certificato di prevenzione incendi non è stato ancora rilasciato dai responsabili del Comando VVFF di Mungivacca, per quanto riguarda il grande complesso edilizio di Japigia. Allora, tralasciando le questioni di carenza di sicurezza, qual è il vero motivo del provvedimento che sta facendo inviperire i dipendenti regionali? Perché una decisione del genere è stata assunta, peraltro, senza procedere di concerto con gli altri dirigenti e coi rappresentanti dei lavoratori, con provvedimenti magari alternativi all’uso di quel corridoio che costring a uscire dai tornelli i dipendenti? Inutile dire che rappresentanti del Comitato di Garanzia e segretario del sindacato <Autonomie/Regioni> attendono risposte, tornando al più presto a riparlare d’un provvedimento inspiegabile che, oltre a creare un disagio inutile ai dipendenti, sta danneggiando molto più concretamente i lavoratori e soprattutto il gestore dello stesso punto ristoro e bar aziendale. Che in questi pochi giorni hanno già visto calare introiti e forse a rischio il posto di lavoro…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 29 Giugno 2017

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