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Cassa Prestanza in liquidazione: ora c’è anche la firma del giudice

La voce che le procedure concorsuali per salvare ciò che restava della Cassa Prestanza erano state avviate da alcune settimane, un annetto fa s’era diffusa al Comune con la rapidità del tuono che segue il fulmine. E da un paio di settimane lo stesso è accaduto tra i dipendenti comunali con la notizia che il tribunale ha provveduto ufficialmente ad aprire la procedura di liquidazione di ciò che resta, appunto, della “”Cassa Prestanza Sovvenzioni e Assistenza del Comune di Bari””, così come viene definito parola per parola l’organismo sugli atti giurisdizionali. Il decreto del giudice delegato Nicola Magaletti porta la data del 23 febbraio 2021 (N. R.G.: 2/2021) e, dopo aver letto la istanza di liquidazione del patrimonio depositata nell’interesse della stessa Cassa, il dottor Magaletti ha altresì provveduto a nominare i liquidatori, ai quali toccherà, appunto, il compito di distribuire ciò che è rimasto in Cassa. Dunque, adesso tocca all’avvocato Giuseppe Pepe e al dottor Sebastiano Panebianco lavorare su questo versante, andando ad approfondire l’’an debeatur’ che spetta a ciascuno degli oltre mille e quattrocento dipendenti comunali che, a tutt’oggi, risultano creditori dell’organismo mutualistico agonizzante. In effetti a far precipitare la situazione, aumentando a dismisura il malcontento dei dipendenti/iscritti negli ultimi mesi, sono state le sentenze emesse a raffica dal Tribunale di Bari – in funzione di Giudice del Lavoro – che condannavano l’ente civico a risarcire parecchi iscritti-pensionati che, in qualità di creditori privilegiati, avevano fatto ricorso al Giudice presso il Tribunale di Bari. Creditori che negli ultimi mesi hanno ottenuto con tanto di carta da bollo somme sostanziose (tra i venti e i trentamila euro circa ciascuna), con tanto di oneri e spese legali, col risultato di depauperare in breve ciò che rimaneva nel Bilancio di quella Cassa Prestanza che, in preda di una crisi nera da anni, ha sospeso perfino il prelievo a carico degli stessi dipendenti. Ora per loro non ci sarà nemmeno la speranza di ricorrere al tribunale, per avere giustizia e riavere quanto versato: addio speranza di una congrua buonuscita. Infatti, nel momento in cui il provvedimento di omologazione della procedura di liquidazione diventerà definitivo, non potranno essere iniziate o proseguite azioni cautelari (decreti ingiuntivi, pignoramenti e precetti di pagamento) né acquistati diritti di prelazione sul patrimonio oggetto di liquidazione da parte degli stessi creditori.  Del resto il deficit patrimoniale della Cassa e la impossibilità di soddisfare le proprie obbligazioni era noto da tempo, ma l’assemblea degli iscritti non ha condotto, purtroppo, a nulla di concreto, un paio di anni or sono, costringendo il Sindaco/Presidente pro tempore della Cassa a scartare anche l’appiglio giuridico di ricorrere al bilancio comunale per onorare i debiti, cioè i premi di buonuscita ai dipendenti/iscritti. Ora saranno i due professionisti – liquidatori a distribuire ciò che resta in Cassa, circa tre milioni di euro, Forse meno, sottratte le varie parcelle che stanno ancora più impoverendo un organismo mutualistico che per quasi un secolo ha rappresentato una specie di ruota di scorta per i comunali baresi. Ora è solo una croce…

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 9 Marzo 2021

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